DI GIOVANNI BIRINDELLI
In fondo anche Hitler voleva l'”armonizzazione” delle sue regole in Europa. Anche lui (dall’estate del 1941 in poi) si sarebbe seccato se le persone da lui perseguitate avessero potuto “delocalizzare”: cioè andare dove “loro conveniva”; dove le condizioni erano meno difficili di quelle prodotte dal nazismo ad Auschwitz per esempio (cosa che dopo l’ufficializzazione della “soluzione finale” in effetti non poterono più fare).
Naturalmente, la signora Bonino non è una nazista. Anzi, possiamo concordare con lei sul fatto che è anti-nazista. Tuttavia, come i nazisti (o come i partiti con i quali il suo è in competizione e a cui ritene di essere agli antipodi), è una socialista. Questo vuol dire che col nazismo essa ha diverse cose in comune: cose che lei non vede perché non ragiona in termini astratti (logici); ma che forse riuscirebbe a vedere se iniziasse a ragionare anche in questi termini.
In particolare, col nazismo la signora in questione ha in comune:
1) l’idea astratta di legge (il positivismo giuridico): in altre parole, lo stesso disprezzo per la libertà intesa in termini di assenza di aggressione di alcuni da parte di altri, p. es. in nome di un “bene collettivo” o “sociale”;
2) la totale ignoranza economica (che di solito si accompagna al disprezzo per la libertà di cui sopra).
3) la convinzione che il potere costituito nel momento in cui lei ne fa parte (o ne vuole far parte) produca il migliore dei mondi possibili. Un mondo che è tale non perché le persone, usando la loro conoscenza che è anche di tempo e di luogo, scelgono liberamente di starci; ma perché chi lo controlla con la forza e trae da questo controllo rendite parassitarie ha deciso arbitrariamente che sia così (o che sarà così). Per cui da questo mondo non deve essere possibile uscire (nel senso che uscirne deve essere reso sempre più difficile e costoso); esso non può essere messo in competizione con altri; alle persone e soprattutto alle imprese (cioè a chi produce ricchezza) non deve essere permesso di “votare con i piedi”, o “delocalizzare”: usare la propria conoscenza per i propri fini; scegliere.
Il socialismo, per esistere, ha bisogno di un ambiente giuridico positivo(*), senza il quale muore. Gli ambienti giuridici positivi sono tanti quanti sono i regimi positivi, nel tempo e nello spazio. In altre parole, sono infiniti. Anche senza toccare i temi della libertà e dell’economia, l’arroganza di pensare in buona fede che uno particolare di questi ambienti (quello di cui guarda caso si fa parte) possa essere il migliore dei mondi possibili (nel senso di cui sopra) è, nella mia opinione, una forma di patologia mentale.
PS. Una volta che questi signori hanno realizzato l'”armonizzazione” totale delle regole fatte dal centro e a quel centro arriva un nuovo Hitler, cosa succede? Bitcoin, il mezzo di scambio decentralizzato è nato anche per questo. La libertà sta reagendo.
(*) Un ambiente giuridico positivo è uno in cui le azioni delle persone sono limitate coercitivamente da decisioni particolari e arbitrarie di altre persone privilegiate invece che da regole generali (il principio di non aggressione e le sue declinazioni) che esistono indipendentemente dalle decisioni di chiunque e la cui validità è riscontrata oggettivamente nel fatto che queste regole possono essere applicate a tutti allo stesso modo, nessuno escluso (e in particolare stato incluso).
applausi per l’intervento del colla, ovviamente tutti sulla fiducia!
@Wiston Diaz. Forse c’è una “mai” di troppo. In ogni caso avevo scritto “eletta con la Lega Nord”, non iscritta a quella formazione politica. Sul “libertaria come sempre è stata” c’è da distinguere le posizioni precedenti con quelle attuali, compresa la sintonia con Tremonti contro le coltivazioni di piante per carburante.
@Tutti gli altri libertari autentici. So che è insopportabile l’analfabeta del commento precedente a questo mio scritto, so anche che può risultare insopportabile la mia prolissità nelle risposte. Ma purtroppo il rischio di non rispondere potrebbe portare qualche lettore dubbioso a ritenere che le obiezioni alla libertà possano avere una qualche ragione d’essere. Ricordate che avevo previsto un suo intervento in stile “commedia dell’arte inventata da Confucio, libertario perché non voleva leggere Marx”? Eccone la dimostrazione, compresa l’incapacità linguistica che si manifesta non solo nel mancato uso delle maiuscole o della corretta punteggiatura ma anche in tutto il resto. Per “sintetizzare” sono costretto a utilizzare la numerazione. I punti saranno tranta. Chi non riesce a reggere o non ha tempo, vada subito al trentesimo punto.
1) Ci vuole un bel coraggio ad accusare gli altri di essere sconclusionati quando lui non aveva nemmeno capito che Birindelli l’argomento giusnaturalistico non lo aveva trattato affatto. E glielo ha anche detto ma ovviamente il genio incompreso lo ha ignorato, era troppo occupato a scrivere altre sciocchezze. Che tali sono oggettivamente, per le ragioni che vedremo nei punti successivi.
2) Sul “sedicente esperto” si informi da chi di dovere. Lui non è spettatore gradito ai miei spettacoli perché i disturbatori di professione sono i classici “portoghesi” che vogliono assistere alla rappresentazione senza pagare il biglietto. Non mi sono mai definito esperto. Ho siposto al babbeo che chiedeva “in cosa fossi ferrato”. Il babbeo, ferrato lo è solo nella sua incapacità a comprendere qualsiasi cosa. Vantandosene.
3) Il grande intellettuale lasci perdere Artaud, non è degno di nominarlo perché non sa chi sia stato. Vivere “nel suo mondo” sarebbe un obiettivo auspicabile ma soio per le persone intelligenti e alfabetizzate, categoria alla quale non appartiene. Se si rifersice al surrealismo (qualcuno deve averglielo suggerito), provi a pensare quanto possa essere surreale nel senso etimologico del termine il desiderare che la libertà non venga raggiunta.
4) Ritenere che il giusnaturalismo non esista è una palese dimostrazione di ignoranza della storia della filosofia. Esisteva già con Gorgia, Zenone, Democrito, Epicuro, Lucrezio. Ne abbiamo esempio con Cicerone e Seneca. Lo ritroviamo con Severino Boezio. Più avanti, in parte, con i tomisti e con la scuola di Salamanca. Poi con Spinoza, Locke e Kant. Ancora con Bastiat, con minore letteratura nella prima metà del novecento e con John Finnis nella seconda metà. Per non parlare di Bruno Leoni. L’elenco è comunque incompleto ma per il cialtrone è comunque inutile perché lui non sa leggere.
5) Sostenere che non esista la definizione di natura, oltre che da ignoranti è anche da stupidi. Evidentemente la più celebre opera di Lucrezio non è mai stata scritta. Ecco un ulteriore esempio del fatto che lo scocciatore dica sciocchezze sia un dato obiettivo.
6) Prima sostiene che la definizione di natura non esiste, poi dice che ne esistono tante. Si metta d’accordo, non dico col cervello perché non lo possiede, ma con sé stesso; ammesso che lui sia qualcosa, un “sé” o “in sé”.
7) L’acuto pensatore sostiene che definire un diritto in base alle definizioni di natura sia un’operazione ridicola e da filosofi della domenica. Evidentemente ritiene “domenicali” tutti i filosofi citati al quarto punto. E non ritiene ridicolo il pensare di definire un diritto in base all’arbitrio personale di un aspirante dominatore altrui.
8) Si chiede quale diritto naturale sia stato applicato nei secoli. Purtroppo nella storia umana la libertà non è molto frequente. Questo non significa che non abbia un valore o che non possa essere un obiettivo raggiungibile. In alcuni casi c’è stata. Per il diritto naturale potrebbe valere la stessa considerazione ma solo in un contesto libertario. Ci sono stati dei casi (Hobbes ad esempio) in cui l’idea di stato di natura ha comportato teorie favorevoli all’assolutismo. Questa, però, è una spiegazione che vale solo per chi nella libertà crede veramente. Per il nostro soggetto è completamente inutile vista la sua totale impreparazione su ogni argomento.
