DI GIOVANNI BIRINDELLI
“Italia in deflazione nel 2016: non accadeva da 57 anni”. Lo ha scritto il Sole 24 Ore.
Premesso:
1) Che il termine “deflazione” per indicare l’aumento del potere d’acquisto della moneta è ancora più scorretto del termine “ministra” o “sindaca”;
2) Che il cosiddetto “indice nazionale dei prezzi al consumo” non misura affatto l’andamento dei prezzi (come scrive Mises, “Una madre di famiglia giudiziosa sa molto di più dei cambiamenti dei prezzi dei beni che fanno parte della sua economia domestica di quanto le medie statistiche possano dire […] Nella vita pratica nessuno si lascia prendere in giro dagli indici statistici. Nessuno crede alla finzione che essi debbano essere considerati come misurazioni”;
Negli ultimi otto anni il potere d’acquisto di Bitcoin in euro è passato da 0,0 qualcosa euro a 1050 euro.
Come al solito, è un problema di definizioni.
Se per inflazione o deflazione intendiamo aumento o diminuzione della massa monetaria, allora le loro conseguenze, se la moneta fosse quello che dovrebbe essere, sono scarsamente rilevanti e di breve durata, poichè tutto torna rapidamente ad assestarsi su un nuovo equilibrio.
In questa accezione l’aumento del potere di acquisto del proprio denaro dovuto a deflazione, viene compensato dal fatto che i beni o servizi che noi vendiamo verranno pagati di meno da chi li acquista, quindi intaschiamo meno denaro, che però vale di più, in breve, nulla è cambiato.
La dimensione assoluta della massa monetaria e le sue variazioni fisiologiche sono di scarso rilievo, posto che la moneta sia stata liberamente adottata per le sue caratteristiche e non per imposizione coercitiva.
Tutt’altra questione è la diminuzione generalizzata dei prezzi di beni e servizi dovuta al miglioramento e alla razionalizzazione dei processi produttivi, che, all’apparenza, causa lo stesso effetto di aumentare il potere d’acquisto della moneta, ma che ha ben altra conseguenza, quella di aumentare permanentemente il benessere della società.
Questo processo, come sappiamo, può realizzarsi solo migliorando la struttura dei beni capitali, che, a sua volta richiede imprenditoria vera, investimenti veri, risparmio vero e soprattutto moneta vera, tutte cose che ormai non esistono più, da nessuna parte.
formidabile analisi per l’ottima sintesi. Grazie davvero.
Le ultime parole “….tutte cose che ormai non esistono più, da nessuna parte” dipingono un quadro che più tragico non può essere, soprattutto constatando che miliardi di individui, cosidetti imprenditori e investitori, tax payers inclusi si azzuffanno su PIL, +0,000 e – 0,000 dichiarano guerra al solito fantomatico turboliberismo, chiedendo tutti a gran voce maggior intervento e presenza !!!, giusto dei responsabili dello sfacelo: stati e banche centrali.
comunque molti libertari, occorre dirlo, siamo chiusi in un elitarismo snob, che viene visto dai più come stupida saccenza o nella migliore delle ipotesi come una compiaciuta congrega di utopisti.
Quindi se non siamo capaci di fondare neppure un partito Libertario, come negli USA di Ron Paul, continueremo a scrivere commenti, a farci odiare o ignorare dal 99,99 dei nostri simili e rimanere comunque sottomessi a questa merda di società di parassiti e boiardi di palazzo e di partito.
Dovremo fare i conti con tutto questo, che ci piaccia o che non ci piaccia.
Il bitcoin perde quasi un quarto del suo valore …
http://www.swissinfo.ch/ita/bitcoin-crolla–perde-quasi-un-quarto-valore/42813552
E’ la legge della domanda e dell’offerta. Le criptomonete sono l’oro virtuale che salverà l’economia futura.
Oggi ho letti i solidi deficienti esultare perché “il Bitcoin ha perso il 20% di valore in 4 ore”.
