DI MAURO GARGAGLIONE
Ogni volta che si prova a criticare la democrazia, nella migliore delle ipotesi l’obiezione è: “Ok, allora proponi alternative migliori”.
Non esistono alternative migliori o peggiori della democrazia perchè non è sulla democrazia che dobbiamo intervenire, bensì sulla sfera di intervento del governo nella vita delle persone. Se questa sfera è limitata, la democrazia è una buona tecnica, forse la più adatta, per prendere decisioni di interesse comune.
Per ovviare a questo problema nacquero le costituzioni che avrebbero dovuto rappresentare un argine all’arbitrio del potere, sancendo la divisione dei poteri e i cosiddetti “checks and balances”.
Ma le costituzioni possono nascere male, come quella italiana, oppure possono cambiare attraverso emendamenti che ne snaturano i principi fondativi, quindi si vede bene che non bastano.
Già accettare di impostare il problema in questi termini è un passo verso il miglioramento della convivenza civile. Sfortunatamente il potere dominante dello Stato ha ammantato di solennità e religiosità il regime democratico e gli ha messo come contraltare i regimi dispotici e dittatoriali.
Lo scopo è ovvio, chi critica la democrazia deve essere isolato come un lebbroso e condannato moralmente come un peccatore. La democrazia è diventata la nuova religione di massa, con tanti saluti allo Stato laico e alla libertà individuale.
Se è eccessivo il perimetro dello Stato, non cè democrazia che tenga.
Sto leggendo il libro “Abbasso la Democrazia” di Hoppe.
Scritto bene, tradotto bene.
Chiaro, acuto e preveggente.
Quando tratta del problema immigratorio sembra che Hoppe possieda la sfera di cristallo.
Sono scritti di circa 20 anni fa.
Ci sono in giro dei cervelli incredibili.