“Il governo cinese protegge gli interessi legittimi e i diritti delle sue minoranze nazionali.” (H. Lei)
Apprendo dall’ANSA che Hong Lei è il portavoce del ministero degli esteri cinese. Con le parole che ho riportato ha risposto a chi gli chiedeva del trattamento riservato dalle autorità cinesi ai tibetani.
Cosa intenda per “diritti delle sue minoranze nazionali” francamente mi sfugge, dato che i tibetani (e anche altre minoranze) sono perseguitati da più di mezzo secolo. Il tutto mentre dal civile Occidente provengono solo timide proteste, volte a tentare di salvare la faccia senza infastidire seriamente il governo cinese.
D’altra parte ormai da tempo i governanti occidentali vanno in Cina con il cappello in mano elemosinando l’afflusso verso i propri Paesi delle cospicue riserve valutarie accumulate dai cinesi. Chi offre in cambio beni reali, chi spera che i cinesi si accontentino di finanziare parte del debito pubblico.
E, si sa, quando vai a chiedere soldi a qualcuno è meglio evitare di mettere in discussione le sue abitudini. Il problema è che qui non siamo di fronte a persone che usano un linguaggio volgare o ruttano in pubblico, ma a violazioni estreme della libertà delle persone, che sovente arrivano all’omicidio.
Molti dei più accesi sostenitori della Costituzione italiana considerano pragmatico l’atteggiamento servile dimostrato dai governanti occidentali nei confronti dei capi del partito comunista cinese. A me, invece, pare tutto sommamente ipocrita.
Probabilmente quando anche la Cina entrerà in crisi per lo scoppio della bolla del credito finora in gran parte occultata da statistiche poco affidabili, ci sarà il risveglio dei sostenitori nostrani dei diritti civili. Che tristezza.
Da contrary opinion la Cina non mi ha mai entusiasmato, pur essendone rimasto affascinato dallo splendore delle città che hanno tirato su in poco più di 15 anni.
1) 5.000 esecuzioni all’anno (quelle ufficiali)
2) libertà per il cittadino comune, tendenti a zero, basti pensare che per l’emigrazione interna ci vuole il permesso ..
3) i cittadini che emigrano all’estero per la prima volta in certi paesi accondiscendenti, rimangono legati (schiavi) per un tot di anni e lavorano anche all’estero per lo stato cinese finchè non hanno riuscattato la loro piena libertà, solo per il fatto di aver voluto emigrare.
4) un regime comunista/capitalista che accumula ricchezze e potere per mantenere il suo status
5) assenza di pluralità (non se la possono permettere!!, un 5% di contrari al regime, sono 80 milioni di individui!)
6) svariate province con svariate lingue anche incomprensibli tra loro, ed il tutto in un paese fondamentalmente agricolo
7) dipendente dalle materie prime straniere, in primis il petrolio
8) un “Gini Index” attorno al 47, da paese delle banane tipo Senegal, quindi con un reddito distribuito alla sorte dei polli di Trilussa..
9) la soglia di povertà è fissata a 125€us l’anno!! e quella estrema a 90$us l’anno!!
10) dall’altro canto hanno quartieri e città intere (basta andare a vedere Dongguann per esempio) che sono nuove, belle piene di fiori bei palazzi e villette a schiera,… ma ci circolano solo i gatti… si avete capito bene!
Ha si tanti liquidi, ma nelle mani sbagliate, e parliamo sempre di dittatori che stanno trascinando avanti un regime che molto probabilmente non sanno neanche loro come fare a modificarlo, che gli scoppia tutto addosso!
Ne ha di problemi la Cina da risolvere, a casa sua prima di tutto, e non è solo un problema di credito, di bolla immobiliare, di province periferiche, di materie prime, di cibo per la popolazione,… ma ha un problema ancora più grosso di libertà per il 95% della popolazione che non sta partecipando all’abbuffata di regime.
Voglio proprio vedere quando salterà il bullone che tiene la molla che stanno continuando a stringere da quindici anni a questa parte…..allora si che ci si divertirà, altro che default della grecia o di qualche altro paesuccolo europeo o primavere arabe, la Cina si che farà scintille nel vero senso del termine.