La Società Sovello, prima di proprietà della già fallita Q-Cells, a maggio è stata dichiarata fallita per bancarotta e quindi insolvente. Con il 27 agosto chiuderà i battenti. 1,000 dipendenti hanno perso il lavoro.
Questa bancarotta segue di poco quella miliardaria della Q-Cells.
Data la particolare importanza che in Germania avevano queste Società, la storia di questa catena di fallimenti é stata seguita in numerosi post:
– Götterdämmerung. La Germania barcolla sotto il fallimento Q-Cells.
– Götterdämmerung. La gigantesca bancarotta fraudolenta delle Energie Rinnovabili.
– Crisi fotovoltaico tedesco: nuovi tagli agli incentivi e fallimenti
Adesso che tutto è finito, potrebbe essere utile fare alcune considerazioni sul tema.
1. La Germania, correttamente ad avviso dello scrivente, aveva a suo tempo avviato molti progetti di ricerca nel campo del fotovoltaico per migliore progettazione e resa. Il settore era di interesse scientifico sia di per sé sia per le potenziali ricadute in molti altri campi di studio.
2. Dopo un inizio alquanto promettente, il progetto fu preso in carico da quella componente politica che privilegia gli aspetti ecologici. I finanziamenti aumentarono di molto ed in ragione spropositata sia ai risultati raggiunti sia a quelli attesi. Questo intervento suscitò anche molte rimostranze negli ambienti scientifici, che avevano ben presente come il filone stesse per esaurirsi. Tuttavia i media sovraenfatizzarono l’avvenimento, quasi fosse stato un mutamento epocale, un atto dovuto.
3. Messe a punto delle celle ragionevolmente più performanti di quelli prima disponibili, si cercò di trasferire i risultati scientifici alla produzione industriale. L’intero progetto sbatté violentemente la faccia contro l’impossibilità di produrre in Germania con rapporti prestazioni/costi competitivi. Due importanti distinzioni.
– Una produzione verteva la fabbricazione degli impianti produttivi.
– Una seconda produzione utilizzava questi impianti per fabbricare i pannelli solari.
4. La produzione degli impianti riusciva a stare ragionevolmente sul mercato, essendo in pratica in regime di monopolio. Quella invece relativa alla fabbricazione del prodotto finale, i pannelli, si trovò oberata dai costi globali del lavoro rispetto alla concorrenza estera. Q-Cells cercò di stringere accordi con partner cinesi, ma alla fine la produzione sinica si rivelò troppo concorrenziale. Così le ditte produttrici di pannelli fotovoltaici di trasformarono in mere assemblatrici di quelli cinesi importati.
5. La componente politica cui sopra accennammo esercitò fortissime pressioni sui vari Governi che si succedevano per concedere sgravi fiscali, sovvenzioni ai produttori ed agli acquirenti causando contributi la cui stima potrebbe aggirarsi attorno ai dieci miliardi all’anno (tra Governo federale e Länder). Questa cifra comprende sia gli aiuti diretti, sia quelli indiretti, ma non per questo meno rilevanti. Si noti infine che i consigli di amministrazione delle società produttricicostituivano luogo preferenziale per uomini suggeriti dalla parte politica patrocinante.
6. Con il prender piede della Nuova Grande Depressione il Governo federale ed i Länder si trovarono obbligati dapprima a ridurre e quindi ad abolire ogni forma di sovvenzione, diretta od indiretta. Senza sovvenzioni e contributi per i nuovi impianti la produzione andò immediatamente in perdita. Di qui la catena di fallimenti per bancarotta della linea che produce i pannelli, non di quella che produce gli impianti, almeno per il momento.
Considerazioni.
1. Comme d’habitude, la politica è intervenuta tramite lo stato prima nel supportare un progetto arrivato all’estinzione, quindi la relativa produzione manifatturiera ed infine concedendo incentivi significativi agli acquirenti.
2. Una grande quantità di denaro del Contribuente è stata spesa per sostenere più una concezione ideologica che un progetto industriale basato almeno sulla parità di bilancio. La vantata floridezza di questo business era esclusivamente legata ad un enorme intervento a fondo perduto dello stato nell’economia.
3. Per comprendere fino a qual punto possa essere arrivata questa aberrazione mentale, si consideri che negli ultimi anni, come già detto, le aziende produttrici di pannelli solari in realtà si limitavano solo ad assemblare manufatti cinesi, perché loro li avrebbero prodotti a costi almeno cinque volte superiori. Questa era una situazione del tutto aberrante: il sostegno erogato dallo stato tedesco attingendo alle tasche dei propri Contribuenti finiva in definitiva a migliorare l’export cinese: tali elargizione non restavano in Germania se non per quel poco (tanto per molti) destinato agli stipendi degli ecologisti insediatisi nei consigli di amministrazione e nella burocrazia dello stato.
Sarebbe stato enormemente più economico passar loro direttamente un “sussidio“, senza montare tutto quel caravanserraglio.
4. Questa esperienza tedesca potrebbe essere di monito agli altri paesi europei che ancora si comportano come si comportò quello tedesco in passato: si eviterebbero gli invitabili fallimenti.
5. Questa é un’ulteriore prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanti effetti perniciosi siano scatenati dall’intervento dello stato in economia e dovrebbe essere di sprone a perseguire ampi progetti che liberizzino il mercato.
6. Infatti dimostra quanto poco il mercato europeo sia «libero», ossia ad impronta capitalista. É tutto, tranne che “capitalismo”. Alla fine però il libero mercato trionfa sempre. In questo caso con i fallimenti.
7. Un’ultima considerazione é doverosa. Se ogni fallimento é di per sé un dramma, questi fallimenti lasciano la legittima speranza che la lezione sia stata chiara e che fatti del genere non si ripetano più. Anche la pazienza dei Contribuenti ha un limite.
*Link all’originale: http://www.rischiocalcolato.it/2012/08/la-grande-truffa-delle-energie-rinnovabile-bancarotta-sovello-i-parassiti-si-spiaccicano-contro-il-muro-della-realta.html