Non è solo il quando, ma anche il come. La follia monetaria orchestrata dal decennio delle banche centrali porterà al collasso del sistema finanziario globale, questa affermazione o previsione se volete, affonda le sue radici nel buon senso o meglio sul fatto che la creazione di massa monetaria non può generare ricchezza ma solo rimandare la resa dei conti amplificando il momento del crash.
Quando potrà avvenire non è la sola domanda. Anzi non è neppure la domanda più importante, la domanda più importante è come avverrà. Cosa scatenerà la distruzione e la rifondazione del sistema finanziario globale. Sapere come implica riuscire a guardare dalla parte giusta per capire con un minimo di anticipo il quando.
Io penso che sia un esercizio impossibile capire anche solo il trimestre in cui il castello di carta crollerà, penso però che sia più realistico provare ad accorgersi delle scosse di avvertimento, puntando il sismografo dalla parte giusta. Penso di avere capito come avverrà. E penso che le prime scosse siano già fra noi.
La mia tesi è questa, semplificando, l’enorme massa monetaria creata da tutte le banche centrali ha drogato l’economia reale essenzialmente facendo indebitare i paesi consumatori a tassi bassissimi e facendo esplodere le bilance commerciali e dei pagamenti dei paesi produttori. Lo stesso processo ha amplificato a dismisura le riserve di valuta “forte” delle grandi multinazionali e allo stesso tempo si sono create le condizioni della più gigantesca e diffusa cattiva allocazione dei capitali dell’umanità.
Fateci caso, quasi qualsiasi cosa è prodotta o è già stata prodotta in eccesso.
- Materie prime
- Tecnologia (quanta roba inutile viene creata per cercare disperatamente un nuovo bisogno?)
- Immobili , case, capannoni
- Prodotti agricoli
La deflazione non è originata dalla distruzione del debito, quello è un fenomeno che attiene ai paesi più scassati dal punto di vista delle finanze pubbliche e del sistema bancario (ho detto per caso Italia?), la deflazione ha origine dal fatto che quasi qualsiasi cosa è prodotta in eccesso. Ed è necessaria una gigantesca pulizia dell’economia reale per spazzare via i cattivi investimenti e ripartire da basi più solide.
Ora torniamo ai paesi produttori e alle multinazionali.
Queste due entità hanno accumulato una gigantesca quantità di obbligazioni in valuta forte e di fatto hanno contribuito a finanziare i paesi consumatori. La sola Cina ha riserve di valuta “forte” per circa 3.690 miliardi di dollari, 3,69 bilioni se preferite.
E parliamo solo delle riserve ufficiali a cui va aggiunto un multiplo rappresentato dalle riserve delle società Cinesi e delle banche Cinesi. Ora. Cosa succede se l’economia dei paesi produttori va in crisi. Una enorme crisi dovuta all’assenza del mercato necessario per ripagare gli enormi investimenti fatti. Ad esempio l’assenza di compratori per le città fantasma cinesi, un calo della domanda di beni oppure solo una diminuzione del trend di crescita.
Quei paesi possono fare due cose:
- A livello di Stati Stampare valuta, e vedere se ne mantengono il controllo
- Usare la valuta forte accumulata
E il punto di crac è il secondo punto. Vedete il sistema economico mondiale in questi 20 anni e in particolare negli ultimi 10 ha funzionato sul presupposto che i paesi produttori di beni, oltre a fornirli a basso costo si acconciassero a finanziare i paesi consumatori accumulandone il debito. Investendo gli enormi surplus della bilancia commerciale e dei pagamenti per accumulare riserve.
Poi nel 2008 il primo crac del sistema ha indotto le banche centrali a pratiche di creazione di una enorme massa monetaria supplementare, sia attraverso la stampa di nuova valuta che (e soprattutto) azzerando i tassi di interessi e creando le condizioni per la creazione di una gigantesca massa di moneta-debito cioè la moneta creata dalle banche private dal nulla attraverso l’espansione del credito (o del debito se visto dalla parte di chi lo contrae).
I paesi produttori non solo hanno continuato ad accumulare enormi riserve valutarie ma hanno anche approfittato dei tassi globali sempre più bassi per fare investimenti di ogni genere sul presupposto che tutti i mercati si sarebbero sempre espansi all’infinito. Pia illusione. La mia conclusione è questa: dobbiamo guardare con attenzione alle riserve valutarie dei paesi produttori. Quello è il canarino della miniera.
Il crac globale avverrà per la rottura del meccanismo di trasmissione e accumulo del denaro creato dalle banche centrali e dal sistema bancario privato, quando stati e corporation cominceranno a usarle in maniera massiccia per cercare resistere o aggiustare la situazione reale dell’economia sarà la fine.
L’enorme massa di danaro creata dal nulla comincerà a muoversi, e questa volta il denaro uscirà dai mercati finanziari ormai iper inflazionati e si riverserà sulle strade. E i primi segnali ci sono già: vi consiglio di leggere con attenzione questo pezzo di ZeroHedge, ve ne propongo solo un piccolo estratto:
We then put China’s change in FX reserves alongside the total Treasury holdings of China and its “anonymous” offshore Treasury dealer Euroclear (aka “Belgium”) as released by TIC, and found that the dramatic relationship which we first discovered back in May, has persisted – namely virtually the entire delta in Chinese FX reserves come via China’s US Treasury holdings. As in they are being aggressively sold, to the tune of $107 billion in Treasury sales so far in 2015.
We explained all of his on Friday in “China Dumps Record $143 Billion In US Treasurys In Three Months Via Belgium“, and frankly we have been surprised that this extremely important topic has not gotten broader attention.
Then, to our relief, first JPM noticed. This is what Nikolaos Panigirtzoglou, author of Flows and Liquidity had to say on the topic of China’s dramatic reserve liquidation Looking at China more specifically, it appears that, after adjusting for currency changes, Chinese FX reserves were depleted for a fourth straight quarter by around $50bn in Q2. The cumulative reserve depletion between Q3 2014 and Q2 2015 is $160bn after adjusting for currency changes. At the same time, a current account surplus in Q2 combined with a drawdown in reserves suggests that capital outflows from China continued for the fifth straight quarter. Assuming a current account surplus in Q2 of around $92bn, i.e. $16bn higher than in Q1 due to higher merchandise trade surplus, we estimate that around $142bn of capital left China in Q2, similar to the previous quarter…..
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* Articolo tratto da http://www.rischiocalcolato.it/