Il Financial Times ha intinto la penna nell’acido muriatico ed ha scritto un bruciante articolo su Monte Paschi Siena e sulla sua proprietà, la Banca PD.
Non usa mezzi termini o giri di parole, ma se l’on. Bersani leggesse fluentemente l’inglese, si suiciderebbe.
«MPS is controlled by a “foundation”, a body dominated by local power-brokers who expect regular dividends to finance charitable activities.»
«This Byzantine arrangement – mirrored in other Italian banks – forces managers to put the interests of their political patrons ahead of efficiency. Italy’s next government should take steps to remove these links.». Questa disposizione bizantina – replicata in altre banche italiane – obbliga il management a rispettare gli interessi dei loro protettori politici a discapito dell’efficienza. Il prossimo governo dell’Italia dovrebbe adottare iniziative per rimuovere tali connessioni.
“Power-brokers” è uno sputo nell’occhio dei Consigli Comunale e Provinciale che nominano gli amministratori della Fondazione, elevata al rango di cupola mafiosa, tutta tesa a ricevere prebende per i propri scopi “caritativi“. Questo non è spiritello sassone: é acido fosforico irrorato nelle congiuntive. E siamo solo all’inizio.
“Byzantine arrangement” suona per un’istituzione più o meno come il “polnischeHure” tedesco per una ragazza.
Questo “incestuoso connubio” obbliga il management a rispettare gli interessi dei loro “padrini” politici. In poche parole gli inglesi ci dicono ciò che a tutti è noto: sono i politici a parassitare le banche, nominandovi come dirigenti i loro fidi scudieri. Mica devono saper dirigere una banca: devono solo soddisfare tutti i loro appetiti, che sono davvero infiniti, specie quelli dei post-comunisti.
In cauda venenum.
«Monte dei Paschi di Siena, the country’s third-largest lender, has agreed a €3.9bn loan from the state to shore up its weak capital position. The bank’s rescue was first announced last June.»
«As for MPS, Rome’s decision to lend money to the bank was questionable. The Tuscan lender should have raised new capital on the market, which would have cost the foundation its control over the bank. If the new management is unable to repay the loan to the state, Rome should demand equity in return.»
“Le banche sono gestite meglio dal settore privato. Ma quando i contribuenti pagano il conto, è giusto che abbiano voce in capitolo su come stia andando la banca per cui stanno pagando“. Il FT dà quindi già per scontato che i debiti di Banca PD debbano essere ripianati dai contribuenti. Ma, attenzione!
«Italy’s next government should take steps to remove these links».
«La Fondazione Mps non trascurerà la possibilità di procedere alla cessione di un altro pacchetto di partecipazione in Mps con relativa discesa sotto alla soglia del 33,5%».
«Ha semplicemente risposto all’appello di Mediobanca, Intesa e Unicredit che stanno trattando con la Fondazione senese un prestito da 900 milioni per rimborsare le banche estere».
Ma, disse lo sprovvido, Mediobanca, Intesa e Unicredit non sono, diciamo, vicinissime al Governo?
Ma allora, riprese lo sprovvido, il prof. sen. Mario Monti ha salvato oppure acquisito la Banca del PD?
Quindi, l’on. Monti e l’on. Bersani sarebbero mutuamente esclusivi: o l’uno oppure l’altro, ma solo così come sono.
Il primo abbandonato al suo destino dai poteri forti, il secondo a contabilizzare il buco di Banca Pd.
Ma. C’é sempre un ma.
O abbandona Camusso, Vendola e compagnetti vari, oppure a letto senza cena….
Lasciamo che il sacrale rito elettorale arrivi a compimento, senza generare risultato alcuno.
Quindi arriverà il Diluvio Universale su Banca PD.
Gli avvoltoi sono già in posizione, ma non girano su Monte Paschi Siena.
p.s.
Condoglianze estese anche ai detentori di conti correnti in banche governate dai politici.
Se sono pidiessini fanno benissimo a mantenere attivi quei conti.
Che servano a qualcosa anche loro! Se non altro restituendo un po’ del maltolto.
Financial Times. 2013-01-27. A scandal in Siena.
Monte dei Paschi shows Italian banks need to reform.
A banking scandal has blown up in the middle of Italy’s electoral campaign.Monte dei Paschi di Siena, the country’s third-largest lender, has agreed a €3.9bn loan from the state to shore up its weak capital position. The bank’s rescue was first announced last June. But the news that part of this sum will be used to cover potential losses from risky derivatives has sparked public fury and a ferocious blame game among politicians.
The exact history of these derivatives – which could cost the bank up to €700m – is still unclear. From what we know, MPS signed them to cover losses from other deals gone bad. The executives who negotiated them – most of whom have left the bank – are under investigation. They are accused of concealing information from regulators and auditors. This is a criminal offence. If the accusations against the managers stand up, they should be punished.
There are also questions for the regulators. The Bank of Italy knew about two of these derivatives since at least 2010. It should give a full and public account of what actions it took when these suspicious trades emerged.
