In Anti & Politica, Economia

cagata pazzescaDI MATTEO CORSINI*

Il tetto agli stipendi dei manager ”non può applicarsi in via immediata ai trattamenti stipendiali correlati ad attività lavorative stabili, esclusive e continuative” con la P.a.. E’ l’opinione espressa nella bozza di parere della Camera al dpcm del governo, in base al ”divieto di reformatio in peius” dei contratti in corso.” Così parlò l’Agenzia Ansa.

Qualche settimana fa fu annunciato in pompa magna che gli stipendi dei dipendenti e i dirigenti della pubblica amministrazione sarebbero stati ridimensionati entro il tetto di circa 300.000 euro lordi annui. Cifra che non mi interessa stabilire se sia alta o bassa. All’epoca non scrissi nulla sull’argomento, anche se avevo il sentore che presto sarebbe iniziato il solito polverone e ci fosse il rischio concreto che non se ne sarebbe fatto nulla. Ed ecco materializzarsi questa notizia battuta dall’Ansa, che comincia a mettere le basi per la retromarcia. In sostanza, la Camera, pur esprimendo parere favorevole al provvedimento, farebbe notare al Governo che la nuova norma potrebbe applicarsi solo ai contratti futuri. Dopo questa notizia c’è stato un susseguirsi di precisazioni e contropareri, ossia il polverone di cui sopra. Vedremo come va a finire, intanto non è affatto scontato che il provvedimento passi così come era stato “venduto” ai cittadini-contribuenti.

In pratica, stando a quanto riportato dall’Ansa, tutti quelli che hanno “trattamenti stipendiali correlati ad attività lavorative stabili, esclusive e continuative” con la pubblica amministrazione sarebbero esclusi dalla tagliola. Quindi i risparmi per le casse pubbliche (non dico per le tasche dei cittadini, perché di questi tempi sembra quasi di bestemmiare se si parla di tagli di spesa e anche di minore tassazione) ci saranno, forse, in futuro, ma adesso non si risparmia neanche un euro.

Tanto per non farsi mancare niente, tirano fuori la classica formula infarcita di vocaboli in latino – “divieto di eformatio in peius” – con la quale far notare ai contribuenti eventualmente perplessi che se non sono d’accordo è perché sono ignoranti e non hanno studiato abbastanza. Da contribuente che non ha studiato le lingue morte, mi sorge spontanea una domanda: perché quando vengono introdotte nuove tasse capita sovente che abbiano effetto retroattivo, anche se in palese contrasto con lo statuto del contribuente?

Attendo risposta, possibilmente non in latino.

 

* Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/tasse-stipendi/

 

 

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Showing 3 comments
  • fausto

    A quando un articolo sulle tasse dei padroni? Quanto ci costano gli amministratori delegati? Per chi e per cosa mandiamo il nostro esercito a disfarsi sulle vie dell’oriente? Con che fegato difendiamo speculatori che fanno svanire il frutto del lavoro di operai e cameriere? Per quale motivo quando si parla di sprechi si parla di stipendi e non di appalti? Con che logica protestiamo contro le gabelle della pubblica amministrazione e non fiatiamo davanti alle prepotenze delle banche?

    Ma soprattutto: quanto ancora andremo avanti così?

    • leonardofaccoeditore

      NON SO, CI STANNO UCCIDENDO POCO A POCO

  • CARLO BUTTI

    Caro Corsini ,sono perfettamente d’accordo con Lei, Ma non se la prenda troppo con le lingue morte! Il povero Renzo, nei “Promessi Sposi”, si stizzaisce giustamente con Don Abbondio che tenta di raggirarlo sciorinandogli in latino gli impedimenti dirimenti del matrimonio, ma riconosce, più tardi, che c’è anche un latino buono, quello della Messa. Le dirò francamente che mi danno molto più fastidio, nel discorsi dei nostri governanti e soprattutto del sig .Monti, i tecnicismi resi incomprensibili dai termini inglesi. Anche qui distinguerei:c’è un inglese pessimo, quello dei tecnici arruffoni re fraudolenti, e c’è un inglese buono , quello di Shakespeare:”The world is out of cent…” Mi scusi se mi sono permesso di scherzare un po’. Con tutta la mia stima.

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