La manovra di “Voltremont” è passata da 42 a 79 miliardi di euro. Il ministro s’è detto orgoglioso del “suppostone” rifilato (o infilato?) agli italiani. Puntualmente, al Senato lo hanno prima applaudito per poi votare la legge di bilancio.
Noi lo sappiamo, questo paese disastrato – per dirla con Gian Piero De Bellis – è composto da “gerarchi di Stato della Repubblica del malaffare, gentaglia viscida, maneggioni senza spina dorsale, truffatori di mezza tacca, volgari imbroglioni, persone che non hanno quasi mai lavorato in vita loro preferendo campare di espedienti e imbrogli politici; in sostanza sanguisughe che vivono succhiando risorse agli altri attraverso l’imposizione delle tasse”. Che aspettarsi, allora, da questa marmaglia, la quale ha disegnato la manovra che verrà approvata anche alla Camera, manovra che non prevede né tagli seri e corposi (tantomeno alle prebende della casta di cui sopra), né privatizzazioni.
Dai tempi del rapinatore Giuliano Amato (un parassita che vive con oltre 30.000 euro di pensione al mese!) – quasi vent’anni fa – nulla è cambiato e lo stato di salute dello stivale s’è aggravato. Il “dottor sottile” (allora medico-curante del belpaese) violentò gli italiani con una Finanziaria da 92.000 miliardi di lire. Tremonti, ci ha aggiunto qualche carico da undici e l’ha portata a 145.000 miliardi di vecchie lire, indorando la pillola con una sequela di parole sdolcinate e strumentali, facendo leva sull’orgoglio (becero) nazionale messo sotto attacco dai soliti “cattivi speculatori”. Bugie ovviamente!
L’intenzione del commercialista valtellinese col “vizietto” dell’appartamento a gratis è solo quella di fare cassa e subito (con la complicità della feccia che siede sui banchi dell’opposizione), anticipando e appesantendo misure che erano previste per il prossimo biennio, più aggiustamenti vari.
Vediamo – con l’ausilio delle notizie online – di quale morte hanno deciso di farci morire:
Pensioni. I cambiamenti più significativi nel testo definitivo della manovra riguardano il capitolo previdenza. Anticipato al 2013 l’aggancio all’aspettativa di vita. Dal 2013 – si legge nel testo – l’incremento sarà di 3 mesi perché verrà assorbito l’incremento della speranza di vita già registrato nel triennio precedente risultante superiore (4 mesi). Per gli anni successivi (dal 2016) la stima degli adeguamenti triennali è pari a 4 mesi fino a circa il 2030 con successivi adeguamenti inferiori (3 mesi) fino al 2050 circa. L’adeguamento cumulato al 2050 è pari a circa 3 anni e 10 mesi.
E’ l’ennesima riforma, che tra un paio d’anni al massimo cambieranno nuovamente. L’immoralità del sistema pensionistico italiano è nota, ma la soluzione non passa attraverso i continui allungamenti dell’età pensionabile , che personalmente considero, immorali. Patetico, inoltre, il contributo di solidarietà per le pensioni “d’oro”, ma a tempo, dato che è previsto fino al 2014 per gli assegni d’anzianità superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e del 10% per la parte eccedente i 150.000 euro. Sale, infine, dal 45 al 70% rispetto al testo originario della manovra l’indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi (attorno ai 1.428 euro al mese). Confermato la piena indicizzazione inferiori a quella soglia e l’azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo, ciò di circa 2.380 euro mensili.
Sanità. Scatteranno da subito sia il ticket del 10% per le prestazioni sanitarie, sia quello da 25 euro per gli interventi in codice bianco al pronto soccorso. Oltre a copiare un balzello che rese famosi Prodi e Visco, il governo non fa che acquistare tempo, senza riformare alcunché del sistema sanitario nazionale che – spero lo capiscano finalmente tutti – in Italia è tutt’altro che gratis!
Benzina. Come ai tempi di Andreotti e Pomicino, ecco confermati g aumenti delle aliquote delle accise disposte il 28 giugno scorso.