Nor is Italy’s banking community immune from criticism. MPS was brought to its knees by an overly aggressive managerial strategy, spearheaded by Giuseppe Mussari, then chairman. In 2007, Mr Mussari overpaid for the acquisition of Antonveneta, another Italian lender, leaving MPS vulnerable to the upcoming financial crisis. Astonishingly, when Mr Mussari left the bank in 2012, his peers did not ask him to resign the presidency of the Italian banking association, and they re-elected him.
The scandal reiterates the risks of leaving politicians in charge of banking. MPS is controlled by a “foundation”, a body dominated by local power-brokers who expect regular dividends to finance charitable activities. This Byzantine arrangement – mirrored in other Italian banks – forces managers to put the interests of their political patrons ahead of efficiency. Italy’s next government should take steps to remove these links.
As for MPS, Rome’s decision to lend money to the bank was questionable. The Tuscan lender should have raised new capital on the market, which would have cost the foundation its control over the bank. If the new management is unable to repay the loan to the state, Rome should demand equity in return. Banks are best managed by the private sector. But when taxpayers foot the bill, it is only fair they have a say on how the bank they are paying for is run.
Sole24Ore. 2013-01-28. Scandalo Mps, sui mercati incombe il «rischio Italia».
Attenzione: il rischio Italia potrebbe tornare a infestare i mercati. La bufera politica provocata dal caso Mps riattizza all’estero le paure di un’Italia ingovernabile. Lo fa notare la Reuters in un’analisi pubblicata oggi dall’International Herald Tribune: dopo lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, c’è “rischio politico” per l’Italia, le rivelazioni “puntano i riflettori sui politici italiani”.
“La saga del Monte dei Paschi di Siena” non è solo una faccenda italiana”, avverte l’opinionista Reuters Hugo Dixon. A poche settimane dalle elezioni, Silvio Berlusconi potrebbe uscire come “il principale vincitore” dalla disputa politica scoppiata su Mps, osserva.
Lo scandalo “non basterà a riportare Berlusconi al posto di primo ministro”. Ma “potrebbe impedire a una coalizione Bersani-Monti di guidare il Paese con una solida maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. In tal caso, il rischio politico italiano potrebbe tornare a infestare i mercati”.
La saga “ancora torbida”, aggiunge, ha messo sotto i riflettori anche Mario Draghi, presidente della Bce, poiché era governatore della Banca d’Italia quando Mps si è messa in questi pasticci. Dopo avere ricapitolato le grandi linee della vicenda, cominciata con l’acquisto di Antonveneta a un prezzo “folle”, l’articolo conclude che finché tutti i fatti non saranno venuti fuori, è impossibile sapere per certo se Banca d’Italia, Deutsche Bank e Nomura avrebbero potuto essere più vigorose nel perseguire gli indizi da cui avrebbero potuto capire che le cose non erano a posto o se sono davvero state “raggirate” da Mps.
Il Financial Times in un editoriale intitolato “Uno scandalo a Siena”sottolinea che la vicenda Monte dei Paschi dimostra la necessità di riforma delle banche italiane. Lo scandalo, “scoppiato nel bel mezzo della campagna elettorale”, secondo il Ft conferma quanto sia rischioso lasciare che la politica controlli le banche.
Mps ha accettato un prestito dallo Stato di 3,9 miliardi di euro. Il salvataggio – ricorda l’editoriale – era stato annunciato fin dallo scorso giugno. Ma la notizia secondo cui parte della somma sarà usata per coprire le potenziali perdite dei derivati “ha scatenato pubblico furore e feroci accuse incrociate tra i politici”.
Se le accuse contro i manager sono fondate, “devono essere puniti”. Ma, continua il Ft, ci sono interrogativi anche per le autorità di vigilanza. La Banca d’Italia “deve dare piena spiegazione pubblica delle azioni intraprese quando sono emerse queste transazioni sospette”.
“Neppure la comunità bancaria è immune da critiche”. Mps è stata messa in ginocchio da una strategia manageriale “eccessivamente aggressiva”, guidata da Giampiero Mussari. “Sorprendentemente”, nota il Ft, quando Mussari lasciò la banca nel 2012, i suoi colleghi non gli hanno chiesto di dimettersi dall’Associazione bancaria e anzi lo hanno rieletto.
Sole24Ore. 2013-01-28. La Fondazione Mps: per sopravvivere pronti a scendere sotto il 33,5%.
Per la propria “sopravvivenza” e il suo equilibrio economico e finanziario la Fondazione Mps, non trascurerà la possibilità di procedere alla cessione di un altro pacchetto di partecipazione in Mps con relativa discesa sotto alla soglia del 33,5%. È quanto si legge nella bozza del documento programmatico della Fmps non ancora reso noto.
La Fondazione Mps, si ricorda ancora nel documento programmatico 2012, non ancora reso noto, con l’aumento di capitale da 1 miliardo (con esclusione del diritto di opzione), previsto dalla Banca entro il 2015, diluirà comunque la sua partecipazione nel Monte. L’obiettivo, perciò, si spiega ancora, sarà quello di mantenere comunque il legame con la conferitaria ed il territorio senese e toscano.