9) “Colla più che conoscere la storia, inventa.” A parte il fatto che l’inventore potrebbe comunque conoscere e inventare per tornaconto personale, anche questo sfugge alllo scemo del cosiddetto villaggio virtuale. Citi, in ogni caso, una sola volta dore avrei inventato: sappiamo che collezionare brutte figure gli provoca un piacere immenso.
10) Un’altra frase degna di lui: “Che il diritto positivo sia una negazione del diritto è una sciocchezza che non andrebbe nemmeno commentata”. Non si rende conto che “diritto imposto” è il contrario del diritto e che quindi l’autentica sciocchezza sia la sua perché dove c’è imposizione il diritto scompare. Con l’imposizione esiste solo il normativisimo, cioè il contrario del diritto.
11) “Il diritto positivo stabilisce cosa sia il diritto.” Idiozia cosmica! Il cosiddetto diritto positivo stabilisce arbitrariamente e forzatamente delle norme che spesso con il diritto autentico non hanno nulla a che vedere.
12) “Il diritto naturale non può stabilire cosa sia il diritto per definizione, perché se lo facesse diventerebbe diritto positivo”. Altra banalità. Il diritto naturale non ha la funzione di “stabilire” cosa sia il diritto ma di garantire i rapporti tra gli individui attraverso l’istituto della proprietà e dell’inalienabilità della vita, così come della libertà. Il tutto attraverso la legge comune, non attraverso quella civile. Non ha alcuna “voglia” di trasformarsi in diritto positivo, di diventare il suo contrario. E’ un problema che si pongono solo gli sciocchi.
13) Sostiene di non capire “come al solito” quello che scrivo. Siamo in molti a essere d’accordo con lui, probabilmente solo in questo. Dal momento che gli altri capiscono, chissà se si è mai posto una domanda fondamentale? Nel caso specifico, non capisce cosa si voglia dire con la contrarietà a imporre una limitazione al principio di non aggressione. Ovvio che non lo capisca. Se a questo principio metto un limite, vuol dire che in alcuni casi posso aggredire. E così non deve essere, mi posso solo difendere. Ma attenzione all’ennesima frase cretina: “Invento un principio e non definisco di cosa parla o parla di qualcosa che non riesce a definire?” A parte che detto principo non l’ho inventato io; mi limito solo a seguirlo. Ma se solo fosse attento a ciò che viene detto e scritto, scoprirebbe che la definizione è stata data da tutti i pensatori seguaci e sviluppatori del principio stesso. E qui l’elenco lo ometto, non solo per risparmiare spazio. Lo abbiamo già pubblicato altre volte, i libertari lo conoscono a memoria mentre per lui è per ovvie ragioni inutile.
14) Sui possibili impazzimenti dovrebbe pensare seriamente a consultare qualcuno che gli dica la verità senza inutili metafore.
15) “Che la tassazione sia un furto, lo pensate voi e Berlusconi”. Noi lo pensiamo e ne siamo fieri. Nel “noi” ci sono autorevoli pensatori che anche qui evitiamo di citare con le stesse motivazioni del tredicesimo punto. (Punto, non emendamento; qualcuno gli spieghi la differenza). Il personaggio da lui citato non ha mai pensato che la tassazione sia un furto in sé ma che lo sia solo una tassazione alta.
16) “Nessuno ha mai battagliato per non avere tasse, piuttosto per ridurle”. Quando dice “nessuno”, si riferisce ovviamente a sé stesso. Questa volta una citazione è d’obbligo: “La Tirannia Fiscale” di Pascal Salin. Non è l’unico, ovvio, ma risparmiamoci pure un ulteriore elenco. L’allocco pensa forse alle liste parlamentari perché per lui la storia del pensiero non conta.
17) Il tapino considera “perle ai porci” l’apologia della tassazione. Non si accorge che il vero porco è colui che pretende da me qualcosa senza averne diritto. Se per lui la tirannide è una perla, se la tenga e lasci in pace gli altri. Al nord possono ben mutare la parola “perla” con la vocale “i” al posto della “e”. Il riferimento non sarà casuale. Tra l’altro, l’esempio suino proviene da uno che con la sua “prosa” sarebbe stato annoverato da Giuseppe Prezzolini (un altro “chi era costui”, vero?) tra i porcelloni della lingua italiana.
18) Continua a sostenere che esistano diversi tipi di economia. Sì, e diversi tipi di onestà. O di filosofia, di umanità e di universo. Non capisce che la scienza è una e che i vari comparti della scienza non sono un’altra scienza contrapposta.
19) “La distribuzione della ricchezza è ancora troppo disuguale in occidente”. Vecchio ritornello cretin – marxista. Ritornello che non vuole ammettere che in una società libera, la distribuzione è un processo naturale regolato da quelle leggi di mercato che quando non sono presenti per colpa dei normativisti, il primo a soffrirne è proprio chi dovrebbe avere i benefici di questo processo.
20) Se avesse l’accortezza di leggere gli autori che cita, scorpirebbe che Rodinson (che pure è stato un pensatore marxista) non ha mai sostenuto che l’islam sia “un’altra economia” o che sia una dottrina egualitaria nella distribuzione della ricchezza. Chi è, dunque, che inventa?
21) Invitare gli altri a “leggersi” questo o quello è esercizio puerile per chi ha letto solo Pinocchio o che confonde Rodinson con Robinson.
22) Senite questa: “La relazione tra libertarismo e nazismo è riferita a una società in cui la ricchezza è distribuita come lo è attualmente senza le garanzie che lo stato sociale garantisce a chi è sprovvisto di alcuna ricchezza”. Perfetto. A parte l’inutilità dell’aggettivo “alcuna” in questo contesto (poi gli spiegheremo che in questo caso è aggettivo e non pronome; più tradi anche cosa sia un aggettivo). La “summa” estetica la si raggiunge con un soggetto che “garantisce le garanzie”. Il contenuto è più o meno idiota come tutto il resto. Intanto lo stato sociale non garantisce niente se non illusioni, inflazione e maggiore povertà inizialmente mascherata. Tanto è vero che Keynes era entusiasta delle scelte in campo economico dell’Italia e della Germania negli anni trenta del ventesimo secolo. La gente stava male proprio per colpa dello stato sociale. Poi ci spiegherà come mai tra le frasi di Hitler non compare mai un richiamo ad avere maggiore libertà. Quindi le relazioni le vede solo lui con il suo strabismo. Nella Germania nazionalsocialista lo stato era invadentissimo nell’economia. Che c’entra lo stato con i libertari? Ma l’evidenza basta ignorarla.
23) Per lui “società libertaria” sarebbe un ossimoro osceno. Certo, sempre per lui l’unica soietà degna di questo nome è quella totalitaria. Ritenere che la libertà sia incompatibile con la possibilità di associarsi spontaneamente è tipica dei soggetti avvezzi al totalitarismo.
24) Qui l’imbecillità raggiunge il suo apice: “Per garantire la libertà di pochi si ripristina la schiavitù per i molti”. Non si accorge il signor inutile che è la società di oggi, non libertaria, a rendere schiavi i molti a vantaggio di pochi. E’ ciò che combattono i libertari. Non si accorge di quanto sia idiota e qui sì veramente ed oscenamente ossimorica l’espressione “libertà schiavista”. I libertari, la libertà la vogliono per tutti. Non per pochi, che poi coincidono con i pochi attuali che guarda caso del libertarismo sono avversari.
25) “La libertà nella società libertaria non esiste senza denaro”. Invece oggi, dove la libertà è limitata, senza denaro siamo più liberi! Le astrazioni sono fondamentali per creare qualcosa (anche questo lui non lo sa) ma solo gli stolti non si avvedono che una teoria che si fondi su basi forti possa ottenere risultati altrettanto forti.
26) Altra frase insulsa: “La società libertaria porterebbe inevitabilmente a regimi che si basano sull’ampia disponibilità di denaro e di forza detenuti da poche famiglie”. Il citrullo continua a non accorgersi che la disponibilità di pochi a svantaggio di molti è una caratteristica delle società diametralmente opposte al libertarismo. La vera società libertaria è concepita proprio perché cessi questo stato di cose e che denaro e forza siano prerogativa di tutti. Evidentemente per lui il Venezuela è una società libertaria, visto che lì la ricchezza e la forza la detengono solo le famiglie Chavez e Maduro. O forse “pensa” (virgolette perché non creda sia in grado) che il libertario sia favorevole all’attuale regime venezuelano e non capisce che la libertà è incompatibile con qualsiasi regime.