Agevolazioni fiscali. Scatta il taglio alle agevolazioni fiscali tra il 5 e 20 per cento. Gli effetti positivi ai fini dell’indebitamento netto sono attesi in 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sarà attuato solo se entro settembre 2013 il Governo eserciterà la delega per la riforma fiscale. Il taglio toccherà tutte le 483 agevolazioni fiscali anche quelle per le famiglie. Un coacervo di regole e norme che dovrebbero finire al macero per lasciare spazio ad una seria riforma fiscale liberale.
Ammortamenti. La quota di ammortamento finanziario deducibile non sarà superiore al 2% del valore dei beni in concessione. Per le imprese concessionarie di costruzione e gestione autostrade e trafori la percentuale è pari invece all’1%. Il limite massimo dell’accantonamento passa così dal 5% all’1% del costo del bene e gli accantonamenti sono deducibili in quote costanti nell’esercizio stesso e nei 5 anni successivi. la disposizione si applica da subito. Ci sarà da ridere, chi farà più investimenti?
Patto di Stabilità Interno. ovvero centralismo allo stato puro, tutto deciso a Roma. Cambiano i criteri di virtuosità dei comuni per l’applicazione del patto di stabilità interno. Un emendamento prevede che il primo di tali criteri vi sia la «convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogni standard». Un altro criterio sarà «l’aver operato dismissioni di partecipazioni societarie». Previsti tagli dei trasferimenti alle regioni. Previsti accorpamenti anche alle funzioni dei piccoli comuni.
Privatizzazioni aleatorie. Si partirà dalle municipalizzate, le società pubbliche controllate dai comuni, e si potrà arrivare – dopo il 2013 – alla messa sul mercato di quote dei ‘big’ ancora nel portafoglio del ministero dell’Economia. La manovra riapre il capitolo privatizzazioni.
Entro il 31 dicembre del 2013 il ministro dell’Economia, raccolto il parere del Comitato di consulenza globale e di garanzia per le privatizzazioni (altro ente inutile), metterà a punto “uno o più programmi – è scritto nell’emendamento inserito in Manovra – per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali; i programmi di dismissione, dopo l’approvazione, sono immediatamente trasmessi al Parlamento”.
Imposta Di Bollo, ergo patrimoniale. Cambia l’imposta di bollo sui conti depositi titoli. Un emendamento del relatore alla manovra economica depositato in commissione Bilancio al Senato stabilisce che l’imposta con periodicità annuale sarà di 34,2 euro per importi inferiori ai 50mila euro; 70 euro per importi pari o superiori a 50mila euro e inferiori a 150mila euro; 240 euro per importi pari o superiori a 150mila euro e inferiori a 500mila euro; 680 euro per importi pari o superiori a 500mila euro. Inoltre, a partire dal 2013 l’imposta con periodicità annuale sarà di 230 euro per importi pari o superiori a 50mila euro e inferiori a 150mila euro, di 780 euro per importi pari o superiori a 150mila euro e inferiori a 500mila euro e di 1.100 euro per importi pari o superiori a 500mila euro. Nella relazione tecnica dell’emendamento si precisa che secondo dati Bankitalia risulta un numero complessivo di circa 22 milioni di conti titoli e la norma porterà un recupero di gettito di circa 897 milioni di euro annui per i primi due anni e di circa 2.525 milioni di euro per gli anni a partire dal 2013.
Non a caso, oggi, la domanda per i titoli italiani a cinque anni è stata quasi doppia rispetto all’offerta (193 obbligazioni richieste ogni 100 emesse) evidenziando un maggiore interesse dei mercati rispetto all’asta di martedì sui biennali che aveva chiuso un rapporto tra richiesta e disponibilità di 1,55 a 1. Ovviamente con interessi da pagare saliti alle stelle.
La conclusione la lasciamo a Daniel Gros, direttore del Center for European Policy Studies, il quale sul “New York Times” ha scritto: “L’Italia è una repubblica delle banane che non è mai dipesa troppo dai capitali esteri nel passato. Ma ora che ne ha bisogno i mercati non sono più disposti a perdonarla”.
amato mi sembra che dopo qualche mese restitui il 60 per cento di quel che prelevo Tremonti ci togliera ancora di piu
No Amato non restituì nulla, come nulla restituì Prodi della tassa per entrare in Europa
Un paese in via di sottosviluppo con una legge da sottosviluppati.
