BREVE CRONACA DELLA PRIMA ASSEMBLEA DI “FORZA EVASORI”
0.40 inizia l’assemblea, presenti circa una trentina di persone
10.42 prende la parola Giorgio Fidenato
10.45 l’intervento di Fidenato inizia con autocritica e preoccupazione, dispiaciuto per la scarsa partecipazione anche al Movimento Libertario, con la fuga di molti partecipanti verso Fermare il Declino
10.52 “se qualcuno non ci mette anima e corpo, non è disposto a seguire, a viaggiare e anche a mettere i soldi in quello in cui crede, non ci interessa. Chi vuole trova il tempo.”
10.57 ” mettendo tutto il mio impegno, rischiando tutto, rompendo le scatole nelle sedi europee ho vinto nella vicenda OGM. Tuttavia c’è ancora gente che ha paura ad agire su questo fronte. La situazione sociale è preoccupante!”
11.01 “è inutile stare dietro alle tastiere a scrivere, il potere ormai se ne fotte! Oggi siamo davanti ad un bivio, vogliamo unirci ed agire, lavorare, rischiare, per cambiare le cose? Altrimenti è meglio rimanere dietro alle tastiere”.
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Jimmy, è vero. Ammetto di essere alquanto pessimista sugli esiti di un’avventura politica, soprattutto se i compagni di viaggio non hanno propriamente i nostri stessi obiettivi. Il rischio di naufragio alla prima approvazione di spesa pubblica aggiuntiva, di leggi più restrittive o di una nuova tassa sarebbe enorme…
Il mio pessimismo attuale, infatti, è figlio di vent’anni di tentativi andati malissimo, da Forza Italia ai Riformatori Liberali, dal PLI al PDL. Tutti miseramente falliti per l’intrinseca assenza di una visione similare dei risultati da raggiungere e per il proverbiale “tengo famiglia” con cui anche i più accesi sostenitori della necessità di ridurre al minimo l’ingerenza statale sulle nostre vite hanno poi accettato incarichi, prebende, posti pubblici, o, nella migliore delle ipotesi, sono stati ridotti a più miti consigli sotto la velata minaccia di perdere lavoro o privilegi acquisiti.
Nel mio piccolo – e non lo scrivo per vantarmi, quanto per far capire a chi legge che è possibile fare scelte del genere – ho rinunciato ad un posto pubblico pagato profumatamente, mandando a quel paese i capetti locali del PDL, rimettendo il piccolo mandato politico che ricoprivo in seno al Consiglio comunale del mio borgo natio, votando (da solo) contro tutti gli aumenti di tasse e spese pubbliche in quell’assemblea.
Ho scelto di vivere in maniera coerente con le mie idee, essendomi reso conto che stavo predicando in un modo e razzolando in un altro.
E francamente, sono molto più felice di me stesso oggi che non uno o due anni fa.
Perciò, quando sento i liberali italici alla page parlare di “libertà economica”, Stato ipertrofico e riduzione di spesa pubblica, e poi scopro che questi stessi liberali italici alla page vivono di spesa pubblica o comunque temono per se stessi ciò che prescrivono per gli altri, permettetemi… mi girano di grosso.
Giannino, per i miei gusti, è stato troppo titubante, ha cercato alleati come Monti e Montezemolo, e alla fine ha partorito un topolino che è senza dubbio il “meno peggio” del bigoncio, ma è pur sempre un abortino…
Temo inoltre che anche lui tenga famiglia, come ha più volte sottolineato in varie interviste…
Per questo motivo, e per la convinzione personale sempre più forte che la politica democratica sia il male e non la cura, credo che non andrò a votare.
A meno che Giannino non dimostri che ho sbagliato giudizio, naturalmente.
Sarei felice d ricredermi.
Caro Antonino Trunfio, piacere di riscambiare i saluti.
Visto che apprezzi il mio pragmatismo, quanto io apprezzo la tua energia, porgo anche a te l’invito che oggi ho postato a Gio Torzini che su Adelfo (Style Italiano…) tesseva le lodi di Giannino.
“Egregio Torzini, approvo in toto la Sua visione.
La inviterei, giacché possiede un’autorevolezza certamente superiore alla mia, a rendersi interprete di un appello, affinché la triade libertaria (ML-Facco, Usemlab-Carbone, RC-Rebuffo, e magari anche la rete di 105 blog che hanno sostenuto ContanteLibero), si schierino ed invitino a votare compatti per Fare-Giannino.
