Nel bel mezzo di una crisi economica è facile fare demagogia, e i politici sono sempre pronti ad approfittarsene. Il cittadino in difficoltà, all’oscuro dei sistemi di potere che governano il mondo, è particolarmente sensibile a chiunque propini facili soluzioni a una situazione difficile. Ed ecco l’instancabile, scaltro e servile politico sostenere il teorema: la crisi è colpa dell’evasione e l’evasione è possibile per mezzo del denaro contante.
Dare la colpa al denaro contante è paradossale, banale ma soprattutto falso, perché
1) La crisi nasce da uno statalismo imperante, che impedisce la corretta allocazione delle risorse, innalza la burocrazia, che è un costo, aumenta i fenomeni di corruzione e fa dell’assistenzialismo il miglior viatico per mantenere il potere. Tutto questo costa, e costa sempre di più. Allora gli stati oltre a tassare si indebitano, prendono i soldi che le banche centrali stampano dal nulla, e inflazionano i prezzi. Ma tutto questo ha un limite, e la crisi è il campanello d’allarme;
2) Il gettito fiscale aumenta costantemente, sia in percentuale che in termini assoluti, cioè si pagano effettivamente più tasse, in tutti i paesi a statalismo crescente, quindi stiamo parlando di tutti i paesi occidentali, Italia compresa.
3) La vera evasione (se così si può chiamare, o elusione da stati fiscalmente aggressivi) non viene fatta in contanti da artigiani o piccole imprese, ma con transiti di denaro sovranazionali con alchimie finanziarie alla portata di grandi gruppi. E’ un fatto che le società quotate in borsa e le multinazionali pagano percentualmente molte meno tasse della piccola e media impresa. E nessuno usa il contante.
Quindi non siamo in crisi perché si pagano troppe tasse, ma perché gli stati sprecano troppo: perché sono inefficienti, assistenzialisti e corrotti. Di tasse se ne pagano già troppe, e se qualcuno pensa che il problema è che qualcuno non le paga, questo è falso perché:
1) quando qualcuno non vi fa la fattura ad evadere siete sicuramente voi e “forse” chi vi fornisce il bene o servizio, perché non facendovi pagare l’Iva vi applica un prezzo inferiore, ma siete voi che evadete, l’altro evade eventualmente la tassa sulla differenza tra costo e ricavo, se una differenza esiste, e nei momenti di crisi non sempre c’è; quindi se tutta l’”economia sommersa” emergesse, si alzerebbero anche i prezzi; questo il politico non lo dice, ma forse non lo comprende neppure;
2) in ogni caso anche se il gettito fiscale aumentasse, lo Stato continuerebbe a sprecare sempre più ricchezza come sta facendo da decenni, e i cittadini starebbero comunque sempre peggio; perché mai oggi, incrementando a livelli insostenibili la tassazione, l’utilizzo che lo Stato fa del denaro dovrebbe migliorare le nostre vite se non è stato così fino ad oggi ?
Quindi ci si può indignare per qualche evasore totale, ma ancor di più e con più forza ci si deve indignare per l’utilizzo che lo Stato fa dei nostri soldi !
E come la mettiamo con il crimine ? Il contante, tra le altre cose, serve per i traffici illeciti, dice sempre il politico. Ma anche Internet allora serve, tra le altre cose, per i traffici illeciti. Anche un coltello può essere utilizzato per uccidere. Allora finiremmo per vietare tutto, ma soprattutto la nostra libertà.
A questo punto gli interessi politico-bancari potrebbero sostenere che il contante è un mezzo costoso. E anche questa è una falsità. Una commissione media dell’0,8% dopo 100 transazioni riduce i nostri 100 € iniziali a miseri 44,79 €, e il sistema bancario incassa ovviamente i 55,21 € mancanti. Provare per credere. Il sistema elettronico è un apparato più costoso, ma soprattutto è a beneficio di pochi e a costo dei soliti noti.
Perché invece è importante continuare ad utilizzare i denaro contante ?
1) Perché la maggior parte degli stati ha un comportamento finanziario irresponsabile, svaluta le monete fino ad annullarle. Il cittadino ha tutto il diritto di utilizzare una riserva di valore di cui abbia il possesso. E in questo già ci sono state negate tante libertà come quella di utilizzare la moneta che ci pare, che non possa essere stampata da qualcun altro a piacimento, come per esempio i metalli preziosi. Oggi il sistema obbliga tutti a lavorare duramente per guadagnare un po’ di denaro, e permette a pochi di stamparne di nuovo a volontà. Rendere tutto il denaro solamente elettronico nelle mai di coloro che lo possono stampare, sarebbe l’atto finale del controllo totale del nostro potere d’acquisto.
2) Perché se qualcuno non si trovasse d’accordo per qualche motivo con il potere, inteso come Stato, potere politico (sia di destra che di sinistra), polizia o intendenza di finanza, non dovrebbe essere ricattabile con la paura della morte civile. Si perché se la tua moneta non l’hai in tasca, ma qualcun altro ti permette di utilizzarla, ti può anche impedire di farlo.
3) Perché è bene che funzionari statali, di bancari o politici non sappiano dove sono i soldi dei cittadini o come preferiscono spenderli. Si parla tanto di riservatezza, abbiamo dovuto anche sopportare una legislazione sulla privacy che ha aumentato inutilmente l’onere della burocrazia, e poi siamo disposti ad accettare il “grande fratello” ? Siamo sicuri che queste informazioni non verranno mai usate per controllare, sanzionare o rendere succubi persone con opinioni diverse, nemici politici o semplici cittadini ? La storia ci insegna il contrario.
Ci sono tanti altri motivi per sostenere l’utilizzo del denaro contante, ma già questi mi sembrano sufficienti. Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare il sito del Comitato Promotore per il Contante Libero www.contantelibero.it.
*www.robertogorini.com