Nei giorni scorsi l’Istituto di Ricerca di Economia Applicata (Ipea) brasiliano ha pubblicato uno studio interessante dal titolo: “Esiste la possibilità di una bolla nel mercato immobiliare brasiliano?” La risposta degli studiosi è affermativa e il governo ne sarebbe il principale responsabile con la propria politica fiscale ed i continui stimoli al sistema creditizio. L’insistenza nel voler agevolare e finanziare un settore già sotto pressione tende a peggiorare il risultato finale. In Brasile la maggior parte dei mutui sono a tasso variabile e quindi un aumento dei tassi d’interesse potrebbe generare una bolla, di fatto fu proprio ciò che accadde negli USA quando la FED decise di aumentare il tasso di sconto e quindi scoppiò il bubbone dei subprime. La ricerca mette in mostra che le attuali politiche monetarie e fiscali del governo sono chiaramente inflazioniste, di conseguenza il costo della vita aumenterà e quindi sarà inevitabile aumentare i tassi d’interesse. Inoltre i tassi internazionali sono già artificialmente bassi e pertanto potranno solo aumentare, quando ciò avverrà anche il Brasile sarà costretto ad adeguarsi e in quel momento potrà scoppiare la bolla. Gli autori ammettono che comunque non ci saranno ripercussioni catastrofiche nel sistema economico come avvenne negli USA, infatti in Brasile la percentuale dei crediti immobiliari è ancora bassa rispetto al PIL – più esattamente solo il 5,5% – in ogni caso il mercato immobiliare ne risentirà pesantemente.
Fino a qui nulla di particolarmente nuovo se non fosse che l’Ipea è una fondazione pubblica legata alla Segreteria della Presidenza della Repubblica, in pratica è un ente pubblico che sconfessa le politiche del proprio governo! Ciò che stupisce ulteriormente è che il metodo di analisi adottato è quello del ciclo economico della scuola austriaca, con tanto di citazioni di Hayek, Mises e Rothbard nella bibliografia. Come è ben noto questi autori fanno venire l’orticaria a tutti gli economisti ben pensanti che continuano a riempirsi la bocca spesa pubblica e di maggior debito osannando i vari Keynes e Krugman.
Si può dire che l’attuale governo brasiliano presieduto dall’ex guerrigliera comunista Dilma Rousseff soffra di schizofrenia degna del dr. Jekyll e di mr. Hyde, per certi aspetti ricalca le peggiori pratiche di interventismo economico (Monti docet…) e dall’altro si sta dimostrando “turbo-liberista”. Mr. Hyde si intromette in vari settori dell’economia, concede agevolazioni ai soliti “amici”, crea nuove agenzie e pone come uno dei pilastri della propria politica economica la diminuzione del tasso d’interesse, che comunque fino a pochi mesi fa era il più alto al mondo. Il dr. Jekyll concede all’iniziativa privata aeroporti, autostrade e ferrovie, introduce misure per ridurre le imposte dirette ed indirette, crea le condizioni per la diminuzione delle tariffe dell’energia e, buon ultimo, la “libertà” di fallimento. Il caso avvenuto la scorsa settimana è abbastanza emblematico in quanto è stata messa in liquidazione la banca Cruzeiro do Sul, un istituto di credito di medie dimensioni. Nonostante rappresenti poca cosa all’interno del sistema finanziario è comunque il maggior fallimento negli ultimi dieci anni di una banca latino-americana. Il segnale forte che ha voluto darela Banca Centrale è che non c’è più la disponibilità totale a salvare le banche mal gestite, anche se questo vuol dire che i creditori ricevano meno di quanto dovuto e che gli azionisti perdano il capitale investito.
Se facciamo i paragoni con il nostro disgraziato paese non possiamo che trarne pessimi auspici, ve lo immaginate Monti – e la maggioranza che lo sostiene – diminuire e in alcuni casi azzerare l’IVA, posticipare di sei mesi alcune scadenze fiscali, diminuire i contributi sociali, privatizzare gli aeroporti e le ferrovie e, come ciliegina sulla torta, lasciare fallire le imprese mal gestite? Fantapolitica!
Infatti !!! i nativi dell’Orinoco, potrebbero finalmente evitare l’uso del veleno nelle cerbottane per cacciare, e utilizzare l’alito pesante in fiala, con effetti letali. Almeno in Amazzonia, la caccia è libera. E qui in Italia, finalmente si respirerebbe un’aria pulita e benaugurante
Più che mandarlo in Brasile a studiare, che poi ritorna a scassare i maroni nel paese del bengodi, mandiamolo sempre in Brasile, ma in Amazzonia, tra i cannibali dell’Orinoco. Magari ci scappa pure un rutto dei nativi, dopo che se lo saranno mangiato in umido, l’unico modo in cui uno bollito di suo come il rag. Mariugo Montozzi può finire.
https://www.youtube.com/watch?v=2S4al9TVQqk
Pensa che alito pesante dopo…