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TRATTO DA L’INDIPENDENZA.COM

Che la lotta all’evasione parta dallo scontrino fiscale è  una “palla colossale”. Parole di Daniele Quaglia, leader della LIFE, di cui, di seguito, riportiamo un articolo apparso qui.

Sempre più un maggior numero di noi sa che l’evasione fiscale, quella vera, quella che conta, quella che mette in crisi gli stati non è opera di panettieri, baristi, idraulici, falegnami, meccanici, fruttivendoli… che da cretini si sono anche dotati di partita IVA per essere più facilmente controllabili. La vera evasione non è legata al lavoro nero, che nonostante tutto ciò che si dice, è a tutti gli effetti un ammortizzatore sociale che genera ricchezza competitiva, a bassi costi. Il cancro che mina la finanza pubblica è un organismo subdolo e potente che, indisturbato, si sottrae agli obblighi fiscali. Banche, mafia, politica e pubblica amministrazione sono le varie facce di questo cancro.

Le banche redigono “bilanci falsi per legge” e accumulano “risparmi fiscali contro natura” (Marco Della Luna – Euroschiavi pp.112-126) e non abbisognano certamente di sotterfugi contabili visto che sono letteralmente proprietarie dello Stato e ne dispongono a piacimento. Sempre da Euroschiavi veniamo a sapere che le banche sottraggono all’economia reale, attraverso i proventi del signoraggio secondario, 700 mld di € all’anno, quasi la metà del debito pubblico!

Le mafie che gestiscono uno stato nello stato e controllano, con i loro tentacoli, ogni anfratto del potere, sembra gestiscano 135 miliardi di €/anno. La politica, gli appalti che sono i genitori di tutte le tangenti, il finanziamento pubblico ai partiti che la maggioranza dei cittadini crede di aver cancellato con un referendum, la mala gestione della res publica vanno a sommarsi alla corruzione che da sola vale oltre 60 mld di €/anno. Questo è il cancro-evasione, la vera sottrazione di ricchezza alla comunità con la partecipazione attiva dello stato.

Tutti noi lo sappiamo che è così, ma nonostante ciò i pupi demagoghi continuano a predicare che la madre di tutte le evasioni si combatte con la lotta allo scontrino fiscale: un documento che non esiste in nessun’altra parte d’Europa. Monti, Passera e Befera sono riusciti a radicare nella testa di tanti cittadini l’idea che le disavventure finanziarie di questo paese deriverebbero direttamente dai lavoratori in proprio, dagli scontrini di 0,75€ non emessi. Nello stesso tempo e per l’ennesima volta, continuano a nascondere il fatto ineludibile che la evasione, sotto le mentite spoglie di signoraggio, elusione, finanziamento pubblico, tangente, corruzione è un elemento fisiologico nel mondo della finanza: il loro mondo!

Tentano di farci scagliare contro chi non ha colpa, contro chi è super controllato e martoriato con le torture degli studi di settore, contro chi, ogni giorno da una vita, apre le serrande della sua attività per lavorare faticosamente e far lavorare anche a rischio di rimetterci tutto (rischio d’impresa). Ci stanno aizzando tra poveri, gli uni contro gli altri, perché loro, i custodi del potere, possano continuare indisturbati la loro vuota esistenza. Non lo possiamo accettare e dobbiamo iniziare a dare un segnale di ribellione a questo sistema e un segnale di solidarietà ai vituperati lavoratori autonomi. Rifiutare  in massa lo scontrino fiscale, può essere ben più di un semplice e innocuo segnale. Potrebbe essere, per loro, l’inizio della fine.

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Showing 4 comments
  • rik

    per quanto mi riguarda,gia’ da tempo uso questo metodo per protesta fiscale sino a quando non potro’ scaricare dal mio reddito le mie spese:non vado oltre perche’ di cose ce ne sono tante da dire.

  • Roberto Porcù

    Ma che vuoi che faccia, vado a tagliarmi i capelli e poi pianto un casino ché non voglio lo scontrino? Poi finisce che cambio barbiere e con il seguente mi trovo nella stessa situazione. Giusto la settimana scorsa, dal solito dove vado, pago 14 € con lo scontrino (sempre), sabato scorso, per il pressing di mia moglie sono andato ed ho trovato chiuso perché ho scoperto che al sabato chiude alle 17. Informandomi un po’ intorno ho saputo di un altro salone aperto recentemente dove dei giovani tagliano ad uomo e donna. Piccola coda e poi al momento di pagare 12 € con l’immancabile ricevuta nonostante io abbia invitato il ragazzo a non farla. Che faccio, devo litigare e cambiare ogni volta? E se entro in un bar per un caffè con un amico incrociato per via, devo questionare dopo o chiedere prima e girare alla ricerca di un bar “accomodante” da far passare la voglia di caffè all’amico incontrato?
    Bada che non scherzo, si dice che siano gli arabi ad essere fatalisti, ma qui si passa da una arrevolendezza palpabile al suicidio senza vie di mezzo.

  • CARLO BUTTI

    Si può sempre boicottare chi ci obbliga a ritirare lo scontrino fiscale, minacciando di cambiare fornitore. Questa è la disobbedienza civile, la rivoluzione incruenta che piace a me:Vogliamo organizzarci in questo senso, anche se per ora siamo quattro gatti? Io ci sto!

  • Roberto Porcù

    Io lo scontrino non lo chiedo, invito anche a non farlo, ma me lo danno lo stesso, ed anche il barbiere che mi conosce bene non mi fa mai uscire dalla bottega senza la ricevuta.
    La gente si suicida, ma non si rivolta. E’ stata innescata una tal psicosi che non ne verremo più fuori. E’ pazzesco!

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