Di Jack Zama
In questo post Aurelio Mustacciuoli definisce il liberalismo una scienza politica mentre il libertarismo un’etica sociale. Conclude che debbano andare a braccetto se si vuole avere una forza politica capace di evitare la degenerazione economica e sociale del paese. Sostengo invece che sia proprio questa posizione ad aver causato la degenerazione economica e sociale non solo dell’Italia ma di tutto il mondo occidentale.
Secondo l’autore del post, il libertarismo dovrebbe essere un sostrato culturale che poi risulti nell’attivismo politico liberale. Se ciò non avviene si rischia di rimanere su “posizioni politiche anarchiche velleitarie”.
Significa che i principi etici, i diritti di proprietà, i diritti fondamentali dell’individuo sono talmente avulsi dalla realtà che per dare loro una dimensione reale è necessario farli passare attraverso il filtro del “pragmatismo” politico liberale. I dictat messi in pratica da tutti noi nella vita sociale di ogni giorno “non rubare, stuprare, uccidere”, non possono essere applicati alla sfera politica. Del resto questi principi e la politica sono, per definizione, in antitesi.
Il principio è assoluto e, come dice la parola stessa, viene “prima di tutto”. Il liberale sostiene che per rendere il principio reale debba smettere di avere la priorità e di essere assoluto, ovvero debba smettere di essere un principio.
Se non è un principio cos’è? È uno dei fattori. Bisogna prenderlo in considerazione e pesarlo in relazione ad altri. A volte prevarrà a volte no. Si passa così dal mondo dell’assoluto a quello del relativo, dall’oggettivo al soggettivo, dal qualitativo al quantitativo.
Questo è assolutamente deleterio perchè uno stupratore gentile, delicato e premuroso, che infila solo il 20% del suo membro nella sua vittima, è molto più vicino ideologicamente (e anche nella pratica) ad uno stupratore brutale che a una persona che non ha mai stuprato nessuno in vita sua. Chi consuma cocaina una volta ogni due mesi è psicologicamente più vicino a chi la consuma ogni giorno, rispetto a chi non l’ha mai consumata in vita sua. Allo stesso modo il liberale è più vicino al comunista che al libertario.
Una volta accettato che lo stupro sia legittimo o inevitabile, qualcuno stimerà che la giusta misura di stupro sia il 10%, qualcuno l’11%, il 12, 30, 50, 90 e così via. In base a cosa? Preferenze personali.
Mustacciuoli vorrebbe avere la botte piena e la moglie ubriaca. Vorrebbe la forza dei principi, la forza dell’assoluto, della coerenza, della logica e della morale, incarnata dai libertari, e travasarla nei liberali, ma purtroppo quando il principio viene messo in secondo piano, quel che prende il suo posto sono valutazioni soggettive spesso utilitaristiche. I liberali finiscono quindi per essere persone senza principi, volubili, ipocrite, pronte al compromesso e al perseguimento della convenienza personale come uno statalista qualsiasi.
Ma non è questo il punto. Il punto è che in un contesto di stupro legale dove c’è abbondanza di potenziali vittime, chi ha più da guadagnare? Gli stupratori efferati o gli stupratori moderati? Ovviamente quelli efferati. In un contesto di furto legale chi ha più da guadagnarci? Chi vuole rubare tanto o chi vuole rubare poco? Alla luce di ciò chi avrà l’incentivo maggiore ad agire?
La posizione politica liberale non è semplicemente velleitaria, ma proprio controproducente in quanto politica e quindi inevitabilmente destinata a rafforzare e legittimare sempre di più lo stato. Il sistema statale è progettato per metastatizzare. E’ ora di concetrare i propri sforzi sulla rimozione del cancro e non sul rallentamento della sua crescita.