E’ vero, Albert, basterebbe leggere un po’ di storia; ma come ci insegna qualcuno, noi libertari non abbiamo senso storico. Anzi per questo signor qualcuno non avevano e non hanno senso storico personaggi come Kant, Vico, Mises, Popper, Ricossa, Lottieri… Tutta gente che la storia l’ha insegnata di professione o la insegna tuttora. Se ci mettessimo a citare Sadoul, Morandini, Kezich, Sarazani, Rondi e altri, il reverendo Qualcuno sosterrebbe che abbiamo nominato tutta gente che non ha il senso del cinema. Aspettiamoci già la risposta: “voi libertari, nella vostra demenza e totale mancanza di buon senso (al contrario di me che ne sono ben fornito e sono pure tanto colto, intelligente e istruito), non capite il nesso che c’è tra fenomeni inflazionistici e la formazione dell’impero carolingio. Se solo leggeste i libri di Panzerotto Panzeracchi, sareste un po’ più illuminati anche se mai al mio livello”. E noi, rassegnati e senza argomenti, andremo subito alla casa editrice L’Idiozia Permanente ad ordinare i panzanistici testi panzeracchiani. Autore raccomandato dalle nobili Università di Castellanza e Montenero di Bisaccia. Dove ti insegnano che la deflazione potrebbe anche essere utile ma solo se accompagnata dall’inflazione, dalla stagnazione, dalla stagflazione e dalla cacciagione (che un docente ex ministro scrive e pronuncia rigorosamente con due “gi”). Se insieme ci stia bene il cesanese del Piglio, non è dato di sapere. Qualcuno ci informerà.
A me va benissimo ogni cosa che determini un aumento del potere d’acquisto dei miei denari.
Se si chiama deflazione, a me va benissimo la deflazione.
Non ogni 57 anni, ma ogni anno.
Sempre su radio24 ho sentito ieri sera che l’inflazione fa bene all’economia.
Io non sono l’economia, e a me l’inflazione , intesa come perdita del mio potere d’acquisto, fa solo male.
Non vedo , neppure in prospettiva, come l’inflazione possa far bene a chicchessia.
Gente che lavora , risparmia, investe, vive decorosamente, ne ricava solo svantaggi.
Quindi , chiunque mi venga dire che “l’inflazione fa bene all’economia” , lo ritengo o in malafede, oppure un esimio ottuso.
Basta guardarsi indietro, leggere un po’ di storia , per averne conferma.
Essendo “presidente” termine neutro, dovrebbe valere sia per il maschile che per il femminile. Ma i politicamente corretti non lo sanno e quindi diranno “presidenta”. Di conseguena, Grasso è “presidento” del Senato. Vale anche per “influento” e “influenta” ma soprattutto per “deficiento” e “deficienta”. Se vanno declinati al femminile tutti i sostantivi maschili, occorre declinare al maschile anche tutti quelli femminili. Qundi “strada” e “strado”, “volontà” e “volontò” (anche se sembra il passato remoto del verbo “volontare”), “fiducia” e “fiducio”, “persona” e “persono”. E quindi, in campo giuridico, “persona fisica e persona giuridica” vogliono il corrispondente “persono fisico” e “persono giuridico”. Forse Einstein era il primo e il “Confindustrio” il secondo. L'”antipasta” e la “contorna” non lo so. Che “vina” usiamo? Rossa, bianca o “verda”? E alla fine chi beve la “caffà”? “Raffaello Carrò” o la “Movimenta Libertaria”?
Applausi Alessandro.
Bravissimo , mi son proprio divertito.
La penso anche io così.
grazie
Condivisibili entrambi i punti.
Sul punto 1) ritengo però che, ahimè, la scorrettezza del significato attribuito ai termini “inflazione” e “deflazione” abbia fatto e continui a fare molti più danni della pretesa che la ridicola versione femminista del politically correct (che ha come esponente di punta il presidente pro tempore della Camera dei deputati. A proposito, la versione politically correct autentica sarebbe: “la presidente” o “la presidenta”?) ha di declinare al femminile tutti i sostantivi quando un ruolo è ricoperto da una donna.
E con i trans come la mettiamo? (Domanda in onore della First Lady).
Hanno comunque concluso che meno male che a Gennaio è prevista un’inflazione del 2% che secondo quell’animale in collegamento di cui al precedente commento, è il valore giusto. Ovviamente i dogmi sono dogmi.
Oggi ho sentito la notizia anche io dal TG3 delle 14.00. C’era anche un solone itaGliota collegato da qualche accademia, che con la rinomata sicumera statalista in 60 secondi di propaganda, ha battuto il recordo di mondiale di concentrazione di cazzate. L’equivalente di un serial tv di 600 puntate.