DI FRÉDÉRIC BASTIAT
“Vorrei almeno che mi si indicasse un paese, un’epoca, in cui la schiavitù sia stata abolita per libera e generosa scelta dei padroni.
La Schiavitù fornisce un secondo e luminoso esempio di quanto siano insufficienti i sentimenti religiosi e filantropici quando si trovano alle prese con l’energico sentimento dell’interesse. Questo potrà sembrare triste a certe scuole moderne che cercano nell’abnegazione il principio riformatore della società. Che comincino pure dal riformare la natura dell’uomo.
Nelle Antille i padroni professano, di padre in figlio, sin dall’istituzione della schiavitù, la religione cristiana. Essi ripetono molte volte al giorno queste parole: «Tutti gli uomini sono fratelli; amare il proprio prossimo e adempiere tutta la legge». E tuttavia possiedono degli schiavi; e niente gli pare più naturale e legittimo. I riformatori moderni sperano forse che la loro morale possa diventare così universalmente accettata, così popolare, così forte d’ autorità, così comune su tutte le labbra, quanto lo è il Vangelo? Ma se nemmeno il Vangelo è riuscito a passare dalle labbra ai cuori, al di sopra o attraverso la grande barriera dell’interesse, come possono sperare che riesca in questo miracolo la loro morale?
La schiavitù è dunque invincibile? No; l’abbatterà la stessa cosa che l’ha fondata: l’Interesse; purché, per favorire gli interessi particolari che hanno creato questa piaga, non ci si opponga agli interessi generali che devono guarirla.
È una verità dimostrata dall’Economia politica che il lavoro libero progredisce per sua essenza, mentre il lavoro dello schiavo è necessa-riamente stazionario. Pertanto il trionfo del primo sul secondo è un fatto inevitabile. Cosa ne è stata della coltivazione dell’indaco fatta dai neri?
Il lavoro libero applicato alla produzione dello zucchero ne farà abbassare sempre di più il prezzo; e in questa misura lo schiavo renderà sempre meno al suo padrone. La schiavitù sarebbe da tempo già caduta in America, e da sola, se le leggi in Europa non avessero alzato artificialmente il prezzo dello zucchero. Così noi vediamo i padroni, i loro creditori, e i loro delegati lavorare attivamente per mantenere queste leggi, che sono oggi le colonne dell’edificio.”