Purtroppo, sull’argomento li vedo un pò freddini, e credo sia un grave errore, non foss’altro perché assomiglia tanto alle occhiate in cagnesco che si lanciano da un secolo comunisti e socialisti.
Forse che noi libertari e riformisti vogliamo assomigliare a comunisti e socialisti?
Non credo proprio.”
Caro Antonino Trunfio, approvi l’idea di sostenere almeno Giannino ovvero sei freddino anche tu sull’argomento?
Saluti e cordialità
grazie Jimmi del tuo sano pragmatismo, di cui più volte ti ho datto atto e riconoscenza
Mi associo all’analisi di Rorschach, mentre invece contesto a Nicola di essere troppo pessimista.
Caro Nicola, ma chi lo dice che sia impossibile una unione di liberisti e di riformisti? E’ vero, credono in principi completamente diversi (stato-miniarchici i primi, stato-efficientisti i secondi), ma per la situazione italiana attuale propongono azioni praticamente identiche.
Se non ci credi, fai un semplice confronto fra i 10 punti di Fare-Giannino ed i 5 punti di RC-FunnyKing-Imperatrice e vedrai che i programmi sono praticamente identici a parte le differenze quantitative (senza offesa di plagio per nessuno).
E non mi sembra che la fusione/condivisione dei due programmi richieda i compromessi enormi che paventi tu, né che si propongano le riformette che immagini tu.
Comprendo e condivido il tuo scorato pessimismo: abbiamo assistito allo spettacolo indecente offerto dalle coalizioni politiche italiane degli ultimi 60 anni: centrosinistra, centrodestra, unità nazionale, monocolore, teoria dei due forni, unità delle sinistre, pentapartito, quadripartito, individui ripugnanti e cose talmente luride che nemmeno Dante Alighieri riuscì ad immaginarne di simili.
Tuttavia, nei confronti dei liberisti e dei riformisti puoi nutrire (un pò più di) fiducia: tanto per fare giusto qualche nome, Facco, Carbone, Rebuffo, lo stesso Giannino, possono camminare per strada a testa alta, nessuno di loro incarna la figura losca del politico che stringe alleanze già pronto a tradirle per schifoso calcolo elettorale.
Invece, caro Nicola, ti riconosco di aver intuito un punto (a mio avviso) fondamentale: “…sempre che il compromesso con chi sposa riforme pseudo-liberali porti ad avere una maggioranza (cosa altrettanto difficile).”
Purtroppo un'(eventuale) alleanza fra liberisti (ad esempio ML, RC, Usemlab) e riformisti (FARE) non dà alcuna garanzia di governo: Giannino chissà se entrerà nel 4%, noi non abbiamo nemmeno una lista.
Sta qui il vero problema: a mio avviso la proposta libero-riformista (seppure esistesse) deve essere veicolata al grande pubblico (quello delle maggioranze parlamentari, per intenderci) da un interprete (il testimonial, dicono i sociologi): una persona di grido, di successo, di cui tutti si fidino per il suo straordinario passato o presente: quello che fu Berlusconi nel ’94 per Forza Italia.
Facco, Rebuffo, Carbone, lo stesso Giannino che pure è piuttosto noto, non vanno bene: avranno pure idee vincenti, ma non li conosce nessuno, hanno vite normalissime, nessun elettore sarebbe indotto a riconoscersi in uno di loro.
Chi andrebbe bene per vincere il cuore degli elettori italiani, secondo la mia modestissima opinione? Volti noti ed ammirati, ricchi e vincenti, esempi viventi del successo della umanità italiana quando può esprimersi svincolata da ogni sovrastruttura statale, ad esempio:
– Leonardo Del Vecchio, orfanello di Barletta che si è fatto il re mondiale del visual-look con la sua Luxottica; produce in italia, vende in tutto il mondo ma pone la sua holding in Lussemburgo, ed infatti ha anche problemi col fisco italiano; è liberista almeno quanto tutti noi messi insieme, se non di più;
– Matteo Marzotto, idem come sopra ma nella moda e non è orfanello; è nato straricco, ma non si fa odiare; il fisco gli ha sequestrato il castello a Cortina; anche lui è liberista, infatti è filantropo;
– Ferrero della Nutella, uno dei giovani; sembra che mettano da parte la proverbiale ritrosia, e che a primavera si comprino il Milan; che preparino un’entrata in grande stile? Producono e vendono in tutto il mondo, la loro azienda è prima (mondiale) per fiducia dei consumatori; non so se siano liberisti, certamente farebbero una riforma epocale del fisco in senso liberista;
– Flavio Briatore, è inutile descriverlo, è di un liberismo persino stucchevole, una sera da Lerner si è mangiato mezzo PD, femmine comprese;
– Zamparini del Palermo Calcio, che mi fu segnalato da Antonino Trunfio, io non lo conosco, ma sembra che sia anch’egli un liberista da barricate.
