In Anti & Politica, Economia

DI MATTEO CORSINI

“Qualche lettore mi chiede di andare a tenere un discorso in una delle manifestazioni del movimento Occupy Wall Street. Ma non posso, e per ragioni facilmente intuibili. Ho l’enorme privilegio di esporre le mie opinioni per due volte la settimana sui più importanti quotidiani del pianeta. Cerco di fare l’uso migliore possibile di questo privilegio, di fare tutto quello che posso per diffondere la verità e per promuovere le misure che considero più adatte. Questo privilegio però si accompagna ad alcune restrizioni: una di esse è il divieto di varcare la linea che separa l’opinionista dall’attivista. Ed è una linea più che giustificata. Lo dico nel caso ve lo stiate chiedendo.” (P. Krugman)

C’è un passaggio in queste parole di Krugman che più di ogni altro caratterizza il personaggio: quello in cui dice che cerca di fare tutto quello che può per “diffondere la verità”. Ebbene sì: Krugman si considera un messaggero della verità, un profeta. Qualcuno, in effetti, pare considerarlo tale, ad esempio una parte dei cosiddetti “indignados”. Il che è del tutto coerente con la totale confusione che contraddistingue i pensieri di molti di questi indignati.

Pare che alcuni tra i manifestanti abbiano invitato Krugman a diffondere la (sua) verità davanti alla folla, ad esempio a Zuccotti Park a New York. Ma il profeta ha dovuto rinunciare, “per ragioni facilmente intuibili”. E qui Krugman, quasi a voler dare dimostrazione (ipocrita) di modestia, si declassa da messaggero di verità a semplice “opinionista”.

Molto probabilmente il vero motivo per cui non va ad arringare le folle è che se scrive sul New York Times viene pagato a peso d’oro (molti di coloro a cui gli indignati vorrebbero togliere tutto guadagnano meno di Krugman), mentre se parla con un megafono a Zuccotti Park non becca un solo dollaro.

Ma questa potrebbe essere solo un’illazione maligna.

In ogni caso, non mi meraviglierei se qualche indignato italiano lo invitasse a portare un messaggio di verità a St. John Square a Roma. Me lo immagino argomentare che, dopo le devastazioni di sabato 15 ottobre, bisogna vedere il lato positivo della questione: le vetrine distrutte dovranno essere riparate, le auto incendiate dovranno essere sostituite, qualche autoblindo dei carabinieri andrà rimpiazzato, i quintali di sampietrini divelti dovranno essere rimessi in posa. Insomma: ci sarà un sacco di lavoro da fare, verranno spesi dei soldi e l’economia ne trarrà beneficio.

E il dramma è che in molti gli darebbero ragione.

 

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Showing 7 comments
  • Brillat-Savarin

    se fossimo in un’epoca appena in po’ più progredita di questa, come il Medioevo, uno come questa testa di cazzo di premio Ignobel non lo metterebebro neppure a pulire le fogne…

    • leonardofaccoeditore

      ANZI, LO PRENDEREBBERO A RANDELLATE

      • Brillat-Savarin

        e io gliene darei di santa ragione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  • Caber

    per me non va a zuccotti park perchè prenderebbe anche delle uova marce…

  • Gerardo

    Per capire quanto P. Krugman e Co. siano lontani dalla verità in materia economica, consiglio a tutti di leggere il capolavoro del Prof. Huerta de Soto “Moneta, credito bancario e cicli economici”.

    • Leonardo Facco

      Beh, dici poco: grande suggerimento! :-)

  • Libertas

    Come disse Milton Friedman, “ognuno ha il diritto di fare il bene per gli altri, ma a sue spese”.

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