Quanto io trovi patetico Alessandro Sallusti, il direttore de “il Giornale” non serve forse ribadirlo. E’ un emblema – in questo caso della cosiddetta “destra” – di come si fa giornalismo all’italiana: servendo un padrone. Eppure, il mio sdegno monta oltremodo quando leggo che il nuovo “boy-friend” della Santanchè difende Lucia Annunziata per il solo fatto che il direttore di Raitre non ha inserito, nel palinsesto del prossimo anno, il programma della ex giornalista comunista, “in mezz’ora”!
Ecco cosa si legge sulla stampa a tal proposito: “Lucia Annunziata ha lasciato Rai Tre. Di fatto era stata accantonata dal capo della rete, quel Paolo Ruffini che inneggia alla libertà di espressione (contro il governo) ma non ha perdonato alla giornalista di aver detto che Rai Tre è un covo di mafie. Prova che critiche e fango hanno cittadinanza solo se rivolte al berlusconismo e a Minzolini. Altrimenti scatta l’editto che in confronto Berlusconi è un dilettante”.
Ora, che la Annunziata si metta a frignare per tagli e censure fa ridere, dato che proprio lei – per la precisione il programma che lei ha condotto intitolato “Potere” – ha censurato non solo la mia intervista, ma anche quella di Mario Morelli, in merito ai comportamenti di Umberto Bossi e della Lega Nord. Riporto, gli sms del giornalista che ha passato tre ore a casa mia insieme ad una troupe di due persone: “L’autore non l’ha montata l’intervista per questa puntata e ha deciso di usarla in una successiva”. Si noti che l’intervista al sottoscritto relativamente al libro UMBERTO MAGNO doveva andare in onda nella prima puntata. Ancora: “No, neanche stasera. Stasera Fiat, dovrebbe essere la sesta puntata la tua. Ti avviso comunque, grazie”!
Per farla breve: non è mai andata in onda alcuna sesta puntata, ergo nessuna intervista, ne mia ne di Morelli ovviamente. Intervistata dal Messaggero il day after del pasticcio sui palinsesti, Annunziata aveva parlato di “piccole mafie, rapporti non chiari, privilegi attribuiti non secondo il merito” all’interno della Rai. E riguardo al proprio programma la giornalista aveva detto: “Va in onda da sette anni. E da sette anni è sistemato lì senza attenzioni. Come una riserva indiana. Un programma bellissimo e invece gestito come un fondo di magazzino. Orari variabili, nessuna promozione. Potevano metterlo dopo Fazio o la Gabanelli, no? Non voglio certo mettermi a fare paragoni, ma la differenza con altre trasmissioni, con altri conduttori è evidente: nei palinsesti e, ultima goccia, nella brochure”.
Prima di piangere come una prefica per la sua esclusione e parlare di “mafie” in Rai (cosa peraltro plausibile sia chiaro) si faccia un esame di coscienza, dato che fra lei e la D’Amico non vedo alcuna differenza nel censurare i fatti sgraditi a quelle “mafie” politiche a cui anche lei è costretta a render conto, almeno stando ai fatti che vi ho raccontato!
non solo ha sempre stretto rapporti strani con la lega.
non solo ha sempre stretto rapporti strani con la lega.
Ma che l’Annunziata fosse molto fumo e poco arrosto divenne chiaro con la faccenda di Raiot della Guzzanti. Era presidentessa, al tempo e la Guzzanti non la dipinse bene soltanto come mascherata ma anche e sopratutto per i “paleddi”. E poi, sbaglio o la giornalista stima molto D’Alema? Il che non mi sembra un superbo biglietto da visita; quello è l’uomo che di Berlusconi ha detto: “e legittimato a governare”.
Ma che l’Annunziata fosse molto fumo e poco arrosto divenne chiaro con la faccenda di Raiot della Guzzanti. Era presidentessa, al tempo e la Guzzanti non la dipinse bene soltanto come mascherata ma anche e sopratutto per i “paleddi”. E poi, sbaglio o la giornalista stima molto D’Alema? Il che non mi sembra un superbo biglietto da visita; quello è l’uomo che di Berlusconi ha detto: “e legittimato a governare”.
feccia italiana di cultura comunista
feccia italiana di cultura comunista