Dunque, siccome spendiamo troppo per le pensioni e troppo poco per la protezione sociale , la commissione propone di ridurre la spesa per le pensioni, soprattutto quelle di anzianità , vale a dire quelle che maturano dopo aver veramente lavorato 35 anni. E propone di aumentare le forme di sussidio sociale, suggerendo , per esempio, di introdurre l’assegno minimo vitale per i maggiorenni disoccupati.
Dello squilibrio tra i contributi pagati e le prestazioni ricevute e dello squilibrio tra le tasse pagate e i servizi ricevuti tra le regioni della Padania e quelle dell’Italia , e delle azioni per un riequilibrio, nessuna parola : per i professori della commissione Onofri semplicemente il problema non si pone.
Ma cosa significano queste cose per i lavoratori dell’area padana? Andiamo con ordine e ragioniamo sui numeri.
Il fatto é che l’eccesso di spesa pensionistica c’é, ma non é assolutamente imputabile alle pensioni vere, quelle che maturano dopo 35 anni di fabbrica. L’eccesso, rispetto alla media europea, é dovuto all’assistenzialismo : solo che in Europa lo chiamano con il suo vero nome, vale a dire “sussidi e assistenza sociale” , mentre in Italia i politici romani chiamano pensioni alcune spese che con le pensioni non c’entrano per niente.
Lasciatemi dimostrare quello che ho detto.
LECTIO MAGISTRALIS ALL’UNIVERITA’ DI LUGANO
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Quando ho letto questa odierna rassegna stampa mi è subito tornata alla mente la lezione di Pagliarini:
03/07/2013 Per perdite occultate scatta la bancarotta
La Cassazione, con la sentenza n. 28258 del 2 luglio 2013 ha stabilito che risponde di false comunicazioni sociali e di bancarotta impropria il consigliere delegato che approva il bilancio nel quale si cela un occultamento delle perdite. Irrilevante che il si alla delibera sia avvenuto con riserva e che, di fatto, la contabilità fosse tenuta dall’amministratore.
E per il bilancio dello stato? E per quei disgraziati e criminali che lo hanno approntato ed approvato? Pagheranno mai?
Peccato che i politici ‘romani’ da un po di tempo di romano non abbiano nulla. A meno di non voler dimostrare che i vari Berlusconi, Tremonti, Calderoli e adesso l’insigne Mario Monti siano ‘romani de Roma’.