DI MATTEO CORSINI
Come è noto, il Venezuela versa da tempo in condizioni disastrose tanto dal punto di vista economico, quanto da quello umanitario. Il tutto non ha molta eco in Europa, perché per tanti sarebbe poi inevitabile ammettere che l’ennesimo esperimento socialista ha fatto disastri, come tutti i precedenti.
Alle prese da anni con l’iperinflazione, il presidente Nicolas Maduro ha fatto questo annuncio:
“Il Venezuela introdurrà un nuovo sistema di criptovalute, il Petro. L’obiettivo è l’acquisizione di maggiore sovranità monetaria e procedere alle transazioni finanziarie nonostante il blocco finanziario.”
Il tutto perché, secondo Maduro lo stato fallimentare del Venezuela sarebbe dovuto alla cospirazione internazionale guidata dagli Stati Uniti.
Quello che dovrebbe però essere evidente è che non conta tanto la tecnologia che si utilizza per emettere una moneta, quanto il fatto che quella moneta sia fiat oppure no. Il Petro, che Maduro pare vorrebbe emettere con copertura da parte delle riserve di petrolio e gas, potrebbe in teoria avere un senso, dato che tali riserve, per quanto significative, non sono infinite.
Il problema è che l’emittente sarebbe sempre la banca centrale venezuelana, ossia lo Stato. La cui affidabilità in quanto a contenimento della creazione di moneta lo si può vedere dall’andamento del Bolivar.
In definitiva, l’ennesima stupidaggine uscita dalla bocca dell’ex conducente di autobus che ha preso il posto di Chavez.
Ottusità mitica.
Ci prova, dai.