Domenica prossima, a Padenghe sul Garda (Bs), si terrà la terza assemblea generale del Movimento Libertario.
La crisi economica, il parassitismo della classe politica, le manovre “tasse e burocrazia” approvate con le ultime due finanziarie, l’incapacità di riformare questo paese impongono scelte drastiche e definitive contro questo Stato criminale. L’idea di far pagare gli errori di una casta di incapaci ai contribuenti è da sopprimere nella culla. Le proposte che vorrebbero che i cittadini acquistassero debito pubblico o si sobbarcassero una imposta patrimoniale per salvare dal default l’Italia, puzzano di fascismo, sembra di tornare a quegli appelli infami in cui si chiedeva che tutti noi consegnassimo “l’oro alla patria”.
Per questa ragione, all’Assemblea del Movimento Libertario verrà presentata una proposta concreta di “resistenza fiscale” all’ennesima tassa sugli immobili, sulle case, su quant’altro abbia a che fare col nostro patrimonio. Ma anche una proposta politica antistatalista ed anticentralista.
Come è possibile favorire il risparmio spremendo i contribuenti, che sopportano già oggi una pressione fiscale del 69%? Come è possibile sperare che gli imprenditori restino in questo paese quando sono considerati solo evasori o limoni da spremere?
La crisi ci impone di percorrere la strada di una “rivoluzione libertaria”, la rivolta dei “ceti produttivi”, dei “risparmiatori veri”. “PRODUCTIVOS” contro “INDIGNADOS”. “E la rivoluzione non si fa subendo come dei sudditi, o peggio ancora come degli schiavi.
Alla assemblea del 13 novembre prossimo, a Padenghe sul Garda (Brescia), hanno confermato la loro presenza i delegati di “Veneto Stato”, “Unione Padana Lombardia”, “Insorgenza civile”, “Front Furlan” “Liberisti ticinesi”, “Piemonte Stato”, “Unione federalista”. Presenti anche le Associazioni “Usemlab” (Francesco Carbone), “Rischio calcolato” (Paolo Rebuffo), “Confcontribuenti (Elisa Serafini), “Tea-party” (Giacomo Zucco), “Lavoro Libero” (Michele Liati), “LibertariaNation”.
L’assemblea di Padenghe sarà aperta a tutti, e coinciderà con un momento fondamentale del percorso iniziato tre anni fa dal Movimento Libertario. Oltre alle battaglie in corso, altre strategie e collaborazioni, anche politiche, verranno proposte e dibattute. La libertà la vogliamo conquistare non a parole, la libertà è un nostro diritto.
Il programma della giornata:
1- Saluto dell’azionista Mauro Meneghini;
2- Relazione di Giorgio Fidenato
3- Relazione e proposte politiche di Leonardo Facco;
COFFE BREAK (PAUSA CAFFE’);
4- Interventi degli ospiti invitati all’assemblea;
PRANZO
5- Proposta d’iniziativa contro la tassa patrimoniale;
6- Relazione INTERLIBERTARIANS 2012
7- Riorganizzazione dei clan sul territorio, proposte sul nuovo costo delle tessere per associarsi
9- Nomina di un nuovo membro del Consiglio di Amministrazione
10- Dibattito e proposte con i presenti
11- Conclusioni
Il 2012 sarà un anno che segnerà lo spartiacque fra noi – individui liberi – e loro, i parassiti. Un anno nel quale il fallimento dello Stato interventista mostrerà tutti i suoi disvalori. A noi non interessa essere governati da una banda di briganti, italiani o europei che siano.
Stiamo vivendo un momento storico, ed è quando si concretizzano certe condizioni che la storia cambia e va cambiata. La crisi economica che stiamo attraversando sarà un’ulteriore opportunità per il Movimento Libertario e per le idee che incarna.
L’inizio dell’assemblea è alle 9.30 (senza quarti d’ora accademici se possibile) del 13 novembre prossimo, presso il West Garda Hotel Via Prais, n. 32 a Padenghe sul Garda (Bs).(Telefono: 0309907161- Fax: 0309907265)
www.westgardahotel.com; email: [email protected]
Per chi volesse pernottare nell’hotel saranno disponibili prezzi agevolati per i convegnisti
Per chi volesse passare il week end a Padenghe sarà disponibile un prezzo agevolato (per due persone).
W il Movimento Libertario, IL RIGORE DELLE IDEE, LA FORZA DELLE AZIONI!
L’evento su Facebook: http://www.facebook.com/event.php?eid=191678627576781
Per informazioni: [email protected]
….omissis…….Ma poi a Roma e Bruxelles tutti zitti: ai signori della casta piace molto fare debiti ma poi preferiscono “che non se ne parli”. e soprattutto che siano i cittadini (sudditi) a pagarli, non loro ovviamente.
Un ragioniere diplomato alle serali direbbe ” per togliere il debito da un bilancio si tira una riga e si fa fallimento ” dopo tutto chi l’ha fatto il debito (passate generazioni, chi ora è in pensione o lavora nello stipendificio di stato) alza la voce per manovre lacrime e sangue per mantenere lo status quo, … ma fatemi il piacere andate a quel paese!
E’ ora di pagare pensionati (oltre il minimo), dipendenti pubblici, politici e amministratori pubblici con titoli di stato, questo si che è una vera prova del nove, se ci credono che se li prendano.
Al promnotore finanziario che ha lanciato l’idea della sottoscrizione finto-coatta dei titoli pubblici dico, .. torni con umiltà a scuola a rinfrescare le regole del mercato e soprattutto del mercato finanziario prima di istigare ignari cittadini a dissipare il frutto del loro sudore. Qualche annetto fa le banche ed i fondi lo fecero in sordina con i titoli argentini ed i bond parmalat e cirio infilandoli nei portafogli di clienti ignari, … ora siamo arrivati all’appello pubblico via carta stampata perchè lo facciano volontariamente i clienti.
E’ vero che siamo arrivati al punto che non ci si vergogna poù di niente….. basta tirare avanti, scaricare sempre sul suddito, e negare sempre l’evidenza!
Un dato che fa riflettere sulla reale dimensione del debito pubblico. Postato da Giancarlo Pagliarini segretario dell’Unione federalista: “Debito pubblico finanziario 1.843 miliardi. Diviso 60 milioni di abitanti fa 31mila euro a testa. Ma il valore attuale, scontato, attualizzati, del debito per le pensioni di quelli che sono già in pensione e che hanno versato contributo sociali per tutta la vita è 3.748 miliardi. Finché campano incassano la pensione senza dover più versare niente, quindi hanno un credito. Se qualcuno ha un credito, qualcun altro ha un debito. Questo debito non è contabilizzato nei conti dello Stato, dell’INPS o di altri enti previdenziale. 3.748 miliardi diviso 60 milioni di abitanti fa 62mila a testa. Totale 93mila Euro a testa. Il 7 Giugno 1994, quando ero ministro, dopo 3 giorni di lotta avevo fatto approvare questo principio all’OSCE. Ho qui quel testo: “Les Ministres (nota: i ministri economici, dopo che avevo rotto le scatole a tutti per tre giorni) notant, entre autres, que les charghes accumulées des regimes de retraite peuvent représenter una part important du total des passifs publics”. Ma poi a Roma e Bruxelles tutti zitti: ai signori della casta piace molto fare debiti ma poi preferiscono “che non se ne parli”.