Sono solo degli esempi, altre figure omologhe possono andare altrettanto bene, se non di più. Uno qualsiasi dei predetti potrebbe raccogliere la fiaccola liberista-riformista, ottenere facilmente i 12 milioni di voti delle partite iva italiane, e governare una nuova stagione, finalmente umana.
Scusate se mi sono dilungato, grazie per l’attenzione
I commenti di Rorschach e del sig.DePaoli mi danno la conferma del fatto che le strade percorribili rimangano le due a cui mi riferivo in precedenza, ovvero:
a) provare a cambiare il sistema attraverso le regole del sistema stesso, ben sapendo che sono necessari compromessi enormi e che il risultato più probabile sarà l’assoluta inesistenza di qualsivoglia rivoluzione libertaria. Bene che vada, si ottiene una riformetta su qualche piccolo aspetto marginale, sempre che il compromesso con chi sposa riforme pseudo-liberali porti ad avere una maggioranza (cosa altrettanto difficile);
b) uscire dal sistema, non finanziandolo. Ma qui, come dice giustamente Rorschach, la reazione del sistema sarebbe violenta. Lo statalismo non accetta concorrenza su quello che crede essere il “suo” territorio. Ergo, sig. DePaoli, non siamo certo noi che non rispettiamo le idee altrui se auspichiamo di poter vivere liberi. Sarebbe lo Stato a non accettare un sistema plurale sullo stesso territorio. So perfettamente che sarebbe fattibilissimo e che, anzi, sarebbe la soluzione migliore per tutti. Ma come prenderci la libertà di fare questo nel territorio che oggi è dello Stato?
Da qui nasceva la mia amara constatazione che con tutta probabilità l’unica via d’uscita è la fuga, alla Atlas Shrugged. Sempre che poi non si finisca dalla padella dello Stato italiano alla brace di qualche altro monopolio territoriale, naturalmente.
Parte del problema sta nel definire che cosa “realismo” significhi. Se si intende realismo come plausibilitá dei principi teorici, allora un approccio perfettamente anarcocapitalista é realista, per il fatto che é perfettamente possibile immaginare un mondo anarcocapitalista senza dover introdurre rivoluzioni cognitive o antropologiche come nel marxismo. Se invece per realismo si intende la “probabilitá” che tali principi hanno di avere successo, qualora applicati a questa realtá, allora stiamo completamente su un altro livello. Cioé, io credo che il libertarismo sia perfettamente plausibile, ma credo che sia estremamente contrario all´intuizione morale dell´uomo medio italiano. Se dunque esiste un dato di questo tipo, continuare a fare programmi politici sulla base dei libri di Rothbard a molta gente puó sembrare inutile. Posto cioé che di semi sul cemento si tratta, o uno cambia i semi, o uno cambia il cemento. Quindi ci sta perfettamente che una persona di principi libertari vada ad appoggiare una proposta Welfare-to-Work alla Giannino, piuttosto che l´abolizione del Welfare statale e la sua totale privatizzazione. Anche perché di fronte al modello attuale anche una riforma moderata sembra realmente la piú radicale. Poi si puó fare come dice Nicola, cioé essere realisti sul fatto che tanto siamo troppo diversi e non ci accontentiamo del compromesso. Peró poi non ci si puó lamentare se il tutto diventa autoreferenziale. Oppure si puó prendere e provare a dissociarsi dal sistema, come dice De Paoli, consci tuttavia del fatto che il sistema NON si dissocierá da noi.
Rorschach,
“…consci che il sistema non si dissocerà da noi”
Piuttosto direi che inizialmente sarà riluttante a farci dissociare per via dell’innato egoismo, malafede e prepotenza del sistema. Noi dalla nostra abbiamo il principio indiscutibile della libertà di scelta, e si tratterebbe di una scelta coerente giusta ed equa.
Cominciamo con il rivendicare il poter scegliere la nostra moneta. Il resto verrà da sé perché il sistema sta crollando e chi vorrà salvarsi si “assocerà” con noi.
Di sicuro, se uno non ci prova sarà ben difficile che il sistema venga a dirci “volete dissociarvi? ….prego, andate pure”.
