La lista “Forza Evasori – Stato Ladro” promossa da Leonardo Facco e dal Movimento Libertario non sarà sulle liste elettorali.
Perché? Non per la difficoltà a raccogliere le firme, che pure ci sarebbe stata, e nemmeno per l’avversione di molti libertari al’idea stessa di presentarsi alle competizioni elettorali. Non ci sarà per una decisione del Ministero, che ha ravvisato che i termini contenuti nel simbolo potrebbero integrare vilipendio dello Stato e istigazione a delinquere.
Non c’è da sorprendersi. La struttura dello Stato moderno, in Italia come altrove, è intimamente autoritaria poiché poggia su quella nozione di sovranità che non soltanto ha esiti illiberali, ma – come mostra questo episodio – comporta logiche antidemocratiche.
L’episodio mostra che cittadini che vogliono portare in Parlamento deputati schierati a difesa della proprietà e contro ogni forma di esproprio legale, e che vogliono farlo dicendo ad alta voce quanto pensano, non possono partecipare alla competizione elettorale. Qualcuno ha negato loro l’effettivo esercizio del diritto di voto passivo: il diritto di essere votati.
Lo Stato è sovrano (sta in alto) e noi siamo sudditi (e cioè stiamo in basso).
In realtà la situazione è perfino peggiore, dato che noi ormai siamo “cittadini” – nell’accezione di Jean-Jacques Rousseau – e quindi siamo costretti a riconoscerci come parte integrante della sovranità popolare, anche se ci rifiutiamo di avere a che fare con essa.
In sostanza, quello che emerge con chiarezza è che lo Stato è intimamente anti-giuridico, dato che non accetta e non può accettare di porre gli uomini e le istituzioni su un piano di eguaglianza. Alcuni dispongono della vita di taluni altri: funzionari del ministero, deputati di questo o quel partito cooptati da piccole consorterie, magistrati divenuti tali grazie a un concorso, burocrati di enti parastatali, ecc.
Siamo messi male.
TRATTO DA: http://blog.ilgiornale.it/lottieri/
Secondo me il nome “movimento libertario” avrebbe riscosso molta più attenzione e curiosità tra la gente. Scrivere “forza evasori” su un simbolo porta a pensare magari a una lista provocatoria o fatta da un movimento politico senza solide basi. Bisogna anche saper attirare l’attenzione, altrimenti gli unici a votarvi sarebbero stati soltanto i lettori di questo sito. La strada per una diffusione delle idee libertarie passa anche per una buona campagna pubblicitaria e iniziare subito col dire che evadere è giusto può far scappare brave persone che, non avendo ancora letto la teoria che c’è dietro, la prendono come una sciocchezza.
Questo non significa piegarsi allo Stato cattivo, significa soltanto convincere la gente a venire ad ascoltare “l’altra campana”.
alessandro che ti devo dire..mises ha scritto un sacco di belle cose e il suo maestro carl menger ne ha ispirate assai di più con la sua disamina sulle scienze sociali (morali), ma tant’è, il popolo non legge non studia e ha bisogno di concetti semplici come “lo stato siamo noi” e il “popolo sovrano, come dargli torto?
ma il torto cel’ha, nella misura in cui i singoli che lo compongono continuano a farsi dare da mangiare dal loro carceriere dentro una cella, supponendo per questo che costui li stia realmente sfamando.
Comunque è stato pur sempre una atto di coraggio,un pò come cercare di togliere la carne dalla bocca di un Pittbul !! bravi andate avanti così !!!
@ gastone Von Mises ha scritto – e condivido: “Il peggior nemico del pensare chiaramente è la propensione ad ipostatizzare cioè ad attribuire sostanza o esistenza reale a costrutti mentali o concetti. Nelle scienze dell’azione umana l’esempio più cospicuo di questo errore è il modo in cui il termine società è utilizzato da varie scuole di pseudo scienza. Non c’è danno ad utilizzare il termine per indicare la cooperazione di individui uniti in imprese per conseguire determinati scopi. E’ un aspetto definito delle azioni di vari individui ciò che costituisce la società o la “great society”. Ma la società stessa non è né sostanza né potere né un’entità che agisce. Solo gli individui agiscono. Alcune delle azioni degli individui sono dirette dall’intenzione di cooperare con altri. La cooperazione tra individui determina uno stato delle cose descritto dal concetto di società. La società non esiste al di fuori dei pensieri e delle azioni delle persone. Non ha “interessi” e non persegue alcun fine.”