27) “Il feudalesimo era una società contrattualistica”. Qui l’acme è raggiunta dall’ignoranza, più che dall’imbecillità. Il contratto, all’inizio della società feudale, era solo tra guerrieri di diverso lignaggio. I popoli invasi non contrattavano, subivano e basta. Ecco perché non capisce il principio di non aggressione.
28) La vita terribile delle persone in epoca feudale era più o meno la stessa vita terribile delle persone in epoca postfeudale ma soggiogata dagli stati nazionali.
29) “La cosa si capisce solo se si conosce cosa il feudalesimo sia stato”. Appunto, quindi lui non la capisce. Come non capisce che i libertari non hanno mai auspicato il feudalesimo ma siano sempre stati dalla parte della borghesia antifeudale e antinobiliare. Quella borghesia che quelli come lui, malgrado si spacci per libero professionista “catastale”, hanno sempre detestato e continuano a detestare. Se contesta quest’accusa, esca allo scoperto. Si firmi per esteso, mostri il suo volto o se non vuole mostrarlo pubblicizzi la sua attività. Se vuole riservatezza, dica almeno di cosa si occupa realmente, non genericamente. Io ho detto anche il quartiere dove abito. E lo ridico: si chiama Lunghezza, nel sesto municipio romano (ex ottavo). Non faccio l’anonimo come lui.
30) Ho motato che cita Godel. Se si riferisce a Kurt Godel occorre consigliargli di cambiare esempio perché parla di un fautore di un qualcosa che non lo riguarda: la logica. Forse si riferisce a gaston Godel, l’atleta svizzero. Qui è senz’altro più competente lui. Perché quelli come lui di marce (su Roma) se ne intendono. Non sotto il profilo storico, certo, solamente sotto l’abitudine pratica.
Non so chi sia riuscito a seguirmi dall’inizio alla fine, più che ringraziare prefersco scusarmi. Tranne, ovviamente, con lo sgradito “interlocutore”. Che, credo ironicamente, definisce “belli” i miei interventi. Se non è ironico, sbaglia anche qui. Per irspondere a lui occorre scendere notevomente di livello. Gli interventi belli sono quelli dei grandi pensatori che lui si rifiuta di leggere perché non ha tempo. Il tempo di scocciare noi, però, lo trova. Ho un sospetto: dietro la firma di quest’aggeggio si cela un libertario che vuole mettere in cattiva luce chi libertario non è. Perché esporsi continuamente al ridicolo è esercizio estenuante. Se così non è bisogna cominciare a preoccuparsi. Simili soggetti sono pericolosi per la propria e l’altrui incolumità. Magari è ancora giovane, ha i genitori viventi. Evitiamo che compia azioni sconsiderate. Avete visto ciò che scrive? “Sarebbe più opportuno che mi cecassi, come dite voi”. Ma quando mai l’abbiamo detto? Sono sicuro che gli psicologi clinici converrebbero che siamo in presenza di uno psicopatico potenzialmente autolesionista. Sarà scocciatore ma salviamogli la vita e la salute fisica. Per quella psichica non credo ci sia speranza ma non è il mio campo. Si pronunci chi è competente. Non lui, quindi.
Son riuscito io a seguirti,e senza sforzo.
Le tue parole sono ossigeno per la mente.
Se posso darti un consiglio,non perder piu’ tempo con certi personaggi.
Secondo me è uno che lavora nelle segreterie di qualche c***** di partito e passa la giornata a scriver puttanate sui forum per ostacolare la presa di coscienza,da parte delle persone,della realtà che le circonda.
Grazie.
Ancora,come sempre,i miei complimenti.
Bravo.
Che poi l’ignorante…. non solo è sfottente, y’ pur permaluus!!…. Ma vattin veee.
sempre belli gli interventi del colla, tanto belli quanto sconclusionati. un sedicente esperto di teatro che probabilmente vive nel mondo di artaud. il giusnaturalismo non esiste per il semplice fatto che prima bisognerebbe definire cosa è la natura. ma questa definizione non esiste, o meglio, ne esistono così tante che definire un diritto in base alle molteplici definizione di natura è un’operazione ridicola (o da filosofi della domenica). il vero diritto nei secoli è stato quello naturale? ah sì??? e quale allora? quando è stato applicato? lui che “conosce” la storia me lo può dire. anche se più che conoscere direi inventa. che il diritto positivo sia poi una negazione del diritto è una sciocchezza che non andrebbe nemmeno commentata. il diritto positivo stabilisce cosa è il diritto, i suoi limiti e le sue prerogative. il diritto naturale questo non lo può fare per definizione, perché se lo facesse diventerebbe diritto positivo. sul principio di non aggressione poi non si capisce (as usual…) cosa voglia dire il colla con la frase “Perché si dovrebbe imporre una limitazione a detto principio”. ma come, invento un principio e non definisco di cosa parla? il principio di non aggressione parla di qualcosa che non riesce quindi a definire? perfino godel impazzirebbe qui!
sarebbe meglio chiudere pure l’altro occhio sulle nugae successive del colla, quando parla di tassazione ed economie (sarebbe più opportuno che mi cecassi come dite voi, per non dover più leggere certe cose). che la tassazione sia un furto lo pensate voi e berlusconi. nessuno mai ha battagliato per non avere tasse, piuttosto per ridurle, ma questo è un’altra cosa. non voglio mettermi a fare un’apologia delle tasse che in questo luogo sarebbe come dare perle ai porci. esistono già diversi tipi di economia, e la maggior differenza consta nella distribuzione della ricchezza, che ahimé nella nostra economia, in quella occidentale è ancora troppo disuguale. per conoscere altre economie, il colla potrebbe leggersi islam e capitalismo di rodinson tanto per iniziare.
tornando alle liaisons dangereuses tra il libertarismo e il nazismo, mi riferisco evidentemente a una società in cui la ricchezza è distribuita come lo è attualmente, per non dire peggio, senza d’altra parte le garanzie che lo stato sociale garantisce a chi è sprovvisto di alcuna ricchezza. la società libertaria, che ossimoro osceno!, per garantire la libertà di pochi ripristina la schiavitù per i molti. la libertà nella società libertaria, ma pure nella nostra, non esiste senza denaro, è solo un’astrazione. la società libertaria porterebbe inevitabilmente a regimi che si basano sull’ampia disponibilità di denaro e di forza detenuti da poche famiglie. anzi, togliamo il condizionale, perché chi la storia la conosce sa che il feudalesimo era una società contrattualistica, e se conosce cosa è stato il feudalesimo sa pure quanto terribili potessero essere le vite delle persone.
@Wiston Diaz. Tutto esatto il resoconto relativo al percorso radicale. Ed anche condivisibile nelle finalità. Tutto tranne l’inizio. Dov’ero? Intanto che c’entra dov’ero? E comunque ero nel mio quartiere per invitare le persone a sottoscrivere i referendum. Il mio unico appunto è stato quello relativo al “mai lontanamente stata eletta Emma Bonino con la Lega Nord”. Ho solo segnalato la candidatura per correggere quello che ritenevo un errore dovuto a più che giustificabile dimenticanza. Io stesso non ricordavo che avesse anche vinto. Tutto qui.
Ok, ma da quel che dicevi sembrava che la bonino sia mai stata una leghista. Semplicemente e’ stata coerentemente eletta con la coalizione che allora si presentava per la “rivoluzione liberale”, da federalista europea e liberal-libertaria quale e’ sempre stata.
