In Anti & Politica, Economia

Mela-con-il-Coltello-tra-i-Denti.1DI GIUSEPPE SANDRO MELA*

Lo stato italiano non ha versato per anni i contributi pensionistici ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni e quindi li ha fatti confluire nell’Inps, ponendoli a carico di coloro che la sventura pose a lavorare nel comparto produttivo.

Forse che i pensionati italiani non saranno solidali con i poveri dipendenti delle pubbliche amministrazioni?

Unqua non fia!

Il presidente dell’Inps ha confermato che l’ente ha quasi terminato le sue disponibilità: in breve sarà illiquido.

 

  «Mastrapasqua, a sostegno del suo allarme, ha citato la Relazione della Corte dei Conti sul bilancio preventivo 2012, da cui emerge chiaramente che la fusione con Inpdap ed Enpals operata all’inizio del 2012 si è rivelata una pillola avvelenata per i conti dell’Inps: “il patrimonio netto … è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi”

Già. E perché siamo vicini al fallimento anche dell’Inps?

  «Questo, a causa della fusione Inpdap-Inps, ovvero l’ente previdenziale dei dipendenti pubblici con la previdenza privata. Una fusione voluta dalla manovra Salva-Italia del 2011 che non ha cancellato il buco di 23 miliardi di euro, equivalente al debito che lo Stato ha nei confronti dei contributi previdenziali per i suoi dipendenti. Buco che ora grava nelle casse del SuperInps, con il rischio di non riuscir più a pagare le pensioni per i prossimi anni se non verranno fati interventi a carattere urgente per risanare i conti

Sì. Avete letto bene: ciò accade a causa del «debito che lo Stato ha nei confronti dei contributi previdenziali per i suoi dipendenti», e tutto questo si somma, tanto per gradire al «deficit di 91 miliardi che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti dei propri fornitori». Poi, ovviamente, ci sono tutti gli altri debiti, ma state tranquilli. Sono solo un po’ più di duemila miliari di euro.

 

  «Se le amministrazioni dello Stato rallenteranno ancora i pagamenti l’Inps avrà “ulteriori problemi di liquidità”, che non potrà non ripercuotersi sul regolare pagamento corrente delle pensioni.»

 

  «Le entrate contributive si incrementeranno dello 0,9% (a 213,762 miliardi) nel 2013, le uscite per prestazioni istituzionali saliranno del 2,3% a 303,077 miliardi (di cui la spesa per prestazioni pensionistiche sarà di 265,877 miliardi, +1,7%).»

 

Quindi, entrano 213.762 miliardi e ne dovrebbero uscire 303.077. Mancano all’appello 89.315 miliardi.

Donde prenderli? Elementare. Riducendo i 265.877 miliardi delle spese pensionistiche di 89.315 miliardi, portandole a 176.562 miliardi. Una riduzione del 34%, come preannunciammo in passato.

Per cui, pensionatucci miei, mettevi l’animo in pace. Tra breve Vi taglieranno, e di brutto, le Vostre pensioni per elargire benessere ed abbondanza ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni confluiti a Vostro carico. Che si godranno il beneficio senza aver versato un centesimo bucato: tanto il conto lo pagherete Voi, se riuscirete a sopravvivere, ovviamente.

«Pubblico é Bello»!

Lascio i Signori Lettori alla lettura di questi due bei pezzi, che sintetizzano in modo molto chiaro quanto stia succedendo.

p.s. Ma dove é mai finito quel mare di denaro?

 

*Link all’originale: http://www.rischiocalcolato.it/2013/05/pescato-con-le-mani-nel-sacco-il-piu-grande-evasore-della-storia-lo-stato-italiano.html

 

 

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Showing 2 comments
  • jimmy

    Caro Giuseppe, non conosco la tua età, ma la tua domanda suscita tanta tenerezza.
    Non sono un esperto di contabilità nazionale, ma ti propongo questa risposta.
    Lo stato italiano (nei suoi innumerevoli tentacoli) possiede un patrimonio di circa ed oltre 4.000 miliardi di euro (quattromila miliardi di euro, il doppio del debito pubblico), tutto considerato compresi il quirinale, il colosseo, pompei e gli uffizi.
    Un qualunque stato moderno farebbe fruttare (non svendere, ma fruttare) questo patrimonio ad un normale tasso annuo del 5%, ricavandone pertanto 200 miliardi di euro, più che bastevoli per ripagare in tot anni sia il debito pubblico che il debito pensionistico.
    Le rimanenti prestazioni dello stato moderno alla collettività (istruzione, salute, giustizia, ordine pubblico, difesa, etc) costerebbero non più di 150-200 miliardi, più che sostenibili tramite una tassazione equa ed intelligente (ZERO tasse alle persone fisiche, 10-15% sugli utili alle persone giuridiche, iva ai minimi europei).
    Come vedi, esistono le possibilità concrete e persino banali per far vivere bene gli italiani, e senza spiumarli vivi come avviene adesso e sempre di più in futuro (vedi la tua domanda sull’ Inps).
    Ma innanzitutto gli italiani sono soggetti ad una subdola e spietata dittatura elitaria composta da 2-300 mila démoni (politici, banchieri, statalisti, pseudo-industriali, bancarottieri, sindacalisti, giornalisti, statali ad ogni livello), che quei 200 miliardi annui se li pappa tutti lei.
    Ed in secondo luogo gli italiani sono anche parecchio pecoroni.
    Quando vuoi ne parliamo, con te o con chiunque altro.
    P.S.: come puoi facilmente verificare, nemmeno la forza politica ultima nata (i grillini autoproclamatisi nuovi e diversi) fa proposte del tipo di quelle scritte sopra, e ciononostante ha preso il 25% dei voti.
    Col che ti ho logicamente dimostrato le mie due conclusioni, che ripeto:
    – in italia c’è una elite proteiforme (sempre diversa e sempre uguale a se stessa) che affama gli italiani;
    – gli italiani sono delle bestie (scegli tu specie e genere).
    Grazie per l’attenzione e cordialità

  • giuseppe

    Con questo mezzo d’informazione, si leggono tantissimi messaggi che fanno accapponare la pelle, come il fatto che l’INPS tra non molto sarà accorto di liquido per pagare le pensioni, con il pericolo se và bene di decurtarle drasticamente. Io dico: se dovesse accadere questo, perchè lo stato in cambio non dà dei beni? quali terreni-immobili oppure CCT -BUONI DEL TESORO e così via ? vorrei una risposta. Grazie

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