Nel 2010 in Italia sono 1 milione e 156 mila le famiglie, il 4,6% di quelle residenti, che risultano in condizioni di poverta’ assoluta per un totale di 3 milioni e 129 mila persone (il 5,2% della popolazione residente). Lo rileva l’Istat, spiegando che sono considerate assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore a quella minima necessaria per acquisire l’insieme di beni e servizi considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile. Si tratta, quindi, spiega l’Istituto dei ”piu’ poveri tra i poveri”
“1000 euro a famiglia. Tanto costerà, secondo i conti fatti da Mauro Sensini per il Corriere della Sera, la manovra che secondo Silvio Berlusconi “non serviva” e comunque, sempre a detta del premier, non avrebbe messo le “mani in tasca” agli italiani. Sarà che gli italiani hanno in massa le tasche bucate ma la manovra, a leggerci dentro non sembra esattamente un pranzo di gala!”
E IL RESTO MANCIA?
caro Leonardo,sono perfettamente cosciente di tutti dubbi che esponi,delle difficolta’ molteplici e certo della carenza di partecipazione,ma questo momento ”storico” ,puro eufemismo chiamare momento cio’ che degrado morale,sociale ed economico sono il risultato di una progressiva e virulenta pestilenza politico-sindacale-confindustrialr e lobbistica che da sessant’anni autolegittima il suo dominio oppreesivo ed arrogante,forte con gli indifesi (noi) e debole con i forti (loro),Ricordiamoci del primo coro dell’Adelchi manzoniano:la gente non ne puo’ piu’,penso che tra la moltitudine di italiani disillusi,depressi ed incazzati, ci sia lo spazio ed il momento giusti per una azione sempre piu’ larga e propositiva nonche’pedagogica del movimento:non e’ facile,ma almeno proviamoci;senza iniziare non si va da nessuna parte. lo so che e’facile parlare ma per me il movimento costituisce,anche se ancora piccolo,un lumicino di speranza poiche’ diversamente le uniche nostre speranze sono riposte in qualche malato terminale che faccia il kamikaze nel plenum del parlamento per salvare il paese e passare alla storia: solo da zero si puo’ ricominciare a rinascere.Inoltre ci sono i referendum per cui ppotremmo raccogliere lefirme per una legge che renda civilmente e penaòmente responsabili i cosiddetti amministratori bancarottieri della cosa pubblica,che come
al solito sfaciano lasciando che altri (noi) peghino i loro malfatti – vedi l’Islanda. Saluti
Senza illudere alcuno, farò tesoro della tua riflessione.
QUANDO BERLUSCONI FIRMAVA CONTRO I TICKET IN PRONTO SOCCORSO:
http://247.libero.it/bfocus/76626/x110701040018499377/quando-silvio-firmava-contro-il-ticket/
si bhè… su questo sono perfettamente d’accordo…
ma il problema non è l’introduzione di un corrispettivo per il servizio (ingiustamente chiamato balzello) ma la non riduzione della fiscalità generale (a questo punto andrà a finanziare altro?).
diciamo che nel male è meno peggio un aumento del ticket che dell’irpef
comunque ripeto… qualche effetto positivo lo propone, qualcuno finalmente capirà che esiste la sanità privata, che funziona meglio di quella pubblica e che non è composta da avvoltoi che si nutrono dei cadaveri dei pazienti…
Caro Leo:penso sia estremamente nevessario,oggi piu’ che mai,che il Movimento scends in campo in un modo o nell’altro,per informare piu’ampiamente possibile del valore dei suoi contenuti e per cercare di fermare con le proposte innovative di cui e’ricco la deleteria e dissennata contrapposizione dei Guelfi e Ghibellini che fa comodoalor signori,per avere mano libera nell’adoyyare le nefandezze peggiori come si puo’constatare oggidi’.La nostra discesa in campo sara’ certolunga e difficile e contrastata,ma solo se usiamo la ricerca della ”pecorella smarrita” di cattolica memoria,ma ben attuata, e’ possibile , amio giudizio,ricostruire e ridare alla gente libera di pensiero,quei fondamentali principi del senso della liberta’ e del diritto.ormai assopiti o cancellati da questo regime consociativo di cialtroni.Si deve inculcare nella gente la certrezza che ogni individuo ha il diritto di decidere la propria esistenza e di costruire il proprio futuro liberamente solo che decida di creare tale possibilita’.