La lega allora si presentava come un partito federalista europeo e liberale-antistatalista. Purtroppo poi sappiamo com’e’ finita, ma certo non per colpa della bonino (che peraltro e’ stata mandata a fare il commissario europeo da berlusconi durante quella legislatura, facendoci fare una bella figura come raramente e’ successo in sede europea). La lega adesso e’ diventata l’opposto di quel che diceva di essere allora, un partito neonazionalista, antieuropeista, antiliberista, noglobal, becero, reazionario, conservatore e bigotto, come sembra piacere al suo numeroso elettorato attuale. Tutto il centro-destra adesso e’ cosi’, ma e’ naturale, i liberali veri sono un’esigua minoranza persino nei paesi anglosassoni, vedi inghilterra dove spesso il partito liberale non e’ nemmeno rappresentato in parlamento, mentre in usa essere di destra repubblicana quasi sempre vuol dire essere un fondamentalista religioso da superstizione medioevale o comunque essere sostenuto e condizionato da quella numerosa parte politica. Tutto il mondo e’ paese.
Non solo ci sono voci contabili che non rientrano nel vincolo di bilancio, quand’anche ci fosse una procedura d’infrazione che succederebbe? Ci caccerebbero dall’Unione? No, continuremmo a spendere e in più pagheremmo la multa. Che problema c’è? Le tasche sono del suddito, mica dell’italocrate o dell’eurocrate. Attendo comunque un superamento delle monete attuali con un’unica moneta mondiale emessa dalla futura Banca Centrale delle Nazioni Unite. La istituiranno per salvare i bilanci. Se l’Inghilterra non partecipa, fuori dall’ONU!
L’unica volta che in Europa sono stati “cattivi” con noi, è stato nel ’97 quando ci cacciarono dall’Eurofestival canoro, a causa del presunto plagio dei Jalisse. Il resto solo chiacchiere e minacce vaghe.
La banca centrale l’ha di fatto conservata con il nome di Banca d’Italia, sede compresa da mantenere a spese nostre. Nelle sue centralistiche ed inutili funzioni (quando non dannose, cioè quasi sempre) è stata sostituita dalla Banca Centrale Europea che annovera geniali Draghi della finanza. Talmente draghi da immettere impropriamente denaro in circolazione provocando la futura bolla. Però nessuno se ne accorge perché chiamano il tutto in dialetto liverpoollese: “quantitatìvve aisìnghete e poi antibbrèxite, cioè…”. Se si fosse conservata la lira sarebbe successa la stessa cosa ma limitata geograficamente e con minori spese per le partite stipendiali degli eurocrati. Comunque la Gran Bretagna la sterlina l’ha mantenuta. Il problema non è in quale ambito geografico compiere sciocchezze ma il contenuto delle sciocchezze stesse. La favola che l’euro, Ciampi e Amato avrebbero salvato le nostre finanze rimane appunto una favola. Tanto è vero che i conti rimangono in pesantissimo rosso indipendentemente dalla valuta utilizzata.
Esatto Alessandro, ha semplicemente aumentato l’azzardo morale dei legislatori e dei governanti, nei riguardi della spesa pubblica. Si dirà c’è il vincolo di bilancio, ma quello è facilmente aggirabile, ci sono voci contabili preferenziali, che non rientrano affatto nel conteggio della spesa. In ogni caso, la catastrofe s’avvicina sempre di più.
Non e’ la stessa cosa che con la lira: ora ad aumento della spesa pubblica deve corrispondere aumento di tasse, e ad aumento di debito, aumento di interessi da pagare (sebbene ad una frazione del tasso di interesse di prima). Cambia tutto.
La gente e’ estrememante incazzata coi politici per questo, perche’ il gioco delle tre scatolette e’ piu’ difficile, non possono piu’ vendere la stessa pelle dell’orso dieci volte come facevano prima. E i politici reagiscono tentando di trasferire la rabbia sull’europa, che funge da capro espiatorio. Per i nostri politici e’ una goduria poter dire “lo vuole l’europa”, quelli di destra per incolparla di ogni cosa che non va, quelli di sinistra per avere copertura ad ogni aumento di tasse, che per loro sembra essere un fine piu’ che un mezzo (le tasse sono bellissime ve la ricordate?).
Su radioradicale.it del 23 febbraio 1994, un’intervista di Paola Orefice ad Emma Bonino evidenzia la candidatura di quest’ultima con la Lega Nord. L’intervista è ancora facilmente raggiungibile in rete. Quindi non è esatto affermare che non sia mai stata lontanamente eletta con questa formazione politica. Se per mai eletta significa che non ha vinto, allora è un altro discorso; non ricordo come andò nel suo collegio. Ma mai eletta non significa mai candidata. Che il diritto imposto sia la negazione del diritto autentico non è un’opinione come non lo è il fatto che la siccità sia il contrario della pioggia. Si può parteggiare per la siccità o per la pioggia ma non si può affermare che siano entrambe la stessa cosa vista da due punti diversi. Una vecchia storia (mi sembra cananea) raccontava di un padre che aveva due figlie, una sposata a un vasaio e l’altra a un agricoltore. Non sapeva se sperare nella siccità per essiccare i vasi o nella pioggia per la crescita dei frutti. Non poteva pretendere tutte e due gli avvenimenti contemporaneamente. Il principio di maggioranza non c’entra con la realtà. Il novantasei per cento della popolazione mondiale soffre di raffreddore ma questo non significa che il raffreddore non sia più una patologia. E che sia una patologia non è un’opinione della mente del quattro per cento dei sani. Se c’è qualcosa di imposto, quel qualcosa non ha nulla a che vedere con il diritto. Indipendentemente da quanti siano i fautori dell’imposizione. E’ lo stesso discorso della legge fiat contro la Legge con la “elle” maiuscola. Come la Legge, sarebbe meglio parlare di Diritto senza aggettivi. Giungendo conseguenzialmente all’ordine spontaneo e superando con ciò anche i limiti del giusnaturalismo e le diverse concezioni che potrebbero essere arbitrariamente assegnate al concetto di natura. Ci possono essere campi specifici del diritto (civile, penale, amministrativo ed altro) ma non può esserci un diritto totalitario perché il totalitarismo è la negazione del diritto per legge fisica e grammaticale, non per opinione di qualcuno. Il filototalitarista inneggi pure alla tirannide, si bandisca ogni norma che glielo impedisce. Ma se sostiene che la sua sia una proposta libertaria lo si additi non come totalitario ma come imbroglione o come sciocco. Siamo nella stessa situazione del già citato discorso dell’acqua. E’ H2o comunque, indipendentemente dai sostenitori dei benefici di quella liscia o degli apologeti di quella effervescente. L’acqua non diventerà mai siccità, tranne in sua assenza. E quindi il “diritto positivo” non diventerà mai naturale, anche se qualcuno vorrà considerarlo tale a causa della scarsa dimestichezza con la scienza e con la filosofia. Sui radicali si potrebbero pronunciare tante osservazioni. Emma Bonino, Marco Cappato e Riccardo Magi hann preso una strada. I più pannelliani Rita Bernardini, Maurizio Turco e in forma autonoma Giovanni Negri ne hanno presa un’altra. Quelli che si accontentano di qualche conquista (più che altro di qualche promessa) in campo civile, si sono accodati a sinistra. I liberali, liberisti e libertari che ancora continuano a chiamarsi così, non hanno accettato. Credo che il loro rifiuto sia coerente con la loro storia e coincidente con il mio modo di pensare. Che poi è quello di molti di noi frequentatori di questo sito. Condivido anch’io la considerazioni sul mondo della gerarchia ecclesiastica come continuatore dell’impero romano. Le altre affermazioni, più che espressione di opinioni, mi sembrano divulgazioni della realtà. Mi riferisco al mancato limite del potere arbitrario degli stati, all’inutilità delle candidature politiche nell’attuale sistema e al bilancio fuori controllo anche con l’euro. Magi dovrebbe spiegarci esattamente, e non prodianamente, dove si possa parlare di buon funzionamento dell’Unione Europea in questi tre aspetti. Forse nell’aggiungere alla sudditanza locale anche il divieto di commercializzazione delle zucchine che superino una determinata lunghezza?
L’Unione Europea ha sicuramente aggiunto norme e vincoli spesso discutibili, ma cosa avrebbe fatto la Repubblica Italiana se avesse conservato la lira e la sua banca centrale ?
Certo non più schifo di adesso.
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A mago, fajelo vede ar compare tuo.
http://legislature.camera.it/chiosco.asp?content=deputati/legislatureprecedenti/leg12/framedeputato.asp?Deputato=d14710&position=XII%20Legislatura%20/%20I%20gruppi%20parlamentari
Lo stesso.