Non dico che sarà una scampagnata, ma la rassegnazione vanificherebbe il lavoro intrapreso con sacrificio e convinzione da Facco, Fidenato, e tutti gli altri che spendono soldi e tempo per un senso di giustizia.
Comunque vadano le cose, io sarò sempre grato a queste persone, e quando potrò appoggiare il movimento anche economicamente, lo farò di sicuro.
Siamo in un periodo storico favorevole perché il sistema statale e monetario sono alla frutta e non capisco come non si possa essere ottimisti riguardo ad un’inversione di rotta.
Anzi lo posso capire, per il fatto che molta gente non ha ancora capito cosa sta succedendo, ma dovrà capirlo per forza.
Un saluto .
Lo stato ci sfruttta fino all,ultima goccia di sangue,ma quando non hai più niente,ti abbandona,e come accade tutti i giorni,ti fa morire di fame,o di freddo.E allora perchè non fare al contrario ???….
Concordo sul fatto che senza realismo non si va da nessuna parte.
E proprio per questo dico che non si può essere realisti se si abiurano i principi con l’obiettivo di aggregare.
Ma aggregare chi? Ve lo siete mai chiesti? E’ davvero possibile mettere insieme chi, come noi, crede che lo Stato non debba esistere (o comunque debba essere piccolissimo e in concorrenza con altre istituzioni volontarie, ovvero, di fatto, non esistere così come lo conosciamo…), con coloro che credono sia possibile riformarlo, ridurlo giusto un pochino, il tanto necessario a respirare?
Temo che si tratti di un tentativo assolutamente velleitario, e perciò non realistico.
Chi ha avuto un minimo di esperienza politica in passato sa benissimo che tutte le operazioni fusionistiche “ideali” sono fallite, per il semplice fatto che alla fine le divergenze di visione delle cose vengono a galla.
Guardate PD e PDL. Tralasciando le schifezze partitocratiche e la corsa al potere propria dei partiti politici statalisti, questi agglomerati sono implosi per le proprie contraddizioni. Si sono uniti “contro” qualcosa o qualcuno, e fin lì ha funzionato.
Ma al momento di decidere la linea, sono stati, sono e saranno dolori. Prevarrà sempre quella del “realismo”, che altro non è poi che la logica del “meno peggio” e dello status quo.
Sono stato anche troppo lungo, perdonatemi.
Ma ho già provato mille volte a mettere insieme ciò che sembrava “vicino” per fare numeri. Tentativi fallimentari, per ovvie ragioni.
A dirla tutta, credo che nemmeno un movimento politico libertario puro possa fare qualcosa, qui, in Italia.
Temo che l’unica soluzione sia qualcosa di molto vicino all’epilogo di Atlas Shrugged… purchè si trovi un lembo di terra in cui farlo…
Nicola, ma chi lo dice che dobbiamo essere tutti d’accordo, che dobbiamo sposare tutti lo stesso sistema?
Io voglio solo poter scegliere all’interno di uno stesso lembo di terra il sistema che mi piace.
Non mi piace l’impostazione socialista e statale? Bene! Coerentemente, rinuncio ai presunti “vantaggi” e “servizi” dello stato, ed in parallelo non gli dò una lira, se non per mantenere lo stato minimo.
Mi sembra una cosa realistica e fattibile. Non si ha certo la pretesa di convincere l’umanità della bontà del pensiero, anche solo per rispetto del pensiero altrui.
Quindi se io rispetto il pensiero altrui, gli altri devono rispettare il mio.
Io non impongo niente agli altri e gli altri non si possono permettere di imporre niente a me. Le sembra una cosa così strana? Ideologica? Chi potrebbe mettere in discussione questo principio? Solo chi è in malafede e gode di quest’attuale impostazione.
Allora cosa si potrebbe aggiungere? Un’azione di forza? Facciamolo! Se non viene accolta questa proposta, sospendiamo i pagamenti per quei servizi che NON vogliamo.
Ma non facciamolo nascondendoci, facciamolo a testa alta e motivandone la ragione.
Io credo che per il momento sia l’unica via pacifica percorribile, io non voglio attaccare, ma certo è, che se dovessi venire attaccato da chi vuole impormi il suo sistema, mi difenderei anche in modo violento.
La via possibile è l’esistenza di due sistemi paralleli e per forza anche di due monete parallele.
La prima cosa da pretendere è la libertà di poter utilizzare una nostra moneta che segue regole da noi condivise.
Ottenuto questo il resto sarà tutta discesa.