Caro Rik, come ben sai quella di far entrare in politica il Movimento Libertario è un’opzione mai scartata, seppur tenuta dal sottoscritto in naftalina dal primo giorno in cui, con Giorgio Fidenato, ho fondato il movimento. Purtroppo, non si tratta di una scelta semplice e, tantomeno, di una scelta a costo zero. Ad oggi, posso assicurarti che continuo a pensare che siano molto meglio le azioni concrete contro lo Stato che stiamo portando avanti (anche se un po’ deluso dalla partecipazione scarsa della gente lo sono), ma non escludo che l’argomento possa essere portato al dibattimento della prossima assemblea del Movimento.
@caber
Ma infatti non ci sarebbe alcun problema se la sanità si pagasse a consumo attraverso i ticket.Però qui il problema è che noi già paghiamo imposte elevate per finanziare il SSN e il ticket non va a sostituire il prelievo fiscale,ma si aggiunge ad esso,il che si traduce in un ulteriore gabella che inciderà pesantemente sul budget di ogni famiglia italiana,sopratutto quelle a più basso reddito.Tutto questo da parte di un governo il cui premier ha più volte detto che non avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani.
Se vogliono mettere i ticket su tutte le prestazioni sanitarie,che lo facciano,ma contestualmente riducano le imposte che si pagano ogni anno per mantenere in piedi il carrozzone della sanità pubblica.
“Sanità. Scatteranno da subito sia il ticket del 10% per le prestazioni sanitarie, sia quello da 25 euro per gli interventi in codice bianco al pronto soccorso. Oltre a copiare un balzello che rese famosi Prodi e Visco, il governo non fa che acquistare tempo, senza riformare alcunché del sistema sanitario nazionale che – spero lo capiscano finalmente tutti – in Italia è tutt’altro che gratis!”
comunque non definirei balzello quando si paga (anche solo in parte) per un servizio (richiesto e potenzialmente in concorrenza).
anche perchè a ben considerare… i risvolti non sono solo negativi…
ve lo faccio illustrare da altri: http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/411566/
Tra l’altro, solo 5 anni fa voltremont sparava a zero contro prodi e i ticket sul pronto soccorso. Nulla di nuovo, una volta scriveva libri intitolati LO STATO CRIMINOGENO, lui il minstro criminogeno.
Lungi da me qualsiasi rivalsa fiscale del tipo” anche i ricchi piangano”la mia e’una semplice constatazione della farabuttaggggine a dir poco,di questa classe politica che da sessanta anni opprime e fa manbassa del lavoro e del sudore dei cittadini e che i n questi anni ha vergognosamente prodotto una voragine spaventosa del debito pubblico e che,chissa’perche’ non ha richiesto un centesimo di tassa in piu’per i possessori di yacht che posteggiano a migliaia nei nostri porticcioli,o per coloro che hannol’aereo privato.Come alsolito chi paga e’la maggior parte degli italiani senza alcuna difesa,perche’ ”loro” si sono ben guardati in modo talmente indecente ed immorale dal rinunciare a qualche cosa,anzi tutti chiusi a riccio nel momento in cui si parla di liberalizzazioni. e non solo questo purtroppo per noi.Guarda a caso dal piu’ alto al piu’piccolo,altre alle loro facoltose e molteplici prebende si cuccano in silenzio anche le pensioni della famosa legge truffa,con la quale circa 40.000 lacche’ dei partiti e dei sindacati dal 1973 ci espropria indebitamente dei nostri quattrini versati dalle nostrre tasche per avere una pensione indecente.
Questi “liberali” sono vergognosi ed impresentabili
Bravo Tremonti,Visco non sarebbe riuscito a fare di meglio.Una manovra che aumenta le tasse sui risparmi,sulle famiglie,sulle banche,sui SUV.E meno male che le tasse dovevano scendere.Roba da voltastomaco.
UN SOLO GRIDO! G.O.L.P.E. !!!! è l’unica cosa che ci può salvare da queste sanguisughe assassine!!!