Il punto e’ che l’europa come e’ oggi serve a fornire un capro espiatorio per gli stati nazionali come il nostro nelle loro peggiori porcherie contro i loro cittadini, e aiuta gli stati nel compierle, senza minimamente neanche tentare di proteggere i cittadini stessi.
Il commissariamento di Monti ha diminuito la rapina fiscale? No, l’ha aumentata e di molto, al motto di “lo vuole l’europa”, fra l’altro provocando la peggiore recessione del dopoguerra.
L’europa e’ stupida, cosi’ non serve a nulla, e’ solo uno strumento degli stati nazionali per rapinare meglio scaricando altrove le responsabilita’.
Colla, ma dov’eri, cosa facevi nel 1994?
Quello era il momento, irripetibile e perso per sempre, in cui pareva possibile un rinnovamento in direzione di quella che venne chiamata “rivoluzione liberale”, il cui spirito e’ rinvenibile nell’audio di bassani-giannino-pagliarini gia’ citato, che faresti bene ad ascoltare attentamente.
Allora non era la Bonino che era leghista, era la lega che almeno in parte aveva spirito liberal-libertario (e infatti aveva dentro, non so se gia’ in quel periodo, Facco, sarebbe gradita una sua precisazione-testimonianza in proposito).
Si tratto’ di un irripetibile momento in cui sembro’ trovarsi un accordo fra lo spirito libertario nel campo dei diritti civili, tipico della sinistra, e quello liberale dei diritti economici, tipico della destra (liberale).
Ma dopo un po’ torno’ tutto al suo ordine naturale,
– con la destra per qualche liberta’ economica ma bigotta, reazionaria nel campo dei diritti civili (infatti nel sito che ripubblica parte di miglioverde, rischiocalcolato, e in tutta la galassia dei siti dei promotori finanziari riciclati all’anarcocapitalismo, e’ molto piu’ facile trovare posizioni razziste, illibertarie, e clerical-fasciste che altro)
– e la sinistra tornata al suo amore per le tasse e la normazione illimitata di tutto quello che e’ economico, sebbene con qualche riguardo per le liberta’ civili, di certo molto piu’ della destra, bigotta.
Una pattuglia radicale, citata sotto dall’adnkronos dell’epoca, preparo’ in veneto, con grande professionalita’, un’armata brancaleone di neo eleggibili presi dalla strada, per lega e forza italia, che avrebbero dovuto fare la rivoluzione liberale ma che invece poi dopo qualche anno deviarono tornando alla loro natura nel piu’ bieco spirito reazionario e illiberale clerical-fascista, motivo per cui i radicali li mollarono e passarono a sostenere il centro sinistra. Oggi la lega, con salvini, bagnai e borghi e’ un movimento nazional-socialista in senso politico stretto. Bagnai e’ un keynesiano di matrice comunista proveniente dall’estrema sinistra, salvini uno squadrista (nel senso letterale del termine, a lui interessa “menare” figurativamente il nemico per vincere nel gioco di squadra, mentre il contenuto politico e’ irrilevante, e’ solo un veicolo opportunistico-propagandistico per il raggiungimento del potere).
Nello stesso periodo 1994-95 vennero promossi dai radicali i referendum per l’abrogazione del sostituto d’imposta, quella cosa per cui ha combattuto in totale solitudine e senza nessun appoggio ne’ speranza il povero Fidenato vent’anni dopo, in tempi di assoluto riflusso politico-economico.
Referendum non ammessi dall’alta corte, dal sole24ore:
“1994: due referendum sulla riforma del sistema previdenziale, alienazione dei beni patrimoniali disponibili dello Stato.
1995: due referendum per l’abrogazione del 25% dei seggi di Camera e Senato con il sistema proporzionale, sostituto d’imposta, cassa integrazione straordinaria, obbligo di iscrizione al servizio sanitario nazionale, obbligo per gli enti pubblici a depositare la liquidità presso la Tesoreria dello Stato, pubblicità Rai.”
Su emule c’e’ una bella intervista a Daverio sullo spirito della lega del ’94, in cui “la lega dice che era daveriana e non daverio leghista”. C’era su youtube ma per qualche motivo e’ stata rimossa.
Se vi interessa, provate a cercare sul mulo, non so se immediatamente disponibile:
PHILIPPE DAVERIO QUANDO BOSSI ERA QUASI DI SINISTRA
Con una rapida ricerca si trova questo:
Archivio . AdnAgenzia . 1994 . 02 . 17
POLITICA
ELEZIONI: EMMA BONINO A PADOVA CON LEGA E BERLUSCONI
Venezia, 17 feb. (Adnkronos) – Anche i radicali vanno con la Lega: Emma Bonino, Giuseppe Calderisi e Sergio Stanzani, leader storici del partito di Pannella, si candideranno nel Veneto al fianco di Lega, Forza Italia e Ccd.
L’accordo e’ stato raggiunto grazie ad Emilio Vesce che ”proporra”’ Emma Bonino nel collegio cittadino di Padova; Giuseppe Calderisi anche nel Camposampierese, mentre l’ex presidente del Pr, Sergio Stanzani si presentera’ al Senato a Verona citta’.
Nella lista proporzionale, invece, i radicali si presenteranno sotto il simbolo del ‘club Pannella’, sebbene siano molto scarse le probabilita’ che raggiungano il 4 p.c. su base nazionale (la percentuale necessaria per accedere alla ripartizione dei seggi proporzionali). Comunque sia nella circoscrizione Veneto 2 (Venezia, Treviso e Belluno) capolista sara’ lo stesso Emilio Vesce seguito dall’attrice Ilaria Occhini.
Que maravilla, otro idiota mas.
Ultime notizie: scoperto un quarto apocrifo dei re magi !!!
E NON È UN CLONE, SCRIVE CON L’APOSTROFO SPAZIATO !!!!!!!111!!!!!!!.
cretino
Oltre al cretino, condivido ogni singola riga del tuo precedente intervento. Applausi.
La Bonino, non dimentichiamolo, non è una filosofa, è un soggetto politico che opera nel mondo reale. Nel fare questo è stata rispettosa del principio di non aggressione molto più di tanti altri, basta ricordare le battaglie per i diritti civili. In questo continuo richiamo, anche per me ossesivo, all’ Europa io vedrei non tanto il desiderio di un ordine superiore ma la necessità di un limite al potere arbitrario dei singoli stati, limite che comunque in parte ha funzionato.
“limite che comunque in parte ha funzionato.”
Assolutamente no, e va detto chiaro e forte: l’europa attuale non e’ l’europa del libero cittadino europeo, e’ l’europa del suddito degli stati nazionali, i quali la usano come spauracchio e capro espiatorio per imporre politiche sempre piu’ vessatorie e repressive: specialmente l’italia, che mette _sempre_ il suo +1 alle demenziali e assurde vessazioni normative europee.
Eh sì è così, burocrazia su burocrazia. Siccome quella nazionale era ed è al collasso, le risorse sono sempre di meno, ad un tratto s’è deciso di portarla ad un livello sovranazionale, per garantirle appunto un futuro.
Il bello è che gli antieuropeisti, sono tutti concordi nel credere alla frottola che gira in certi ambienti, che in Europa ci vollero soprattutto quelli della confindustria Tedesca…. che fecero carte false per farci entrare dalla porta principale, per spuntare la nostra micidiale arma: la Liretta. Una boiata paurosa, in quanto i nostri politici dopo la crisi del ’92, temettero seriamente il default, che andarono a supplicare Kohl e firmarono Maastricht in fretta e furia.
Il motivo della nostra adesione all’ euro è stato quello di mettere un vincolo esterno ad una politica che stava portando il bilancio pubblico fuori controllo. Non voglio dire che il problema sia stato risolto ma se qualche piccolo passo è stato fatto è stato per questo.
E quindi, io cosa ho detto? Temettero per il default, già da allora. Ma è solo un comprare tempo, prima o poi ci sarà la resa dei conti.
“Il motivo della nostra adesione all’ euro è stato quello di mettere un vincolo esterno ad una politica che stava portando il bilancio pubblico fuori controllo”
Gia’, ma il risultato e’ che il bilancio pubblico e’ rimasto fuori controllo esattamente come lo era prima, con la tassazione all’inseguimento.
