Guido Salerno Aletta ha ribadito l’ovvio: “Servono riforme profonde. Primo, all’interno dell’Europa nessun Paese deve avere un avanzo commerciale strutturale, pena il ripetersi degli squilibri finanziari cui abbiamo assistito e che ancora incombono. Secondo, la Bce deve garantire, nel momento in cui un Paese rispetti i vincoli del fiscal compact, che il suo debito pubblico non possa costare più di quello pagato dal Paese più virtuoso, intervenendo automaticamente sul mercato primario e secondario. Terzo, i Paesi che hanno disavanzi energetici strutturali possono essere esonerati dal divieto di aiuti di Stato per tutti gli investimenti tecnologici volti ad affrancarli.”
Anche io credo che servano riforme profonde. Ma qui finiscono i motivi per concordare con Aletta, perché ciò che lui ritiene necessario per risolvere la crisi in Europa sarebbe a mio parere deleterio.
Partirei dall’avanzo o disavanzo commerciale. Se si vuole evitare che un Paese registri un avanzo o disavanzo strutturale non credo abbia senso imbrigliare il mercato, come avviene nell’Unione europea. Al contrario, anche in un regime di cambi fissi come quello dell’eurozona è possibile lasciare che siano gli aggiustamenti dei prezzi a livellare i saldi delle bilance commerciali. Qualcuno potrebbe avere dei vantaggi legati, per esempio, alla presenza di materie prime; a mio parere la soluzione non consiste nell’imporre una sorta di egualitarismo a livello statale, penalizzando artificialmente qualcuno o avvantaggiando altri. In un mercato libero ognuno può e deve cercare di specializzarsi e acquisire un vantaggio competitivo utilizzando al meglio le risorse di cui dispone.
Quanto al ruolo della Bce, chiamarla a garantire il livellamento dei rendimenti dei titoli di Statosarebbe ancor più deleterio della pretesa di livellare le bilance commerciali. Se un Paese rispettasse i vincoli del “fiscal compact” (e dubito che saranno in molti a farlo), probabilmente non avrebbe pressioni sui rendimenti dei titoli di Stato. Anche se li avesse, tuttavia, credo che l’acquisto selettivo di titoli da parte della Bce mediante creazione di base monetaria sarebbe un rimedio peggiore del male. Qualcuno crede che se i BTP rendessero oggi come i Bund tedeschi il governo italiano (qualunque esso fosse) perseguirebbe il rigore sui conti pubblici (a proposito di rigore: io credo sia sbagliato perseguirlo a suon di tasse e non tagliando la spesa, ma non che si debba allentare lo sforzo per sistemare il bilancio)? Io ne dubito. Per non parlare degli effetti distorsivi e redistributivi che ogni manovra monetaria inflattiva produce.
Infine, l’idea di esonerare dal divieto di aiuti di Stato i Paesi che hanno disavanzi energetici strutturali. Si tratta di una variante della regola più generale tanto cara, tra gli altri, a Monti, di non computare la spesa per investimenti nel deficit pubblico. E’ un’idea basata sulla pretesa di identificare un cambiamento formale con uno sostanziale. A mio parere non è null’altro che un’illusione. Tutte le spese dello Stato sono finanziate o mediante tassazione o mediante indebitamento (tassazione futura). Il fatto che il denaro speso per costruire, per esempio, un’opera infrastrutturale possa in futuro generare flussi di cassa positivi per lo Stato e/o accrescere il valore del patrimonio pubblico non cambia la circostanza che oggi si contrae un debito per finanziare quella costruzione.
L’idea che si possa recuperare strutturalmente competitività e sistemare il bilancio mediante trattati, manovre inflattive o cambiamenti nelle convenzioni contabili è destinata, se messa in pratica, a peggiorare le cose. Per questo non escludo che ci toccherà vedere qualcosa del genere.
*Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/inflazione-crisi-riforme/
meglio l´inflazione (uscire dall´euro) che la distruzione di ogni attivitá economica (rimanendo nell´euro).
Certo concordo… certo non sarà rose e fiori tornare ad una lira ormai svalutata non poco, ma sono danni che si supereranno ne sono certo, perchè ricordo che tornerà la sovranità monetaria, quindi la Banca d’Italia tornerà a stampare carta moneta nazionale, e con quella poterci autorisarcire almeno parte dell’abnorme, debito senza più questo arrogante ed invadente FMI. La stessa cosa che farà la Grecia. Sennò l’alternativa è la distruzione di ogni attività economica, da parte di pochi potenti e dei loro capricci e pruriti “Europeisti”. Saluti.