La moneta è la chiave di tutto, una moneta reale racchiude tutti i principi e le ideologie che ci interessano, e mina profondamente il sistema socialista.
Il tempo e i fatti cambieranno le cose e la mentalità. Sarà inevitabile.
Un saluto .
Trovo che i commenti di Rorschach siano sempre stimolanti, quindi al tempo stesso piacevoli ma impegnativi.
Il suo commento in questa pagina è particolarmente obiettivo, a mio parere, e merita di essere valutato con attenzione perché suggerisce un tema di lavoro per il futuro: liberalismo puro e duro per i pochi che lo venerano, ovvero un’agenda (almeno un pò) liberale per un popolo allo sbando?
A mio modesto avviso, questo è IL tema su cui dobbiamo lavorare.
Per quanto mi riguarda (nonostante che io sia un liberalista da sangue sull’asfalto e burocrati a testa in giù), propendo per la seconda opzione, l’unica realistica.
Il nome Forza Evasori è già il passato. Lo ha detto Leo Facco che ne è stato l’ideatore insieme a qualche altro, a Bologna sabato mattina.
Per parte mia ho detto a Bologna che anche il vocabolo “partito” deve essere cancellato, ammesso che vi abbia mai preso posto, dal dizionario di un libertario. Il partito, invenzione di oltre 100 anni fa, che corrisponde oggi a voler curar una polmonite con la pennicellina e non con gli antibiotici (qualche medico mi corregga se ho proninciato un eresia farmacologica). Il partito è come un virus letale, si insinua, si installa, e genera la paralisi e la morte. Chi vuole continuare, faccia pure.
Mi è dispiaciuto non poter esserci,visto che abito a Bologna.
Nonostante l’avessi programmato da mesi.
Il virus mi ha demolito.
Naturalmente sono pronto ad iscrivermi e a contribuire,per quanto posso, alla vita della formazione.
Mi sono prenotato per il 10 Febbraio per contantelibero.
Ho letto,essendo stato obbligato a star chiuso in casa, il libro “oltre la democrazia” di Usemlab.
Mi è piaciuto.
Ne acquisto altre 10 copie da regalare ad amici potenzialmente sensibili alla faccenda.
Fidenato ha ragione, io non potendo fare altro che cercare di divulgare il pensiero e le logiche libertarie, devo dire che mi dispiaccio di non poter sostenere il Movimento con qualcosa di tangibile.
Onestamente però mi sarei aspettato una “migrazione” al contrario, cioè dal Fid al movimento. Sicuramente ha inciso l’esclusione del simbolo.
A questo punto però tanto vale non votare, ma questo è un discorso marginale rispetto all’importanza di far conoscere il Movimento Libertario.
Di sicuro entro i prossimi due anni vedremo qualcosa di veramente brutto a livello economico sia nazionale che mondiale, e il Movimento Libertario diventerà improvvisamente l’unico riferimento credibile nel panorama sociale. Quando la gente con un po’ di cognizione non saprà più dove sbattere la testa ed avrà finalmente acquisito il coraggio necessario, guarderà nell’unica direzione logica possibile, cioè l’approccio libertario ed austriaco.
Comunque sia, qualche timido segnale di cambiamento si incomincia a vedere. Questo è bene. Molta gente onesta e coerente che ragiona con la propria testa, comincia a mettere in discussione il finto liberismo mainstream alla Berlusconi, lo farà di conseguenza anche con il finto liberismo alla Giannino.
È solo questione di tempo.
Un saluto .
Secondo me il problema della scarsa partecipazione al ML non é dovuto a quello che dice Fidenato, cioé l´assenza di coraggio e attivismo da parte dei simpatizzanti. D´altronde, se esiste una fuga verso Fermare il Declino, come scritto nel post, vuol dire che in pratica qualcuno sta spostando attivamente l´attenzione altrove. Perché? Secondo me, la spiegazione é che molta gente preferisce agende realiste a discussioni teoriche. Preferisce cioé piattaforme imperfette, con obiettivi fattibili anche se non romboanti, con visibilitá mediatica accettabile e la speranza di raggiungere il fatidico 4% e avere esponenti in parlamento. Certo, dissociarsi dai principi in nome della realpolitik é discutibile. Tuttavia, in un Paese in cui il libertarismo é semplicemente inesistente e la ricchezza é percepita come un´ingiustizia, ci puó stare che una agenda liberista che abbia visibilitá mediatica venga sostenuta, indipendentemente dalla purezza degli obiettivi e dei metodi.
