DI MATTEO CORSINI
Intervistato dalla Stampa, Guntram Wolff, direttore della think-tank bruxellese Bruegel, ha detto a proposito dell’eventuale ripresa del quantitative easing da parte della BCE:
“Penso che la Bce potrebbe iniziare a comprare più obbligazioni sovrane. E qui il problema sono le restrizioni autoimposte sui limiti degli emittenti: non è rimasto quasi nessun Bund tedesco che la Bce possa acquistare. Considererei invece un errore passare alle azioni: se la Bce acquistasse azioni quotate, distorcerebbe i prezzi e svantaggerebbe quelle non quotate.”
Indubbiamente se la BCE si mettesse a scimmiottare la Bank of Japan, che da tempo acquista anche azioni giapponesi soprattutto tramite ETF, contribuirebbe a distorcerne i prezzi a svantaggio delle società non quotate.
Ma ogni intervento della banca centrale distorce i prezzi. Non si può dire la stessa cosa in merito alle obbligazioni emesse da società, alle cartolarizzazioni, ai covered bond e agli stessi titoli di Stato?
A voler vedere le cose per come sono, ogni azione della banca centrale distorce un prezzo, a partire dagli interventi “convenzionali” sui tassi di interesse. Se si volessero evitare distorsioni, dovrebbero essere evitati gli interventi. Tutti. Il che, a rigor di logica, porterebbe a eliminare il ruolo stesso delle banche centrali, quanto meno con riferimento alla politica monetaria.
Dubito che sia quello che vorrebbe il signor Wolff.