DI ANTONIO RESTANEO
Esprimo la mia idea sul lavoro, i giovani disoccupati, il Paese che non “stimola” le imprese ad assumere (neanche fosse un lassativo).
Bene: le imprese italiane (quelle che competono veramente non quelle “imparentate” col pubblico) fatto salvo che abbiano un prodotto/servizio per competere (e se sono ancora vive ce l’hanno) non possono essere competitive per varie ragioni, tutte riconducibili alla presenza dello Stato. Spiego.
1. Tasse: tra dirette, indirette e occulte sfioriamo il 75%. Quelle ancora vive cercano di andarsene. Quelle che non possono chiudono. Quelle che dovrebbero aprire vanno altrove. Se il Paese vuole ripartire deve abbassare le tasse sulle imprese. Non 1 o 2 punti %…massimo le tasse possono arrivare al 20 %. Non lo faranno mai.
2. Energia: paghiamo oltre il 30% in più della Germania (non della Cina…) Questo perché negli anni ’80 abbiamo negato la possibilità di usare il nucleare. Abbiamo poca energia che deriva da idraulico e pochissimo gas. Le rinnovabili sono solo costo e non producono una cippa. Quindi acquistiamo la stragrande maggioranza all’estero. E questo ci uccide. Se poi aggiungete le tasse (guardate la vostra bolletta e capirete…) siamo fuori.
3. Costo del lavoro: mi dispiace per i giovani ma le vacche grasse sono finite. Siete tanti, tutti dottori, non sapete nulla (anche per colpa vostra ma anche dei somari dei vostri insegnanti). Nel mondo ci sono milioni di giovani come voi che sanno di più, che si muovono di più e che parlano più lingue di voi (e hanno più fame). Dite allo Stato che non posso pagare il 100% in più di quello che percepite per farvi lavorare e per ingrassare lo Stato. Proposta: stabiliamo un netto. Io pago quello. Poi voi vi pagate le vostre tasse così io evito anche di rischiare civilmente e penalmente per “Il sostituto d’imposta” (a gratis).
4. Burocrazia/Flessibilità: gli imprenditori cercano il miglior ambiente dove prosperare: se mi ci vogliono 4 anni per fare uno stabilimento; se mi ci vuole 1 anno per avere permessi; se quando ho cominciato a lavorare devo già pagare il 110% d’anticipo di tasse sull’esercizio senza aver incassato nulla; se tra leggi sulla sicurezza, disabilità, maternità, salubrità, qualità devo impiegare gente per seguire tutto e non andare in galera…una domandina sul chi cazzo me lo fa fare e’ lecita?
Conclusione: i giovani hanno il diritto di chiedere. Le aziende hanno il diritto di rifiutare.
Sul punto 3 avrei qualche perplessità: i giovani non sono “tutti dottori” anzi ci sono meno dottori giovani qui che nel resto d’europa. E tra quei dottori, ce ne sono una grossa fetta che se ne va da qui a trovare lavoro (pagato) altrove. Perché non c’è nemmeno un immigrato tedesco o inglese da noi… anzi no, nemmeno un greco, un portoghese o uno spagnolo?
Poi, è vero che si esce da scuola o dall’università pieni solo di concetti vuoti, ma quando lavori (gratis o quasi… sei un’apprendista) qualcosa impari, e non rimani ignorante per sempre. Ma quando cominci a non essere più l’ultimo arrivato… non ti vogliono più, a meno ché tu non accetti di continuare a lavorare alle stesse condizioni del pivello che eri mesi o anni prima, cioè gratis, senza orario, senza permessi nemmeno se ti stanno morendo i genitori, ecc.
Di lavoro se ne trova tanto. Basta non farsi pagare.
Buona sintesi.
L’italia è un posto per vecchi, avviato alla miseria diffusa.
I giovani fanno bene ad andarsene , se possono.
E se hanno difficoltà si devono rivolgere a chi ha dato il voto a partiti della prima e seconda repubblica, talché i precetti catto-socialisti abbiano potuto distruggere tutto.
I peccati dei genitori ricadono sui figli.