E non e’ un caso che lo scadente “commissariamento europeo” nella forma di Monti ha agito esclusivamente, tanto per cambiare, sul lato della tassazione, mentre la spesa, nonostante i proclami, ha continuato a crescere (compresa quella pensionistica, perche’ i pensionati attuali, per diritto acquisito, continuano ad andare in pensione col metodo retributivo, oltretutto con importi sempre maggiori a causa del blocco che ha aumentato le retribuzioni per anzianita’).
L’unica differenza, non da poco, e’ che perso il controllo dell’emissione di moneta, non si puo’ piu’ tassare nascostamente con l’inflazione, bensi’ la tassazione deve essere esplicita: eccome se lo e’, l’aumento esponenziale dei balzelli, sia in quantita’ che in qualita’, per tirare su soldi in tutti i modi possibili, in effetti e’ dirompente per la nostra classe dirigente, che sta tentando di salvarsi, a quanto sembra riuscendoci, aizzando il popolo verso il “vincolo esterno” che ha prodotto questa tutto sommato trasparenza, quello europeo.
Sinceramente, non vedo alcuna via d’uscita. Personalmente ho passato quasi tutta la mia vita, decenni e decenni a partire dalla fine degli anni ’60, fra aumenti di tassazione, crisi, buchi di bilancio, finanziarie straordinarie: non e’ servito a NULLA,la situazione e’ sempre peggiorata, europa o non europa, crisi o ripresa che ci sia stata. Non credo che da damani le cose cominceranno ad andare meglio, anzi, peggioreranno di certo, e io mi sono rotto.
In questa situazione fra l’altro, mi chiedo come possa succedere che una persona che non sia cretina e/o delinquente si dia alla politica, vista l’impossibilita’ oggettiva, date le condizioni umane e materiali, di cavare il ragno dal buco: questo spiegherebbe perche’ il livello della classe politica sia sempre peggiore, e ormai infimo; solo un deficiente puo’ agognare di raggiungere una posizione di evidenza politica in queste condizioni.
Il socialismo è un sistema di governo perfetto in una prigione.
Il socialismo crea prigioni per governare meglio.
Sarei molto tentato di dire che uno dei primi ambienti positivi giuridici sia la Chiesa Cattolica Romana con tutta la sua nomenclatura. Ovviamente tutti mi diranno che sono pazzo.
@malgaponte
La chiesa cattolica e’ a tutti gli effetti l’evoluzione dell’impero romano. Ne ha preso il posto in senso darwinistico, cioe’ e’ semplicemente il frutto delle sue trasformazioni avvenute nel tempo, al di la’ di ogni considerazione morale. Ne ha conservato, congelandola, persino la lingua per un millennio e mezzo, e ha traslato nel concetto di “legge divina” – “ordine naturale” quella che per i romani era semplicemente la Legge estratta dalla consuetudine del popolo (vox populi vox dei, del resto), cui tutti avrebbero dovuto sottostare, imperatori compresi.
Per questo ancora oggi i cattolici considerano “legge naturale” quella che in realta’ e’ solo la conservazione, congelata, di un diritto in voga millenni prima. Un po’ come l’astrologia, che basa le sue predizioni senza tenere conto che i veri segni zodiacali a causa della precessione degli equinozi sono sfalsati di un mese rispetto a duemila anni fa.
Dal punto di vista del diritto, a mio modestissimo e dilettantesco avviso, la chiesa ha continuato il processo di “congelamento” dei codici che era gia’ iniziato nella tarda romanita’, fino ad arrivare al blocco fideistico e quasi totale di ogni cambiamento e alla deificazione eterna e immutabile del diritto, cosi’ denominato, con grande arbitrio, come “naturale”.
Tutto sommato, vista storicamente, e’ un’evoluzione non del tutto strana e incomprensibile. E tanto di cappello per il fatto di essere riuscita a posticipato, mummificandola, la fine della romanita’ per, fino ad adesso, quasi due millenni.
Scusa, Dino, volevo dire qualcosa sul tuo intervento in merito ai radicali ma Sua Inutilità torna con le sue perenni idiozie. Ritengo doveroso, anche se non so bene il perché, smontarglele una per una. La contrapposizione tra giuspositivismo e giusnaturalismo non è una “storia”, come la chiama lui. E’ l’eterno scontro tra libertà e vassallaggio. Lui la storia non la conosce, come non conosce tutto il resto, ma nei secoli il vero diritto è stato quello naturale. L’altro era solo la negazione del diritto stesso. Poi sono arrivati i tardoplatonici in stile Hobbes, Fichte, Hegel, Kelsen, Bobbio e compagnia truffando che hanno voluto confondere le acque per giustificare la tirannia attraverso il consenso (peraltro presunto) dei tiranneggiato. Il pensiero libero (ad eccezione di Platone) è quindi molto più antico, nel campo del diritto, rispetto all’apologia della tirannide. La vera fuffa è la sua che non sa neanche cosa fuffa voglia dire. Perché non solo il diritto positivo non è l’unico diritto: in realtà non è affatto il diritto ma la sua piena negazione. Una stortura vera e propria e lo storto è contrapposto al diritto anche in termini grammaticali, quelli che Sua Vanità non è abituato a utilizzare. Il “diritto positivo” non esiste, ciò che esiste è l’ossimoro utilizzato attraverso un aggettivo che con il diritto autentico non ha nulla a che vedere. Pertanto, di sesso degli angeli parlano quelli che lo difendono e non chi gli si contrappone. Il principio di non aggressione è già stato definito da tutti i pensatori libertari, se Sua Analfabetità (permettiamoci pure una licenza linguistica in linea con le attitudini del soggetto in questione) si concedesse il lusso di farsi leggere da qualcuno (lui non è in grado) gli scritti di questi pensatori potrebbe trovare risposte alle sue stupide domande. Perché si dovrebbe imporre una limitazione a detto principio, lo sa solo lui. Bisogna essere in salute ma con delle limitazioni? Il fatto che si chieda (o ci chieda, non si capisce bene) cosa un’aggressione sia, la dice lunga sulle sue inesistenti capacità logiche pari solo alle sue “conoscenze”. Non si accorge, ovviamente non potrebbe, che è proprio attraverso le istituzioni giuspositivistiche che si finisce per dover subire definizioni provenienti da terzi. Afferma che l’economia saremmo noi a non conoscerla, la stessa persona incapace di accorgersi che il denaro è una merce. Come tutta la storia insegna ma lui di storia non sa neanche ciò che è successo ieri. Proprio perché l’etimologia la lega all’ambiente, i libertari sostengono che ciò sia un principio valido per ogni ambiente. Sostenere che esistano più economie significa ritenere che esistano diverse onestà e non una sola, Alcune comunità sanzionano la disonestà in un certo modo, altre in altro modo. Ma tutte convergono che togliere a qualcuno ciò che gli appartiene, vita e beni, sia un atto di aggressione. Il predone, trasformatosi in statista, pretende di non rispettare questo principio. Che esistano più economie non è un “concetto incomprensibile per i libertari”, ma un non concetto. E’ lui a non comprendere come va riconosciuto un concetto. L’acqua è sempre e comunque H2O, Ciò non significa che non esistano acque differenti tra loro, effervescenti, lisce o altro: Così come unicità della scienza economica non significa un unico sistema di produzione. Ma per lui H2O significa Hertz alla ventesima e confondo il suono con la luce o con tutto il resto. Si può essere cretini quanto si vuole, altrettanto analfabeti vantandosene e sfoggiando la propria incapacità di comprendere qualsiasi cosa. Ma venire a raccontare che per i libertari la razionalità umana annienti le differenze è non solo ridicolo e insulso ma anche qualcosa di indefinibile. I libertari vengono sempre accusati di eccessiva razionalità. La loro preoccupazione è proprio quella di garantire le differenze, contro i collettivismi uniformanti. La loro idiosincrasia per la massificazione è la loro essenza. Si può capire che vengano criticati perché in questo a idre di qualcuno eccedono ma ritenerli collettivisti è come accusare i fascisti di anticorporativismo e di antinazionalismo. D’accordo che non sa quel che dice ma di persone che non sanno ciò che affermano ne ho incontrate tante (nessuna libertaria) eppure mai qualcuno è arrivato a questi livelli. Forse alcuni psichiatri potranno offrirci qualche testimonianza similare. Ma diamogli pure corda, elenchi pure i presunti punti in comune tra nazionalismo, socialismo, nazionalsocialismo e quant’altro con il libertarismo. Mi prendo un fine settimana di pausa perché non mi va di leggerlo pure il sabato e la domenica, poi se vorrà sfogare ancora il suo basso istinto culturale ne avrà facoltà. Ammesso che abbia delle facoltà. Era tanto desideroso di sapere in cosa il sottoscritto sia ferrato. Glielo spiego, anche se non capirà perché non saprà di cosa si stia parlando. La “ferratezza” di cui è curioso riguarda l’arte scenica e la sua storia. Ma nessuna maschera della commedia dell’arte ha mai raggiunto la dissennatezza di questo scocciatore. Adesso scriverà che devo informarmi meglio perché la commedia dell’arte “l’ha scritta Confucio che era un libertario come voi perché si rifiutava di leggere i libri di Marx”. Stiamo allegri, non ce l’ha con noi. Ce l’ha con Locke, Spencer, Hume, con i grandi. Per lo stesso motivo che porta me ad avercela con i giocatori di pallacanestro. Chi conosce la mia statura fisica sa bene di cosa parlo.
