“Il nostro atteggiamento è quello di prendere tutte le misure immaginabili per raggiungere l’obiettivo del 2% sulla stabilità dei prezzi in due anni”. (H. Kuroda)
Haruhiko Kuroda, neo presidente della Bank of Japan, ha voluto mettere in chiaro che la creazione di yen andrà avanti a un ritmo crescente, per raddoppiare la base monetaria entro due anni e riportare la crescita dell’indice dei prezzi al consumo almeno al 2 per cento.
Suppongo che Kuroda abbia pensato di non voler essere da meno del più noto collega statunitense, Ben Bernanke, che, però, si è portato già parecchio avanti con i “compiti a casa”. Suppongo anche che, da buon banchiere centrale “indipendente”, Kuroda abbia voluto compiacere chi lo ha nominato alla guida della BoJ, ossia il governo. Il fatto è che ciò che ha annunciato di voler fare la BoJ sarà quantitativamente simile a quanto sta facendo la Fed, anche se le dimensioni dell’economia giapponese sono circa la metà di quella americana.
Alla notizia la reflazione sul mercato azionario è proseguita (da novembre 2012 il rialzo del Nikkei supera il 45 per cento), all’insegna dell’euforia. In questi momenti quelli che sostengono che tutti i problemi possano essere risolti con politiche fiscali e monetarie espansive guardano dall’alto al basso chi ritiene che si tratti di risultati effimeri e forieri di altri problemi.
Costoro continuano a credere o a voler far credere che la politica del compro oggi e pago più avanti non arrivi mai al capolinea, ossia al punto in cui rimandare il pagamento non è più possibile. Io continuo a credere che il capolinea arriverà, anche se non ho la presunzione di sapere quando arriverà.
Nel frattempo il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è sceso fino allo 0.45 per cento, ai minimi storici (bisogna tornare a giugno 2003 per trovare livelli simili), dato che la BoJ ne comprerà molti più di quanto abbia fatto finora. Basterà poco, insomma, per rendere negativi i tassi reali a lungo termine (anche) in Giappone. Per la felicità dei keynesiani di ogni dove. Che parleranno a sproposito di avidità e spiriti animali irrazionalmente esuberanti quando i nodi arriveranno (torneranno) al pettine.
Apertura borsa a Tokio + 3%, debito pubblico 240%, sovranità monetaria ancor più stretta e salda nelle mani dei giapponesi.
Queste sono le teorie dei fatti e non quelle dei pensatori del giorno dopo!