di MAURO GARGAGLIONE
Una cosa non deve essere mai dimenticata, il valore del denaro, qualunque esso sia, dipende dalla quantità di beni e servizi che ti consente di acquistare.
La gente in realtà non vuole più denaro, ma vuole più cose o, detto in altro modo, la miglior tranquillità di poterle comprare se le desidererà e di poterlo fare oggi, domani o fra x anni.
Se oggi il bitcoin è una realtà è perché sempre più persone stanno cominciando a dubitare che il denaro che hanno per le mani garantisca potere d’acquisto e riserva di valore (cioè potere d’acquisto futuro). Stiamo comunque parlando di una frazione piccolissima di persone e una persona previdente dovrebbe documentarsi e far parte di quel numero.
Gli Stati hanno resettato il sistema monetario mediamente ogni 40 anni dal 1913 ad oggi. Siamo in ritardo sui tempi del reset, l’ultimo fu nel 1971. E’ evidente che questo sistema non regge più, stritolato dal peso virtualmente infinito dei debiti pubblici accumulati dagli Stati.
Il reset avverrà e le scosse premonitrici, una su tutte l’interesse negativo sui titoli pubblici e sui depositi, non lasciano spazio ad alcun dubbio.
Sebbene condivida l’entusiasmo per le criptovalute voglio sottolineare un grosso difetto del bitcoin già fatto notare da qualche altro utente su questo sito: Il Bitcoin è un sistema PSEUDONIMO, non ANONIMO. In altri termini, se è rivelata l’associazione tra un utente e la sua chiave, allora è tecnicamente possibile risalire a tutte le sue transazioni.
Per risolvere questo problema sono state inventate criptovalute completamente anonime, ad esempio zCash.
ma la questione non è se è ancora acerbo, ma capirne quali sono potenzialità e limiti. Le potenzialità vanno oltre l’utilizzo come moneta. Lo scambio di certificati digitali sicuri senza alcuna autorità sopraordinata di controllo è una possibilità nuova che non si limita a scimmiottare una moneta sull’ottovolante. A quali nuovi tipi di transazioni può aprire la strada?
Ciò al di la del marketing embrionale degli apostoli entusiasti.
La blockchain sfida la legislazione di controllo fatta da entità politiche rimettendo all’utente il pieno dominio e la piena responsabilità di un uso consapevole. Erano secoli che non esisteva un buco nel cul de sac che ci siamo trovati in testa.
Proprio ora che le forze di governo del pianeta avevano trovato un quasi accordo per il controllo delle transazioni finanziarie attraverso l’opera delle menti depravate dell’ OCSE sbuca sto Satohi che gli incasina le carte.
Son tempi interessanti o No?
Tutto giusto, ma il bitcoin è stato frutto di una singolare combinazione di fattori (novità, curiosità, entusiasmo, scommessa, insomma ubriacatura tipo Nasdaq anni 90…) che non si ripeterà e che ha trasformato quello che doveva essere una valuta alternativa in uno strumento altamente speculativo.
Dato quindi che non tutti hanno il Q di questo tipo qui:
http://quifinanza.it/soldi/compra-27-di-bitcoin-e-se-ne-dimentica-ora-valgono-886mila/62992/
occhio, che ci vuole poco a fare il percorso inverso.