DI GIOVANNI BIRINDELLI
Theresa May (primo ministro britannico): «Attiveremo l’articolo 50 entro marzo dell’anno prossimo e il Regno Unito tornerà a essere una nazione indipendente e sovrana […] l’autorità dell’Ue sulla Gran Bretagna avrà fine: le nostre leggi torneranno a essere fatte a Westminster, non a Bruxelles».
Fantastico. Un giorno però qualcuno dovrà spiegare perché coloro che, sulla base del principio di autodeterminazione, sono entusiasti del fatto che l’autorità dell’UE sulla Gran Bretagna avrà fine, non sono a favore, sulla base dello stesso principio, anche della fine dell’autorità dello stato sull’individuo, cioè della sovranità di una Legge che non può essere fatta (a Londra così come a Bruxelles) ma solo scoperta e difesa.
In effetti qualcuno, ricorrendo alla psicologia, lo ha già spiegato: Michael Huemer. Nel capitolo 6 del suo libro “Il problema dell’autorità politica” (sugli altri capitoli del quale ho alcune riserve) egli dimostra che tutte le condizioni che producono la Sindrome di Stoccolma* sono presenti nel rapporto che esiste fra l’individuo e lo stato moderno; e che in effetti la quasi totalità delle persone è affetta da questa sindrome.
Nota: a chi sollevasse l’obiezione che la Gran Bretagna è governata dalla common law risponderei:
a) che già da molto tempo in UK la common law ha cominciato a essere sostituita dal positivismo giuridico in sempre più campi, e
b) che la common law, sebbene sia un’idea meno arbitraria di legge del positivismo giuridico, non implica affatto la libertà (cioè la difesa del principio di non aggressione). La common law infatti non solo ha consentito (e consente) la tassazione, la riserva frazionaria, il monopolio legale del denaro (fiat) da parte dello stato attraverso la banca centrale e altre amenità del genere, ma anche la diffamazione di pubblici ufficiali e quindi la violazione più macroscopica della libertà di espressione.
(*) “Con l’espressione sindrome di Stoccolma si intende un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica. Il soggetto affetto dalla Sindrome di Stoccolma, durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino all’amore e alla totale sottomissione volontaria, instaurando in questo modo una sorta di alleanza e solidarietà tra vittima e carnefice.” (Wikipedia)
Che nessuno oramai se la passi bene dal punto di vista della libertà è un fatto.
Ciò detto,,credo anche che i popoli di cultura anglosassone sono e saranno sempre messi meno peggio di noi.
In Italia la burocrazia, la tirannia dell’Autorità e il disprezzo per il cittadino ce l’abbiamo nel sangue.
“In Italia la via più breve tra due punti è l’arabesco”
R. Gervaso
Da ragazzo ho girato UK e US e mi sembravano paradisi rispetto alla burokràzia italiota: carta d’identità inesistente e niente certificati, pochissimi documenti, firme anonime, formalità ridotte al minimo.
Ma ora altro che “common law”, altro che “privacy”, altro che “habeas corpus”, ormai son tempi cupi.
Se una nazione si presenta all’arrivo, le vessazioni a cui tutti i paesi anglofoni sottopongono i loro e altrui viaggiatori con regolamenti a dir poco demenziali, sono le peggiori del globo.
E ci fanno pure il grano con format come “Airport Security”.
Ormai vendono pure la merda e il bello è che c’è che la compra
beati loro