“Ma nei secoli il vero diritto è stato quello naturale. L’altro era solo la negazione del diritto stesso.”
Pero’ dovremmo cercare di evitare di mescolare le nostre opinioni e preferenze con i fatti, altrimenti rischiamo di cadere nello stesso errore che attribuiamo agli altri: uno di quei due tipi di diritto e’ la negazione del diritto solo nell’opinione dell’altro.
In un posto dove la maggioranza o la quasi totalita’ delle persone consideri doveroso sottomettersi al diritto positivo, il diritto positivo diventa (magari purtroppo, secondo la nostra opinione) anche “naturale”.
Oggi come oggi viviamo in un mondo dove la quasi totalita’ delle persone pensa cosi’, che il diritto imposto sia anche quello “giusto”, gli basta che sia imposto in modo uguale a tutti.
Va bene anche la galera, purche’ sia galera per tutti (e ci siamo molto vicini…).
In altre parole meglio la dittatura che la liberta’, purche’ la dittatura sia uguale per tutti (mentre la liberta’ e’ per forza diversa per ognuno).
Questo forse perche’ si confonde la legge con la giustizia, ma in effetti, al cittadino medio, tifoso tribale di calcio come di politica, e’ chiedere troppo…
ancora con questa storia del diritto positivo contrapposto a un fantomatico diritto naturale. se esiste un diritto, quello è positivo. parlare di diritto naturale è fuffa, inutile, come parlare del sesso degli angeli. ora, si può essere contro il diritto positivo, o contro un certo diritto positivo, ma almeno si parla di qualcosa che esiste. il principio di non aggressione che cos’è? bisognerà pur definirlo e quindi imporre una limitazione alla sua applicazione. cos’è un’aggressione? uno sputo in faccia? uno che mi disturba con rumori? una diffamazione? un palpeggiamento? per applicare questo principio bisogna prima definirlo, ma perché dovrei poi subire una definizione proveniente da terzi?
purtroppo, l’economia siete voi a non conoscerla. la stessa etimologia la lega alla casa, quindi a uno spazio privato e particolare. ciò significa che l’economia deve tener conto non di un’astratto principio che sarebbe valido ovunque, ma delle differenze tra le culture e gli stili di vita. non esiste un’economia, esistono molte economie. per i libertari questo è un concetto incomprensibile, poiché la razionalità umana per loro annienta ogni differenza. vedo molti più punti in comune tra il nazismo e il libertarismo, che tra la bonino e il nazismo francamente
L’economia possiede un linguaggio universale, il mercato e le sue leggi sono apodittiche…. ste niend da ffa…… purtroppo se tu avessi un minimo di umiltà e volontà di leggerti qualche pagina interessante che questo sito mette a disposizione, staresti meno inguaiato; ma dato che sei il classico super cazzolaro, che mischia fave e foglie, ti prego… basta così, quando hai pubblicato la foto della tua libreria, mi hai fatto un po’ pena.
1) Io non ho mai sostenuto in vita mia la validità del “diritto naturale”. Al contrario, la ho confutata apertamente. Dal mio punto di vista, il principio di non aggressione non è un diritto naturale ma un ordine spontaneo. Quindi lei non sa di cosa sta parlando.
2) Un’aggressione è una violazione dei legittimi diritti di proprietà di qualcuno. Il fatto che in alcuni casi i confini di questi diritti di proprietà non siano immediatamente evidenti e possano essere difficili da scoprire non è un grosso problema. E soprattutto è un problema che tende a ridursi sempre di più nel tempo. Il diritto positivo risolve questo problema alla radice negandolo tout court.
3) Lei ha ragione a ricordare che il termine “economia”, essendo legato all’economia domestica (oikia) in cui c’era una gerarchia unitaria di fini (quella decisa dal capofamiglia) e in cui non c’era distinzione fra quello che è tuo e quello che è mio e quindi non c’era proprietà privata (M. Oakeshott), è inadatto a descrivere l’economia di mercato. Per questo i libertari nei testi tecnici usano un altro termine, catallassi (che deriva dal greco katallattein: scambiare, accogliere, trasformare il nemico in amico). Quindi è lei che, a causa della sua ignoranza, afferma che per i libertari è incomprensibile una cosa che è loro talmente nota e conosciuta che sarebbe tedioso ripeterla: “the term catallaxy [describes] the order brought about by the mutual adjustment of many individual economies in a market. A catallaxy is thus the special kind of spontaneous order produced by the market through people acting within the rules of the law of property, tort and contract.”
4) Il solo accostamento fra libertarismo e il nazismo esprime tuttavia molto più che ignoranza crassa. Esprime dei problemi sui quali io, avendo la fortuna di non conoscerla, non potrei esprimermi.
Giorgio, ti consiglio “la liberta’ e la legge” di quel grande filosofo del diritto che e’ stato Bruno Leoni. Non puo’ mancare nella tua fornitissima bibilioteca, parla del diritto, soprattutto di quello romano, in modo che sia comprensibile e dotata di significato la differenza fra diritto “positivo” (cioe’ “positum”, imposto) e quello cosiddetto “naturale”. A grandi linee il diritto positivo e’ quello decretato arbitrariamente da una persona o un’assemblea, mentre il diritto romano, e in qualche misura quello naturale (ma qui dipende dalle interpretazioni, per la chiesa il diritto naturale e’ quello che sta scritto nella bibbia, e quindi e’ altrettanto se non piu’ imposto di quello positivo), sono diritti la cui fonte e’ posta nell’osservazione dell’uso e del costume pratico esistente nei rapporti concreti fra le persone in una particolare giurisdizione. E’ un diritto che nasce dall’uso, nella common law (si’, la common law anglosassone e’ l’unioco posto dove ancora sopravvive, a fatica, l’antico diritto romano).
In parole semplici, nel diritto romano antico e in quello naturale inteso come common law, non sarebbe possibile mettere in strada un limite di velocita’ non rispettato dalla quasi totalita’ degli automobilisti: sarebbe automaticamente riconosciuto come una sopraffazione cioe’ il contrario del diritto. Oppure, non sarebbeneanche lontanamente possibile considerare illegali e abusive il 60 per cento delle costruzioni del sud che sono state fatte senza permessi di costruzione. Ma il diritto positivo, che e’ quello che delizia ogni secondo della nostra giornata di giorno e anche di notte, e’ invece tutto cosi’: la applicazionie di norme arbitrariamente decise da persone o istituzioni, politiche o tecnocratiche, che si arrogano il diritto di sapere cosa sia bene, bello e giusto per gli altri.
@Giorgio.
Consiglio d’oro quello di Diaz e non sottovalutarlo solo perché gratuito.
Quel libretto piccolo piccolo contiene qualcosa di grande.
Le istituzioni di diritto che nessuno spiega in un corso di laurea.
Minimo sforzo massimo risultato per capire. La curiosità farà il resto.
