LEGGE, LIBERTA’ E IMMIGRAZIONE: CONVERSAZIONE CON GIOVANNI BIRINDELLI2019-07-142019-07-13https://www.movimentolibertario.com/wp-content/uploads/2018/10/ezgif.com-resize.gifMovimento Libertariohttps://www.movimentolibertario.com/wp-content/uploads/2019/07/leo-bir.jpg200px200px
Grazie Facco, Birindelli ed a questo padrone di casa, per aver potuto seguire in differita la sempre interessante conversazione tra libertari.
Sulla Catalogna ho osservato che la domanda circa l’affermazione empirica e pratica di Medina è rimasta comunque su un diverso piano rispetto alla puntuale risposta teorica formalmente puntuale ed ineccepibile di Giovanni Birindelli.
Lo strumento intervista non consente a Birindelli di affrontare l’argomento col rigore al quale è abituato.
Le questioni fondamentali di principio, in dinamiche complesse, dovrebbero assistere ogni individuo che, da solo od in gruppo, tenti di migliorare una propria condizione sia propugnando sia resistendo ad una secessione. Più internamente ogni fazione può contenere idee maggioritarie, minoritarie ed al limite posizioni individuali per ognuno degli attori in questione.
Ci sono spagnoli contrari alla secessione;
ci sono spagnoli che sono agnostici o non contrari alla secessione;
ci sono catalani favorevoli alla secessione;
ci sono catalani contrari o agnostici rispetto alla secessione.
Medina quando bolla di comunisti i secessionisti, fa solo una constatazione di fatti corroborata anche dalla evidenza della storia delle politiche della Generalitat comunque orientate sistematicamente sul “tassa e spendi” a prescindere della rapina centralistica del Regno.
La mano degli indipendentisti catalani è quella: socialista con sfumature marxiste.
Ora si possono condividere tutti i principi etici di non aggressione e del fatto che più realtà statali di dimensioni ridotte forniscano alternative più competitive per chi cerca libertà, ma quando si osserva la complessità della realtà fondata sul parallelo concorso di diritti ed aspettative emerge una necessità inevitabile, una semplificazione dialettica costringendo alla sintesi ogni posizione scientifica ed a tal punto ogni scienza va a puttane. Solo gli esiti sono osservabili per ri-orientare (sempre con ottimi principi possibilmente scientifici) la direzione delle future azioni per concordanza, non contraddittorietà e sottomissione alla “Legge”.
Birindelli non sbaglia, ma comunque, ed anche senza intenzionalmente volerlo, offre lui stesso una soluzione logica di tipo pratico alle opinioni complesse e contrastanti. La stessa che ha usato per risparmiarsi le cazzate di Stigliz.
Grazie a tutti
Alfonso Rossi
Grazie a Facco per aver offerto il privilegio di ascoltare Birindelli. Ogni volta che lo si sente esprimere si viene colti dalla medesima impressione di quando si legge uno dei grandi della storia del pensiero.
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Grazie Facco, Birindelli ed a questo padrone di casa, per aver potuto seguire in differita la sempre interessante conversazione tra libertari.
Sulla Catalogna ho osservato che la domanda circa l’affermazione empirica e pratica di Medina è rimasta comunque su un diverso piano rispetto alla puntuale risposta teorica formalmente puntuale ed ineccepibile di Giovanni Birindelli.
Lo strumento intervista non consente a Birindelli di affrontare l’argomento col rigore al quale è abituato.
Le questioni fondamentali di principio, in dinamiche complesse, dovrebbero assistere ogni individuo che, da solo od in gruppo, tenti di migliorare una propria condizione sia propugnando sia resistendo ad una secessione. Più internamente ogni fazione può contenere idee maggioritarie, minoritarie ed al limite posizioni individuali per ognuno degli attori in questione.
Ci sono spagnoli contrari alla secessione;
ci sono spagnoli che sono agnostici o non contrari alla secessione;
ci sono catalani favorevoli alla secessione;
ci sono catalani contrari o agnostici rispetto alla secessione.
Medina quando bolla di comunisti i secessionisti, fa solo una constatazione di fatti corroborata anche dalla evidenza della storia delle politiche della Generalitat comunque orientate sistematicamente sul “tassa e spendi” a prescindere della rapina centralistica del Regno.
La mano degli indipendentisti catalani è quella: socialista con sfumature marxiste.
Ora si possono condividere tutti i principi etici di non aggressione e del fatto che più realtà statali di dimensioni ridotte forniscano alternative più competitive per chi cerca libertà, ma quando si osserva la complessità della realtà fondata sul parallelo concorso di diritti ed aspettative emerge una necessità inevitabile, una semplificazione dialettica costringendo alla sintesi ogni posizione scientifica ed a tal punto ogni scienza va a puttane. Solo gli esiti sono osservabili per ri-orientare (sempre con ottimi principi possibilmente scientifici) la direzione delle future azioni per concordanza, non contraddittorietà e sottomissione alla “Legge”.
Birindelli non sbaglia, ma comunque, ed anche senza intenzionalmente volerlo, offre lui stesso una soluzione logica di tipo pratico alle opinioni complesse e contrastanti. La stessa che ha usato per risparmiarsi le cazzate di Stigliz.
Grazie a tutti
Grazie a Facco per aver offerto il privilegio di ascoltare Birindelli. Ogni volta che lo si sente esprimere si viene colti dalla medesima impressione di quando si legge uno dei grandi della storia del pensiero.