DI MATTEO CORSINI
“Non faremo fare all’Italia la fine della Grecia.” (U. Bossi)
Quando ho letto queste parole di Umberto Bossi, l’istinto ha guidato la mia mano a toccarmi dove non sta bene dire. Che sia proprio lui ad esorcizzare il pericolo di deriva alla greca, mi pare davvero incredibile.
Lui, che per anni ha riempito la sua bocca e le orecchie dei suoi interlocutori con slogan contro le tasse e contro Roma, salvo poi sguazzare sulle poltrone contro le quali sbraitava e senza fare nulla per ridurre anche solo minimamente le tasse e l’invadenza dello Stato.
Lui, che invece di proporre una riduzione dei ministeri, si fa sostenitore di una loro moltiplicazione su base territoriale.
Lui, che è contro l’abolizione delle province perché al Nord perderebbe delle poltrone e delle clientele.
Lui, che assieme ai suoi amministratori locali si comporta come i peggiori comunisti nelle aziende municipalizzate e come i peggiori democristiani nelle fondazioni bancarie, peraltro confermando la regola, in entrambi i casi, per la quale l’imitazione è peggio dell’originale.
Lui, che assieme ai suoi ministri e ai suoi amministratori locali è tra i più acerrimi nemici della concorrenza e della libertà d’impresa.
Insomma: se l’Italia riuscirà a non fare la fine della Grecia, non sarà grazie a lui, ma nonostante lui.
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suppongo che quanto detto diventi ogni giorno sempre più opinione diffusa
anche tra gli (a questo punto ex) elettori della lega…
ciò che consola è che i pianificatori falliscono sempre
ciò che preoccupa però è che vengano semplicemente sostituiti
Questo è suonato, basta guardarlo in tv
Ormai su Bossi , meglio stendere un velo pietoso ! La proposta di trasferimento di alcuni ministeri in Lombardia , poi ci fa capire l’esaurirsi di contenuto e sostanza e soprattutto di risultati delle iniziative leghiste , se mai ve ne sono state ! Credo che la prossima sparata , sara’ la richiesta di trasferimento del Vaticano a Ponte di Legno o magari creare una sede estiva in concorrenza con Castelgandolfo, a Pontida !!