DI LUDWIG VON MISES
L’espansione impoverisce. Ma ancora più disastrosi sono i danni morali. Essa rende la gente scoraggiata ed abbattuta. Quanto più ottimista nella prosperità illusoria dell’espansione, tanto maggiore diventa poi la disperazione e il senso di delusione.
L’individuo è sempre disposto ad attribuire la buona fortuna alla sua personale efficienza e a prenderla come una ricompensa ben meritata al suo talento e alla sua probità.
Ma addossa sempre agli altri i rovesci della fortuna, bersagliando particolarmente l’assurdità delle istituzioni politiche e sociali. Non biasima le autorità per aver favorito l’espansione. Le ingiuria per la conseguente rovina.
In un boom, quando le cose vanno bene, tutti sembrano stare bene; sembra che tutte le cose che ci capitano sono frutto del nostro lavoro.
Poi, all’improvviso, quando le cose sembrano andare male, diamo le colpe agli altri senza ricordare a noi stessi che ogni azione in economia ha un prezzo e non esistono pasti gratuiti.
Testo piuttosto criptico, estrapolato da un contesto sicuramente ben più ampio.
L’espansione impoverisce i fessi che non mettono fieno in cascina per i tempi duri. Molto prima di Mises, Giuseppe vicerè d’Egitto insegnava saggezza, buonsenso ed economia.
Puro e semplice buon senso ed esperienza.
Due cose perse nel trascorrere dei decenni e dei secoli, ormai.