In Economia

DI MARIO MANCINI

Se la Silicon Valley avesse una sua Costituzione il primo articolo suonerebbe così “La Silicon Valley è una comunità fondata sulla meritocrazia individuale e il mercato”. La meritocrazia, l’individuo e il mercato sono i fondamenti di una scuola di pensiero che sta prendendo sempre più campo con l’autunno del keynesianesimo e l’inverno del socialismo.

Questa scuola di pensiero è la Scuola Austriaca di economia, a lungo marginalizzata, ma oggi in piena fioritura. Avviene proprio tra i giovani disrupter che, con la tecnologia e una forte cultura imprenditoriale, stanno mettendo a soqquadro la società contemporanea, spesso, ahime! inconsapevoli o indifferenti alle conseguenze sociali delle loro azioni.

Gli appartenenti alla Scuola Austriaca sono per la maggior parte favorevoli a uno “stato minimo” che deve intervenire solo per garantire le condizioni di un corretto svolgimento dell’economia di mercato e per proteggere i diritti individuali che sono considerati alla stregua di diritti naturali, come aveva postulato John Locke, il padre nobile del liberalismo.

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Showing 6 comments
  • Max

    Mi ero perso questo ritorno di nick storico, che dice persino cose intelligenti al contrario delle tante cazzate sparate da altri nicks più “seri”.

    Bisogna festeggiare!

    https://www.youtube.com/watch?v=UnBlst3T7bY

  • Gran Pollo

    Il modello Silicon Valley? esaminiamolo per come ce lo raccontano (e come piaceva tanto credere a un certo politico italiano):
    – dei baldi giovanotti (solitamente due, ma possono essere anche di più o uno solo) inventano qualcosa (non necessariamente un bene fisico, può essere anche un servizio tipo vendita per corrispondenza stile postalmarket, ma su internet) in un garage;
    – cercano di venderlo, qualcuno glielo compra e si sentono incoraggiati a continuare;
    – vendi oggi, vendi domani, vendi la macchina per pagarti le spese, hai venduto a un “finanziatore” pieno di soldi che ti mette sul bancaccio di lavoro del garage dieci miliardi di dollari, e cominci a produrre o a lavorare su scala mondiale;
    – e vissero tutti felici, contenti e soprattutto ricchi, raccontando frasi ad effetto a studenti universitari sognanti (e a un politico italiano…)

    Dov’è il punto debole di tutta questa storia? Ce ne sono diversi:
    1) il garage: il fatto che una “nuova” impresa, che non sia lo scorporo di una preesistente o un nuovo inizio di un imprenditore di precedente successo nasca in un piccolo ambiente come un garage o una stanzetta nella casa dei genitori è cosa normale. Se per “nascita” prendiamo poi il semplice accordo tra i soci potrebbe essere anche il tavolino di un bar. La cosa non deve stupire.
    2) crescere autoalimentandosi? è possibile, ma molto molto faticoso. E non veloce. Si può arrivare, con molta dedizione e grandi meriti a raggiungere dimensioni considerevoli, ma ci vogliono decenni! E la durata della vita umana è quella che è. Ho visto spesso aziende lasciate in eredità svanire nel nulla alla scomparsa del padre fondatore. E non per incapacità degli eredi (beh, anche…) ma proprio per colpa del “padrone” stesso, che non ha saputo/voluto ascoltare idee diverse dalla sua, né trasmettere in toto la sua visione aziendale (anzi, spesso quando gli eredi si son trovati a prendere in mano imprese già irrimediabilmente sul viale del tramonto… come il fondatore).
    3) E sicuramente non si diventa una multinazionale! per quello ci vogliono soldi, tanto capitale esterno che NON SEMPRE si ottiene per merito. E qui il vero punto debole: ma davvero credete che a siliconvalley se ne vadano in giro ricconi su limousine lussuosissime che vanno a vedere, casa per casa, se qualcuno in garage ha inventato qualcosa? E se del caso, pronto a sganciare le miliardate solo perché il computerino di legno è così puccioso? Pensate alle implicazioni che ha il fatto che esista IL social network, o IL produttore di sistemi operativi o IL costruttore di processori, e capirete…
    4) Tutti felici e contenti? Di solito, tra coloro che hanno lavorato al progetto iniziale, chi aveva una visione più genuina viene allontanato, lasciando il merito e il danaro all’arraffone più grosso, e addio. Il resto sono chiacchiere.
    5) Ah a proposito… chissà perché chi arriva ad una posizione dominante non è più a favore della libera concorrenza/libero mercato come prima… anzi, si fa spesso promotore di inizative legislative volte a bloccare sul nascere progetti che potrebbero fare anche solo un pochino ombra al loro big business. Vedi le continue proposte di riforma in senso restrittivo su brevetti e diritto d’autore – una in discussione in questi giorni al parlamento europeo potrebbe fare danni di quelli brutti. Altro che libertà di impresa e merito!

    La valle del silicone è speculazione, non meritocrazia. wake up!

  • Giorgio

    Perché non scrivere qualcosa invece su Stallman, un autentico genio, e del copyleft?

    • Max

      Puoi sempre farlo tu, per me sa troppo di punkabbestia da centro a/sociale okkupato. Libertà di copia e modifica va bene, ma pure acqua e sapone sono importanti.
      Anche l’alternativismo ha un limitismo (semicit.)

  • eridanio

    già innovazione ed imprenditorialità di solito sono fatte di tanto silente ingegnoso lavoro.
    Gli sboroni supercazzolari di successo esistono, ma sono solo quel che si vede.
    L’imprenditore non è austriaco…è imprenditore, cioè Il santo graal della scuola austriaca. Questa scuola ha scoperto gli imprenditori e le imprese reali e per quello che sono, ma non potrebbe dirigere i loro sforzi senza contraddirsi. La scienza scopre Leggi, non come usarle e per quali fini. Come usarle, nelle circostanze di mezzi. di tempo e di luogo spetta a chi agisce imprenditorialmente, “austriacantemente” o meno è irrilevante.

  • Max

    La mia grande simpatia per gogol e fessbuc e già nota.

    Ora parliamo un po’ di Cancelli e delle sue Finestre.
    Di innovativo cosa ha avuto? NIENTE – NIENTE – NIENTE.

    Il Dos lo ha scopiazzato da Unix che peraltro resta la base di ogni SO, il sistema delle finestre lo ha scopiazzato dal Mac di Jobs.
    Come programmatore valeva poco, ma come piazzista è stato una cannonata. Ha avuto – questo sì – la capacità commerciale di imporre una posizione dominante quasi monopolistica per anni alle case di hardware piazzando la sua ciofeca winzozz come unica alternativa. E’ la prova provata che non sono i migliori ad emergere, ma i più fortunati-spregiudicati-ammanicati-ruffiani.

    Se voglio un milionario davvero innovativo a cui ispirarmi, un piccolo Davide che ha sfidato il grande Golia e gli ha dato una bella lezione soprattutto in campo umano, lo trovo in Sudafrica e si chiama Mark Shuttleworth.

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