Economia Web. 2013-02-14. A Siena si sente profumo d’Intesa.
Quel filo rosso che lega Equinox e Mancuso a Mps passando per il Ca de’ Sass.
A Siena si corre il Palio dei Pupi. Perché il cavaliere bianco del Monte dei Paschi, il fondo Equinox di Salvatore Mancuso parla siciliano. O meglio, siculo-milanese con un retro accento lussemburghese. Spieghiamo perché.
L’ANTICA AMICIZIA CON MICCICHÈ. Nei palazzi degli affari sono sempre stati noti gli ottimi rapporti che legano Mancuso e il responsabile del Corporate di Intesa, Gaetano Micciché. Il 61enne manager siciliano è stato il braccio destro di Corrado Passera nell’operazione Cai/Alitalia.In questa occasione ha rafforzato il legame, già solido da quindici anni, con il conterraneo Mancuso che nel 2007 è diventato presidente del Banco di Sicilia e con il suo fondo lussemburghese si è dato un gran da fare con lo stesso Passera che è riuscito a coinvolgerlo tra i soci della cordata italiana. Non solo.
AL FIANCO DI BAZOLI AL TEMPO DI HOPA. Il numero uno di Equinox può contare anche su rapporti consolidati con la Mittel di Giovanni Bazoli, che di Intesa è presidente del consiglio di Sorveglianza: la holding bresciana e il fondo di Mancuso avevano infatti rilevato Hopa nel 2008, quando la finanziaria versava in cattive acque. Nel 2011 il consiglio di amministrazione di Mittel ha poi varato il riassetto delle partecipazioni con la fusione in Mittel di Tethys, il veicolo creato per acquistare il controllo di Hopa.
CUCCHIANI E I NUOVI INSERIMENTI NEL MANAGEMENT DI INTESA SANPAOLO. C’è infine un altro filo rosso che lega Mps, Equinox e Intesa. In una lunga intervista rilasciata nei giorni scorsi al Corriere della Serada Enrico Cucchiani, il successore di Passera ha prima smentito di voler allargare il suo perimetro all’estero e soprattutto di mettere le mani sul MontePaschi. Ma ha anche speso delle parole per il management di Intesa che secondo Cucchiani è “coeso e di primordine”, ma rispetto al quale non esclude la possibilità di inserire “qualche talento proveniente da culture diverse all’interno della nostra struttura”.
Il passaggio era stato ripreso dal sito di Dagospia per rilanciare voci circolate ai piani alti della banca secondo cui le due poltrone del direttore generale vicario Marco Morelli e Miccichè starebbero «traballando». I nomi di entrambi i manager erano circolati fra quelli dei possibili successori di Passera, poi da Allianz è arrivato Cucchiani. A rafforzare la sensazione che Cucchiani voglia dare un’impronta più personale al management è stato, il 14 febbraio, il nuovo incarico affidato a Carlo Messina, attuale chief financial officer, che diventa il terzo direttore generale con delega sulla finanza a diretto riporto del consigliere delegato.
A SIENA SI PARLA DI RITORNO A CASA PER MORELLI. Ecco perché a Siena, dopo la notizia del possibile ingresso di Equinox e di Mancuso in Fondazione, qualcuno è arrivato a ipotizzare un possibile ritorno a casa di Morelli (ex Mps) magari accompagnato da Miccichè. Mentre lo stesso sitoMilanofinanza.it in serata ha lanciato l’ipotesi di Mancuso in corsa verso la presidenza.
Resta comunque da capire l’esito finale dell’operazione: Equinox sta facendo da ponte a una fusione fra Intesa e il Montepaschi, più volte smentita dai vertici della banca milanese? O ha semplicemente risposto all’appello di Mediobanca, Intesa e Unicredit che stanno trattando con la Fondazione senese un prestito da 900 milioni per rimborsare le banche estere?
Un cordone sanitario troppo oneroso per il tris di istituti già impegnati su altri fronti di sistema. Meglio, quindi chiamare a raccolta gli amici più “liquidi”.
*Link all’originale: http://www.rischiocalcolato.it/2013/01/in-arrivo-il-diluvio-universale-su-banca-pd-condoglianze-del-ft-e-bacini-in-bocca-di-intesa-san-paolo-ed-unicredit.html
Io non sono uno specialista in banche e finanza.
Però sentir dire a questo grilli che mps è solida, e che non c’è alcun salvataggio in vista mi allarma.
Fossi nei correntisti io preleverei tutto,venderei titoli e tutto.
E abbandonerei mps al suo destino.
Vuol dire che Bersani sbranerà anche gli inglesi. Peccato che hanno la pelle parecchio dura e da Napoleone a Hitler, chiunque abbia tentato di azzannarli si è rotto i denti. Sta a vedere che ci tocca fare il tifo per la perfida Albione!