Il reddito disponibile delle famiglie (posto nel grafico come base 100 nel 2001; linea blu scala sinistra), è tornato ai livelli del 1995, quando, a quell’epoca, anche il debito privato era notevolmente più basso, intorno al 66% del PIL (linea rossa,scala destra).
Cosa significa questo? Significa una cosa molto semplice, ossia che le famiglie italiane (e in questo caso anche le imprese) sono molto più indebitate rispetto ad allora, ma con redditi disponibili drammaticamente più bassi, ai livelli di quelli del 1995, quando ancora non erano così indebitate.
Essendo, questa, anche e sopratutto, una crisi da debito, con i redditi disponibili ai livelli del 1995 e con l’indebitamento quasi raddoppiato rispetto ad allora, le alternative sono sostanzialmente due:
1) Si contraggono i consumi e gli investimenti per pagare i debiti, con ovvie ricadute sulla tenuta del Pil, che finisce per provocare l’avvitamento dell’economia e quindi l’ulteriore esplosione delle sofferenze bancarie che, a loro volta, finiscono per determinare un’ulteriore stretta creditizia che deprime ulteriormente l’economia.
2) Si sostengono i consumi e gli investimenti, non ripagando i debiti. Il che genera ugualmente un effetto dirompente sui fragili bilanci bancari, che continuano a imbarcare incagli e sofferenze con gli effetti descritti sopra.
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