La produzione di aria fritta, giova sempre ricordarlo, costituisce una delle principali attività di coloro che in questa appendice di continente decidano di consacrare la propria altrimenti fallimentare esistenza al mondo dorato e putrido della politica.
L’ammaestramento inizia sin dalla giovane età, ovvero dagli anni preziosi dell’apprendistato alla vita trasformato in un incubo dal cretinismo di un sistema gerarchizzato e burocratico. Ci siamo passati più o meno tutti, almeno gran parte di quelli che hanno avuta la ventura di frequentare una scuola superiore o un ateneo italiano dopo l’ubriacatura sessantottina.
Intendiamoci: esiste una letteratura enorme e consolidata sul fatto che anche prima l’istituzione possedesse tutti i crismi dell’inutilità, ma perlomeno la pestilenza di un preteso impegno civico non aveva ancora fatto il solenne ingresso attraverso tutta quella pletora di organismi di rappresentanza democratica che han finito, come nell’ordine logico delle cose, per rappresentare unicamente le velleità dei carrieristi allevati amorevolmente dai boss di partito. Una sorta di versione moderna dei famigerati littoriali fascisti, insomma.
Questi pensieri, ed altri che per decenza converrà tacere, si affacciano alla mente cercando di analizzare con un po’ di lucidità gli epifenomeni ed i cascami di un regime agonizzante che riesce, tuttavia, a trascinare nell’abisso con sè un paese refrattario a qualsivoglia anticorpo liberale.
Prendiamo, a mo’ di esempio, lo straordinario talento esercitato dall’apparato di potere nel rinnovarsi periodicamente proponendo sedicenti riformismi e nuove confezioni nelle quali impacchettare il medesimo prodotto stantio di sempre. Successe quasi un ventennio fa con il “grande miracolo italiano” berlusconiano, poi ripreso in tutte le salse fallimentari dal medesimo promotore, accade ora con rottamatori e nuova sinistra vendoliana. Facce diverse del prisma corporativista nazionale, maschere nude in una recita perennemente identica.
Nulla più.
Non sono un elettore del PD, nè mai lo sono stato del PCI, del PDS e dei DS. Ho del sindaco Renzi una grande buona opinione e mi chiedo cosa ci faccia tra Vendola, Bindi, Marrazzo, Bersani, Coop, Unipol e tanta brava gente. O si sveglierà o lo interdiranno.
Non è la politica il problema. Sono i politici a sporcarla e a renderla un problema. Poi, si potranno pure avere idee diverse o addirittura opposte, ma il problema è un altro. Un conto è discutere pacatamente, sviscerando i pro e i contro di ogni situazione e ringraziando chi la pensa in modo diverso, per averci fatto conoscere una parte di verità, altro invece è imporre le proprie idee con ogni mezzo, come fanno i nostri pseudopolitici dei miei stivali!
Ho visto che avete messo la foto di Vendola e Renzi. Allora perché non quelle di tutti i parlamentari (dal momento che i due in foto, non mi pare seggano in parlamento)?
Il miracolo berlusconiano, una puttanata pazzesca credo.
Come ho già avuto modo di esporre in precedenti occasioni, da anni definisco l’attuale politica (decennale, partitica ed ormai neofeudale) un esercizio di sofismo, i politici sono come gli antichi sofisti greci, vendono solo parole, ingannano, mistificano, temporeggiano, proiettano e deresponsabilizzano, deviano l’attenzione, ricercano capri espiatori, ecc. fanno qualsiasi cosa per lucrare senza lavorare e sfruttare il lavoro degli altri. SVOLGONO QUINDI UN’ATTIVITA’ PARASSITARIA. Quando lo si capirà si inizierà a percorrere la strada verso l’autonomia personale e comunitaria, non ne vedo altre … In Italia troppo a lungo e troppe persone si sono rivolte a loro con lusinghe e continuano a farlo, con atteggiamento da sudditi, in cerca di favori e prebende, alimentando il perverso circolo vizioso, rendendosi complici del sistema
“l’attuale politica (decennale, partitica ed ormai neofeudale) un esercizio di sofismo, i politici sono come gli antichi sofisti greci, vendono solo parole, ingannano, mistificano, temporeggiano, proiettano e deresponsabilizzano, deviano l’attenzione, ricercano capri espiatori, ecc. fanno qualsiasi cosa per lucrare senza lavorare e sfruttare il lavoro degli altri”
Scusate, nessun intento provocatorio, lo chiedo con la massima serietà, qualcuno può spiegarmi, con concetti chiari e comprensibili, in che modo la politica e i politici potrebbero essere diversi da come sono?
Personalmente, non riesco a concepire nessuna azione politica che non sia basata su queste premesse.
Sono convinto che l’unica differenza tra un buon politico e un pessimo politico stia solo nella quantità di azione, non nella qualità.
Tanto meno il politico agisce, tanti meno danni causerà. E’ un assioma prasseologico.
L’unico modo che ha il politico per non produrre alcun danno è quello di astenersi dall’agire.
Ma il politico che non agisce, a cosa serve?
A meno che non consideriamo buon politico colui che si ponesse l’obiettivo di traghettare la società verso una organizzazione finalmente priva di azione politica, cioè di coercizione, l’esempio più attuale potrebbe essere Ron Paul.
Ci sono però 2 problemi, il primo è che i Ron Paul non vincono le elezioni, e se per ventura le vincono di solito vengono eliminati prima di nuocere troppo. Il secondo e più importante è che se dietro la vittoria dei Ron Paul ci fosse effettivamente una larga volontà popolare guidata da una nuova consapevolezza, paradossalmente il cambiamento avverrebbe chiunque fosse il politico di turno, e non per merito suo.
Non sono i singoli politici a forgiare le idee dei più, sono le idee dei più a forgiare l’azione politica.
E le idee dei più sono forgiate dall’ambiente culturale in cui nascono e vengono educati, scuola, famiglia, religione e, nel mondo moderno, mass media. Tutte attività più o meno sotto l’influenza dello Stato.
E’ l’accettazione dell’esistenza dello Stato il vero problema, i politici sono solo custodi eletti temporaneamente alla conduzione del castello.
Ma “arcorino” Renzi come spera di raccogliere consensi tra i giovani?(a parte i cultural cich borghesi tutto tranne SB)Sul precariato cosa dice?Possiamo intuirlo,riguardo al suo pensiero sui diritti negati degli operai Fiat?Su cosa si basa il suo“nuovo far politica?Dopo il “lavoro”interinale varato dal PD per cosa si batterà? Per il lavoro a cottimo e negozi sempre aperti anche il primo maggio? Che differenza c’è tra Renzi e B. in visione economica? In queste ore di forte pressione mediatica sulla candidatura del “sindaco” pare che in molti abbiano dimenticato i viaggi ad Arcore, le posizioni sul referendum fiat, le aperture dei negozi il primo maggio.
Ma Renzi con la sinistra che cosa c’entra?