…. e pensare che speravo di conoscerti a Bologna !!
Secondo me il nome non va bene. O meglio: se vuol essere una provocazione per avere i titoli sui giornali può andare benissimo, ma se si vuole attirare più gente oltre a quelli che già conoscono le istanze libertarie non ci siamo. E’ tutto in funzione degli obiettivi. Per esperienza personale quando si pronuncia il nome “forza evasori” anche se fino a un secondo prima l’interlocutore condivide quanto gli si sta dicendo, tutti fanno un sorrisino e chiudono il cervello. Quindi se l’obiettivo era coinvolgere più gente, per la mia esperienza, questo obiettivo è stato mancato.
Per farsi conoscere la comunicazione è forse più importante del contenuto e il primo impatto è ancora più importante. Il nome “evasori” ha per il 99,9% delle persone un significato negativo come mafia o ladro o come il partito di Cicciolina. A dimostrazione che la comunicazione conta, basti guardare alla lega, a Grillo e allo stesso Berlusca (che quanto a comunicazione è 10 spanne sopra gli altri) per capire che spazi per nuove idee ci possono essere, bisogna saperle comunicare. Quando questi movimenti sono nati non hanno certo beneficiato (a parte il berlusca che aveva le sue tv) del favore dei media, che anzi li hanno fatti passare per razzisti, egoisti, qualunquisti, traditori della patria e chi più ne ha più ne metta. Questo non ha però impedito la loro crescita. Il cervello umano ha tutto un suo modo di funzionare e il metodo con cui si comunica fa la differenza.
Il concetto Roma ladrona era forte e chiaro a tutti : a Roma rubano teniamoci i nostri soldi. Forza evasori non ha questa forza, anzi il primo impatto è pensare “questi vogliono difendere quelli che vanno in giro col suv e poi si fanno dare il sussidio dal comune per iscrivere i figli all’asilo nido”.
Quando internet è nato e veniva usato da pochi esperti usare nicks era normalissimo.
Poi sono arrivati Zuckenberg e Google che hanno convinto i polli che è necessario mettere nome e cognome ovunque per poter effettuare una schedatura di massa.
Ormai non puoi più usare internet senza che arrivi il manipolato che ti critica se non metti nome e cognome.
Un po’ come si è fatto con il neolinguale “se non hai niente da nascondere…”
Spiacente! Sto con voi, ma continuerò a firmarmi con nicks sui blogs, a tenere tende sulle finestre, a farmi mandare l’estratto conto in busta chiusa e ad esercitare il voto segreto. La firma la lascio per cose ufficiali (ad es. quando raccoglierete firme per presentare il partito)
libero di rimanere nell’anonimato. Liberi altri di chiedere a te una firma per un partito o per un obolo alla caritas.
Devi essere un poliziotto infiltrato nel sito,cosa ti serve il mio nome e cognome ?? vuoi cercarmi moglie ??Allora perchè non mi dai il numero del cellulare di tua figlia ??!! Hhahaha
Verifica cosa si fa con i pirla come te dalle mie parti. Ti mando il numero di Giovanni Brusca, prova a chiamarlo, gradasso da strapazzo.
Tu sei con noi o contro di noi ? Caro iano o come diavolo ti chiami, visto che in questo paese la gente non è solo rassegnata, ma si caga sotto solo per mettere nome e cognome.
esatto caro Antonino!
Equitalia,conosce bene il mio nome e cognome,e continua a regalarmi cartelle !! ne ho già collezionato 25,con cifre abbastanza alte,Inoltre non ho mai pagato bolli auto in vita mia,perchè non è giusto pagare una tasse su un oggetto che tengo fermo in garage.Se sono uno di voi?? beh!!si vede che non hai mai letto i miei commenti,”sarai un pò distratto”…Odio il sistema (Stato) da quando avevo 18 anni,e da allora ne sono passati 30 !!!!
beh se allora fai collezione di cartelle, e non me ne compiaccio di certo, ti conoscono già. Metti nome e cognome e amen. E dimostra chi sei. Di peggio cosa potrebbero farti ? inventarsi una cartella esattoriale per non aver dichiarato tra i beni mobili della tua p.iva la tastiera e il pc ?
E non sono affatto distratto. Fidati che neanche immagini.
Io l,ho sempre detto questo popolo sono solo un branco di pecore,e conigli,tutti i vostri sforzi sono inutili perchè la gente ha paura.Prevale la rassegnazione,state lottando contro mulini a vento…….
concordo