purtroppo si ripropone incessantemente la rappresentazione di concetti astratti come entità agenti. l’uso spregiudicato dell’antropomorfismo da parte di una cricca di criminali che intendono “animare” lo stato conferendogli una presunta sovranità, non fà che produrre genuflessioni istituzionali e timorose di una altrettanto astratta entità individuata e animata con il concetto di popolo.
forse sarà ora di cominciare a fare una santa crociata contro i criminali che attentano all’unica sovranità esistente, che è quella individuale, che mai si è sognata di dare via i propri diritti naturali, e che anche avesse voluto conferire al “popolo sovrano” diritti di esproprio, di vita e di morte, di coercizione non avrebbe potuto conferirglieli per il semplice motivo che non ne era provvisto.
naturalmente nel novero dei criminali al dilà delle funzioni organizzative espresse dal governo che amministra lo stato per ordine e conto del popolo sovrano vanno iscritti tutti quei parassiti che allo stato domandano in cambio delle loro “tasse fittizie”, e senza escludere quella pletora di “acount” virtuali, parassiti che riproducono se stessi per migliaia di volte in rete, nel tentativo di fornire un variegato e verosimile consenso popolare verso lo stato che li mantiene.
avvezzi al vilipendio, all’oltraggio e la calunnia elevati in difesa dei propri privilegi, pagati con le loro presunte tasse, solo di tanto in tanto mitigati da un senso di paternalismo benevolo espresso da taluni “account” ,vere è proprie scimmie elettroniche, per rendere più grottesche le legittime richieste di libertà da parte di quei pochi individui, che, soli, hanno maturato una coscienza morale che và oltre la cortina di ipocrisia che immerge il complesso e variegato mondo dei parassiti.
Ecco, bloccati ancor prima di cominciare, voi e quello stupido nome dato alla lista per avere visibilità a tutti i costi!
Una grande opportunità buttata al vento. Inutile incolpare lo stato italiano, l’evasione fiscale è un reato in tutto il mondo, probabilmente avreste subito la stessa sorte in qualsiasi altro paese per istigazione a delinquere.
Continua pure a vivere genuflesso e con gli occhi bendati.
Se ti piace, sono affari tuoi.
Al mondo c’è gente che, a ragione, non la pensa come te.
Dispiace molto che non si possa esser presenti alle elezioni.
Ma ciò non toglie che io continui, e come me altri, a difendermi da uno stato ladro e corrotto.
Forse non ci siamo capiti. Difendersi da uno stato ladro e corrotto non implica dargli la vittoria a tavolino. Si poteva scegliere un nome meno provocatorio. Prendere un toro da combattimento per le corna, sapendo che comunque vincerà lui non significa essere coraggiosi e coerenti, ma masochisti o stupidi. Il bravo torero lo infilza dopo averlo sfiancato.
ma allora perché maiparlare di democrazia quando spaventa il voto del popolo ??
perché evitare anche solo che si possa vedere il simbolo? Offendere chi, se poi si scopre che davvero tanta gente odia le tasse??
delle due una: o “il popolo” deve poter votare ed allora il potere non deve censurare per rispettare la sovranità popolare, oppure “il popolo” non deve poter votare liberamente perché non è realmente libero e si usa la censura per meglio controllarne le scelte limitandole ad opzioni sicure e tranquille per il potere ed i suoi equilibri.
ovviamente i preti si stato difenderanno a spada tratta il dogma della democrazia onnipotente.
Verissimo. Il diritto è ormai snaturato in quanto si identifica con il comando capriccioso del sovrano che può fare e disfare ciò che vuole gestendo la vita di tutti i sudditi-cittadini fin nei minimi dettagli. La norma non va più cercata, come suggeriva Bruno Leoni, ma è imposta dall’alto. Il pensiero non conforme alla vulgata del totalitarismo burocratico-democratico nel quale siamo costretti a vivere deve essere represso sul nascere. E’ significativo che la norma istitutiva del reato di istigazione alla disobbedienza fiscale sia del 1947. All’indomani della caduta del fascismo la nascente repubblica italiana sentì tra i suoi primi atti il bisogno di vietare anche la semplice espressione dell’opinione che le imposte sono un furto, ciò per reprimere sul nascere qualsiasi illusione di libertà che la fine del ventennio potesse aver ispirato. Cambiava il padrone, ma non gli schiavi.