DI BEPPE SCIENZA
Merita citare i diversi vantaggi di pagare in contanti, regolarmente taciuti da un giornalismo che al 99% è appiattito sugli interessi delle banche.
1. Non costa nulla, perché né banche né società di pagamenti elettronici raschiano via commissioni.
2. È sempre possibile e immediato, anche senza corrente elettrica, accesso a Internet e apparecchiature elettroniche.
3. Non taglia fuori i bambini o altre persone prive di conto in banca, immigrati ma anche italiani.
4. Non permette il tracciamento delle abitudini di consumo.
5. Garantisce la riservatezza anche per regali, beneficenza, elemosine ecc.
6. Prelevare contanti e poi pagare con essi dà senso della spesa e della disponibilità residua.
Ma da dove partono gli attacchi alle banconote? Dalle banche, perché i pagamenti in contanti sono i soli da cui esse non riescono a trarre nessun profitto, né diretto né indiretto. Così hanno inventato la lotta al contante, battezzandola War-On-Cash perché l’uso dell’inglese nobilita le trovate più bislacche. Hanno poi aggiunto il No-Cash-Day e il No-Cash-Trip, ovvero il giorno e il viaggio senza contanti, iniziative strampalate accolte però con obbedienti applausi. Chi andasse a proporle in Germania, Austria o Svizzera verrebbe preso per un mentecatto.
Puoi fare pagamenti in nero evadendo il fisco, pagare tangenti.
Con i pagamenti elettronici questo è molto più di difficile.
Evadere il fisco è solo una riappropriazione di sostanze precedentemente derubate. Se lo stato vuole è in grado di tracciare anche le banconote, purtroppo. Le tangenti le pagano con i bonifici attraverso il sistema delle scatole cinesi. Senza fisco non ci sarebbe alcuna necessità di tangenti. Nel mio personale decalogo, il settimo comandamento si formula con la norma “evadi il più possibile”.
Una buona notizia per coloro che conservano soldi svizzeri sotto il materasso: il termine di 20 anni per il cambio delle vecchie banconote è cancellato.
Ciò significa che i proprietari di vecchi biglietti bancari possono cambiarli in qualsiasi momento presso la Banca nazionale svizzera.
La decisione vale per le banconote emesse a partire dal 1976.
Altro esempio, a mio parere egualmente bene esposto: https://www.italiaoggi.it/news/lo-stato-impone-ai-cittadini-quello-che-invece-non-fa-lui-2393026
7) Sei proprietario delle banconote, ma non lo sei del denaro su un c/c bancario, che ha solo natura obbligatoria.
E’ quindi solo un credito verso la banca, contro un diritto reale.
Da notare come, oggi, una banconota non sia un credito verso la banca centrale, nè verso altri, dato che non c’è niente da riscuotere. Questo paradossalmente rafforza il concetto di proprietà.
8) Col prestito alla banca chiamato c/c o deposito bancario, sei esposto ai rischi relativi agli attivi della banca stessa.
Col contante “solo” ai rischi connessi alla gestione della moneta da parte della banca centrale.