Come stanno andando le cose in Italia è tristemente noto. Viene però da domandarsi quale sia l’origine del disastro o, per lo meno, quale possa essere una delle cause determinanti. Ritengo che l’enorme baco risieda nel livello di istruzione. Riporto anzitutto uninteressante scritto, tratto dal sito invalsi. ”[…] In realtà proprio i risultati Ocse-Pisa, relativi ai quindicenni di Lombardia, Veneto, Trentino e Alto-Adige, dimostrano che le prove di ispirazione anglo-sassone sono state superate brillantemente dai quindicenni di queste regioni. Semmai l’immagine che ci viene consegnata è quella di un Paese diviso, con una parte che sta nella zona alta della classifica mondiale e un’altra, prevalente, che si colloca ai livelli più bassi. Il che dimostra che, nonostante un’uniformità amministrativa e giuridica del sistema nazionale di istruzione, non esiste uniformità nazionale dei livelli di prestazione del servizio educativo ai cittadini, né esiste uniformità distribuita della qualità degli apprendimenti. […]“.
36esimi su 57 Paesi. Secondo il rapporto Ocse-Pisa sulle competenze scientifiche dei quindicennisiamo messi maluccio. E il 25,3% dei ragazzi italiani si colloca sotto il livello 2, quello delle competenze di base, con particolari ritardi al sud. La ricerca si è svolta in tutti e 30 gli Stati membri dell’Ocse più altri 17 Paesi del resto del mondo. Svettano i finlandesi, che raggiungono una media di 563 punti, a fronte di una media Ocse di 500 e Ue di 497. Noialtri ci attestiamo su un misero 475, a distanza siderale non solo dalla Finlandia e dalla seconda classificata Hong Kong (547), ma anche da Estonia (5° posto),Germania (13°), Regno Unito (14°) e Francia (25°), giusto per restare in Europa. Peggio di noi solo Portogallo, Grecia, Bulgaria e Romania. Poco male – si dirà – siamo un popolo di poeti e naviganti.
Infatti quanto a competenza nella lettura siamo ben 33esimi, con 469 punti contro i 492 della media Ocse. In questo campo, i migliori al mondo sono i ragazzi coreani (556), finlandesi (547), di Hong Kong (536) e canadesi (527).
In matematica è peggio che andar di notte: gli studenti italiani si collocano al 38° posto con 462 punti, contro una media Ocse di 498. In vetta alla classifica si piazzano Taiwan (549), Finlandia (548), Hong Kong (547), Corea (547). Peggio di noi, tra le europee, le solite Grecia, Bulgaria e Romania. Il rapporto Ocse-Pisa si è basato su un questionario che in Italia è stato distribuito a21.773 ragazzi e 803 scuole. Solo i liceali hanno raggiunto risultati al di sopra della media Ocse nelle tre discipline (scienze, matematica, lettura) – con una media di 518 – staccando di oltre cento punti glistudenti degli istituti tecnici e professionali, fermi a uno sconfortante 414. Come si può immaginare, netta è la divisione anche a livello territoriale: gli studenti del nord-est hanno un punteggio di 520, seguiti da quelli del nord-ovest con 501, poi quelli del centro (486), del sud (448) e infine delle isole(432). Il rapporto appare come una vera e propria condanna della scuola italiana che da un lato non riesce a coltivare le eccellenze e a preparare i giovani nelle competenze più richieste sul mercato globale, dall’altro scivola inesorabilmente verso il basso quanto a livello medio degli studenti.
E l’Università ? Come va l’Università? Questa è la situazione italiana.
Secondo il CENSIS (2011-2012)
Facoltà |
Prima Posizione |
Seconda Posizione |
Terza Posizione |
Medicina | Padova | Milano Bicocca | Perugia |
Medicina (non Statale) | Milano San Raffaele | Roma Campus Biomedico | Milano Cattolica |
Giurisprudenza | Siena | Trento | Bologna |
Ingegneria | Milano Politecnico | Torino Politecnico | Pavia |
Lettere | Udine | Siena | Padova |
Scienze della Formazione | Udine | Perugia | Modena e Reggio Emilia |
Scienze 1° ciclo | Padova | Trieste | Milano Bicocca |
Scienze 2° ciclo | Trento | Roma 3 | Verona |
Architettura | Ferrara | Sassari | Venezia – Iuav |
Economia | Padova | Pavia | Siena |
Farmacia | Trieste | Padova | Bologna |
Lingue | Udine | Salerno | Venezia |
Scienze Politiche | Trieste | Bologna | Pavia |
Psicologia | Bologna | Milano Bicocca | Padova |
Scienze Motorie | Roma – Foro Italico | Urbino | Verona |
Sociologia | Milano | Trento | Urbino |
Agraria | Bologna | Perugia | Modena e Reggio Emilia |
Veterinaria | Padova | Bologna | Torino |
E su scala mondiale? Vi sono criteri diversi di valutazione, ma Padova, Politecnico di Milano e Bologna, compaiono solo dopo il 150° posto, mentre le altre Università italiote sono abbondantemente distaccate. Da quando? Da quando i docenti di scienze applicate fanno di mestiere il docente e non l’applicatore. Da quando la massima aspirazione sono i soliti “posti fissi” e inamovibili. Con il naturale appoggio di concorsi spesso addomesticati. Da quando si inventano cattedre tra le quali manca soltanto quella “ Facoltà dell’impiego del tempo libero”.
Pensate (ed ecco il grande allarme) che il grosso dei gestori dell’Italia non proviene dai laureati presso le Università sopra citate il tabella!
*Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/fallimento-italia-scuola-cerri/
A tal proposito vi consiglio la lettura di un libro illuminante uscito da poco. Si chiama “Il fallimento dell’Università italiana”. Spettacolare.
Grazie!
Condivido certamente.Aggiungiamo per le scuole superiori nello specifico:continui scioperi,autogestioni,cogestione,occupazioni,ricorsi al Tar,denunce penali dei genitori per i motivi più diversi…..