L’ultima puntata di “Quinta colonna” dello scorso lunesì, talk politico condotto da Paolo Del Debbio, ha riguardato un argomento molto sensibile per chi come il sottoscritto è liberal-libertari: l’evasione fiscale. E come era inevitabile che accadesse, gli ospiti in sala hanno riempito il teleschermo con la solita e trita ridda di luoghi comuni privi di alcun reale fondamento, a parte Leonardo Facco, che siamo abituati a leggere su queste pagine. In particolare, mi ha colpito una sorta di doppio messaggio espresso più o meno allo stesso modo dal conduttore e dall’esponente del Pdl, l’ex ministro delle Comunicazioni Gasparri. Un messaggio che, a ben guardare, rappresenta in qualche modo l’impostazione di fondo con cui il berlusconismo ha interpretato l’azione di governo in tutta la cosiddetta seconda Repubblica.
Infatti, se da una parte ci si è scandalizzati per la presunta alta evasione esistente nel Paese,criminalizzando chiunque cerchi di sfuggire alla voracità di un fisco kafkiano, dall’altra parte gli stessi pseudo moderati hanno cercato di solidarizzare con tutti quei disgraziatissimi produttori privati che sono alle prese con una pressione tributaria a dir poco folle. E lo hanno fatto come se tra i due fenomeni -propensione ad evadere e alta tassazione- non vi fosse alcuna correlazione. Tutto questo, su un piano ancor più generale, si è tradotto in una lunga politica di governo sostanzialmente schizofrenica in cui, mentre si strizzava l’occhio ai ceti produttivi privati, il peso dello Stato veniva costantemente aumentato, per poi arrivare ad un livello di spesa pubblica e di relativa tassazione da record mondiale.
Ma in realtà, come continuo a scrivere da oltre 20 anni, quella che viene considerata come la madre di tutti i problemi, ossia l’evasione, costituisce al contrario una salutare cassa di compensazione per un sistema, sempre più affetto da una sorta di collettivismo strisciante, il quale altrimenti collasserebbe ancor più rapidamente.
Sotto questo profilo possiamo paragonare il valore del nostro sommerso a quello del mercato nero esistente nell’Urss, durante i “fasti” del socialismo realizzato. In entrambi i casi le risorse sfuggite alla longa manus dello Stato leviatano hanno rappresentato e tuttora rappresentano un elemento che serve a dare ossigeno ai residui dell’unico meccanismo in grado di generare ricchezza: il libero scambio tra soggetti consenzienti. Un meccanismo quest’ultimo, su cui poggia l’intera economia di mercato, che genera un formidabile effetto moltiplicatore delle risorse materiali e finanziarie che, al contrario, l’eccesso di Stato e di tassazione tende a distruggere, segando letteralmente il ramo su cui l’intera comunità, politici e burocrati compresi, è seduta.
Tanto è vero che, così come dimostrano molti autorevoli studi, persino l’evasione contribuisce a tenere alto il gettito fiscale allargato, in quanto le somme sfuggite ai vampiri di Equitalia a monte generano comunque altri redditi, altri consumi ed altri investimenti i quali, restando nel ciclo economico, alla fine vengono colpiti da molte della tante griglie di lettura di dispone il fisco. Mentre riuscendo per avventura a stroncare ogni forma di evasione alla fonte, si avrebbe un immediato contraccolpo negativo sul piano delle stesso gettito fiscale allargato, chiudendo letteralmente alla fonte il rubinetto da cui sgorga la vera ricchezza delle nazioni. Ricchezza che l’economia improduttiva fondata sulle tasse tende rapidamente a prosciugare. Ma questa considerazione, evidentemente, ai somari del sempre più trasversale partito della spesa pubblica e delle tasse non interessa affatto.
*Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/evasione-fiscale-in-italia-e-ai-livelli-della-fu-unione-sovietica/
L’articolo è ineccepibile, logico, dice cose che il prof. Mario Monti conosce molto meglio del bravo articolista. Quello che dovrebbe far pensare è che l’Italia è stata eletta a grande laboratorio, o meglio grande cavia.
Tutto sacrosanto quanto detto nell’articolo. Un solo appunto: quei signori non sono sedicenti moderati,sono moderati veri: Ed è questo il loro torto marcio:essere moderati in un momento in cui l’unica opzione etico-politica autentica consisterebbe nel proclamarsi estremisti della libertà, e comportarsi in modo coerente con tale assunto. Oggi i moderati stanno con Monti. Che cosa abbiamo che fare noi libertari con questa gentaglia?
Al di là del giudizio etico e professionale sulle marionette di stato che in cambio dei provilegi che ricevono da questo, vanno sparando a zero su coloro che non hanno rapporti di amicizia con il loro padrone, vanno osservate alcune cose. Punto primo: l’evasione fiscale è direttamente proporzionale alle aliquote. Chi rischia per non pagare il 60%, non rischierebbe per evadere il 20%. Punto secondo: l’evasione fiscale è direttamente proporzionale alla sfiducia che i cittadini hanno nello stato. Punto terzo: il cittadino non è un suddito; dà soldi allo stato affinche quest’ultimo faccia quello che lui non può fare, cioè occuparsi della giustizia, delle strade, delle ferrovie, della sanità, ecc. Se lo stato usa i soldi per fare altro, cioè ad esempio mantenere parassiti che vivono di sussistenza sulle spalle di chi produce, il cittadino è assolutamente autorizzato a non pagare le tasse. Punto quarto: in materia tributaria, la legge italiana è la peggiore del mondo, assolutamente non chiara e quindi opinabile, per cui ogni agenzia delle entrate costituisce di fatto una repubblica a se. In queste condizioni, spesso non si evade per malizia o per necessità, ma per errore. Ogni civiltà del passato, compreso l’impero di Roma, è miseramente crollata quando si è venuto a sfaldare il rapporto cittadino – stato e quando quest’ultimo è divenuto esclusivamente un buco nero in cui di tutti i soldi che oltrepassavano l’orizzonte degli eventi, veniva completamente persa traccia. Va da se che i privilegiati che di tasse vivono e proliferano sono i principali sostenitori della teoria in base alla quale pagare le tasse è un dovere e chi si ribella va perseguito e se possibile perseguitato. E’ per questo motivo che i parassiti possono chiudere un occhio e finanche tutti e due sui furti e sui crimini, ma li terranno sempre ben aperti su coloro che vorrebbero togliergli il vitalizio. Quanto a Leonardo Facco, non so se ve ne siete accorti, ma gli è stato concesso di parlare molto meno dei suoi detrattori, come era più che prevedibile.