Garantito al limone :-)
Caxxo, oggi c’è mezza clonolandia in gran spolvero; ciccio ormai hai già una certa, riposa nel weekend o rischi che parta l’embolo.
Un vero peccato; perché una volta Emma Bonino non era così. O almeno non si mostrava così. Negli ultimi anni ci fu una netta divaricazione tra lei e il suo ex mentore che si definiva liberale, liberista e libertario. Vedere oggi lei, ex eletta nel 1994 con la Lega Nord e nominata commissaria europea dal capo di Forza non so cosa, che auspica un nuovo governo Gentiloni provoca amarezza. Ma già ultimamente era d’accordo con Tremonti sull’uso, meglio sul divieto di uso di combustibile vegetale per energia e autotrasporto. Triste declino dal punto di vista libertario. Come l’ex antiproibizionista Francesco Rutelli che oggi nel merito, mi si consenta il neologismo, confessionaleggia a tutto vapore. Solo che non ho mai sentito Emma Bonino parlare contro le delocalizzazioni, probabilmente mi è sfuggito. Se è così ha trovato un nuovo compagno di viaggio: Maurizio Gasparri. Proprio l’altro ieri esortava il suo candidato alla presidenza della regione Lazio a proporre l’abolizione della Bolkestein e il protezionismo per l’autonoleggio. Complimenti al capo indiscusso di questo personaggio. Queste sì che sono autentiche proposte in stile con la rivoluzione liberale. Se è così, tanto vale che vincano Roberta Lombardi e il coltissimo aspirante primo ministro del suo pseudomovimento. Sarà la fine di Zingaretti, di Renzi, di Bersani e dell’aspirante sindaco al comune di Arcore. Al massimo un anno dopo, anche quello politico della Casaleggio Associati per manifesta incapacità. Tanto, peggio di così… Il risultato più bello, però, sarà superare la quota di astensionisti raggiunta nelle ultime consultazioni siciliane. Non servirà a nulla neanche quello? Pazienza. Votare sarà comunque peggio.
In passato ho votato i Radicali, credevo negli “stati uniti d’Europa” come soluzione. Purtroppo mi sono dovuto profondamente ricredere, in quanto la realtà dice tutt’altro e questa non è affatto l’Europa che volevano De Gasperi, Schumann e Adenauer. I Radicali poi, si confermano bravissimi a fare campagne politiche “suicide”, come quella sull’immigrazione. Se non erro è da un pezzo che hanno rinunciato alla dicitura libertari liberisti, nel loro movimento.
Tutti gli italiani che erano per l’europa lo erano nella speranza che, essendo l’europa una confederazione di popoli tanto diversi, avrebbe finito per prevalere il principio che la legge avrebbe dovuto regolare solo per il minimo che e’ comune a tutti questi popoli.
Invece purtroppo l’europa sta riproducendo in grande lo stesso drammatico difetto che ha costituito l’unione d’italia: la imposizione forzosa di tutte le norme gia’ esistenti nei vari distretti anche a tutti gli altri, in una moltiplicazione esponenziale e assurda delle norme.
Il problema d’europa quindi, e’ che invece di produrre la dissoluzione degli stati nazionali ne e’ diventata il loro megafono potenziato (anche se bisogna ammettere che una istituzione che sta risultando deflagrante per gli stati nazionali, che infatti stanno reagendo istericamente, c’e’: e’ la moneta euro).
Per il resto, basti vedere la posizione assurda e controproducente che sta avendo l’Europa circa le istanze federaliste delle varie identita’ regionali, catalogna ad esempio: il fatto che in caso di secessione dalla spagna la catalogna automaticamente venga considerata estranea all’europa significa che i catalani sono considerati cittadini di proprieta’ della spagna e non europei, non meritevoli di alcuna difesa delle loro istanze. Questo atteggiamento da parte delle istituzioni di bruxelles e’ non solo razionalmente sbagliato, visto che l’europa e’ li’ intrinsecamente per rendere inutili e obsoleti i confini nazionali, ma anche riprovevole se non vomitevole.
In europa in effetti a comandare sono solo i rappresentanti dei governi nazionali, che prima di tutto difendono i loro interessi: dei governi nazionali e dei loro stati nazionali, non certo dei cittadini europei.
proprio così,il bello sarà vedere la quota di astensionismo.
sogno un giorno in cui andranno a votare in 5.
e 4 voteranno NO’.
???????????????
La Bonino non e’ mai neanche lontanamente stata eletta con la lega nord.
All’epoca comunque in molti ci si illudeva che la lega nord fosse un partito liberale-libertario (Facco per primo che ne faceva parte, e’ stato se non sbaglio nientemeno che redattore o caporedattore culturale della Padania, organo della lega nord, mi corregga se sbaglio). Non per niente alla fine, sentitosi tradito, ha scritto un libro al vetriolo sull’ “umberto magno” che e’ probabile abbia costituito la peggiore mazzata che abbia preso quel partito, con l’inizio delle inchieste della magistratura veramente devastanti a suo carico, perche’ da quel punto in poi condivise da una parte del suo elettorato.
Mi corregga se sbaglio, ormai sono passati tanti anni ma la rievocazione di quei periodi, con un minimo di storia, vista anche la fine disonorevole di quel movimento e la sua snaturazione attuale nel suo contrario, ormai interessato solo al raggiungimento del potere, sarebbe interessante e doverosa.
Ma almeno in parte, all’epoca, partito liberal-libertario lo era, solo che poi il fuoco di sbarramento di tutto l’establishment politico-economico-informativo ha funzionato, complice l’idiozia del gruppo dirigente che ha allontanato le teste un minimo pensanti e con almeno un minimo di presentabilita’ e cultura politica alle spalle (vedi miglio e pagliarini ad esempio, ma anche facco).
Oggi non si puo’ certo dire lo stesso del partito di salvini, che ha scelto da che parte stare senza tentennamenti ed e’ a tutti gli effetti un partito social-nazionalista in senso stretto, cioe’ fascista (il nazional socialismo l’ha inventato il duce, e’ l’unico “regalo” che ha fatto al mondo la cultura politica dell’italia negli ultimi 5 secoli). Ma fascista lo e’ sul serio, in senso politico storico, non nel senso un po’ goliardico-approssimativo-onnicomprensivo che diamo qui dentro al termine per appellare un po’ tutti gli avversari politici (in modo lo stesso un po’ fascio-comunista, a dire il vero…).
E’ molto interessante, nella rievocazione del centenario della nascita di miglio, una trasmissione di giannino con interviste a bassani (allievo di miglio che dovreste gia’ conoscere) e pagliarini, che rievoca quei giorni di speranze mancate. E’ sul sito di radio 24 nei podcast della “versione di oscar”.
Se lo trovo metto il link sotto, se passa la moderazione.
Quella sopra e’ una precisazione a Colla, scusate mi e’ saltato un pezzo all’inizio e non e’ indentata giusta.
Il link a Miglio-Bassani-Pagliarini-Giannino e’ questo, molto bello per chi si ricorda di quei tempi, vediamo se passa:
http://audio.radio24.ilsole24ore.com/radio24_audio/2018/180112-versioneoscar-s.mp3
Winston è veramente interessante questo link. Obiettivamente Miglio l’ho conosciuto soltanto tramite video su YouTube e qualche file audio su radioradicale, indubbio che fosse una mente in brillante, nonostante provasse severo disprezzo verso il meridione, non del tutto infondato sia chiaro. Una domanda: per quale motivo finirono per scannarsi lui e Bossi?
In passato mi è sempre stato antipatico il Professore, perché non sapevo e non capivo, ma se posso esprimere un parere su quel periodo, quando la Lega faceva paura, forse perché era roba seria nella sostanza con un progetto ben definito, ovvero nel 91-94, beh credo abbia avuto un’influenza nefasta la guerra nei balcani, che avvenne in quello stesso frangente storico: io avevo dieci undici anni, ma ricordo perfettamente, l’informazione terroristica che venne fornita ai meridionali a danno della Lega, del federalismo e dello stesso Professor Miglio, si diceva sempre vogliono farci fare la “fine della jugoslavia”. Cosa senza senso, in quanto la rivolta era prettamente fiscale, non essendoci differenze etniche.