Quest’anno in Argentina si terranno le elezioni, e un certo numero di province eleggeranno i governatori. Buenos Aires, la capitale, avrà le elezioni amministrative, e Mauricio Macri, che sta dimettendosi come sindaco, è favorito per diventare il prossimo presidente.
Verso la fine dell’anno si terranno le elezioni presidenziali e Cristina Kirchner, dopo due mandati consecutivi, dovrà dimettersi perché non può essere rieletta. Come il Venezuela di Chávez e Maduro, l’Argentina può essere descritta come un Paese che è vittima del populismo estremo durante le amministrazioni di Nestor e Cristina Kirchner che hanno avuto inizio nel 2003.
Dodici anni più tardi, questo progetto politico populista sta per finire. La politica economica del populismo è caratterizzata da un intervento massiccio, da alti consumi (e scarsi investimenti), e disavanzi pubblici. Questo è insostenibile e siamo in grado di identificare diverse fasi che avvengono verso il suo inevitabile fallimento economico….
Ma è quasi tutto il sud America ad essere così, anche dove la presenza italiana è bassa. In Venezuela i fessi che votano Maduro non sono di origine italiana. In Nicaragua esistono ancora i sandinisti. In Brasile sono convinti che gli ultimi due presidenti salveranno le foreste dell’Amazzonia. Forse i più svegli per reazione saranno i cubani. Da loro non ci sono liste alternative a quella comunista, non c’è impresa privata, non c’è libertà di parola. Quindi non se la possono prendere con i capitalisti.
Sì, ma il tenore di vita in Argentina, paese di persone di origine principalmente europea, è incommensurabilmente più alto rispetto a quello del Nicaragua, paese di indios. Pure nel Venezuela la percentuale della popolazione rappresentata dai meticci (tipo Hugo Chavez) è molto più alta rispetto quella dell’Argentina. Chavez aveva una forte identità indioamericana e il suo socialismo era indirizzato a questo elettorato. Idem per Evo Morales della Bolivia.
Un paese è semplicemente un amalgama delle persone che vi risiedono. Nel caso dell’Argentina una buona percentuale della popolazione è di origine italiana. Il dissesto nelle finanze pubbliche in Argentina somiglia non poco a quello dell’Italia meridionale. Un motivo ci sarà.
Forse non sono cerebrolesi ma solo completamente ignoranti in economia, una scienza che nelle scuole (specie in quelle italiane, ad esempio) si insegna al contrario: zero meno uno, per qualcuno fa più uno. I veri cerebrolesi, secondo me, sono quelli che pur conoscendo come è costruito questo sistema infame, tacciono per opportunismo, paura di essere criticati o additati come nemici del popolo e per sperare in chissà quali favori. Non capiscono che se la baracca crolla, sotto le macerie rischiano di andarci anche loro. Qualcuno avrà il paracadute ma non credo ce ne siano a sufficienza per tutti. Immagino che la figlia di Chavez non sia un caso unico. Speriamo che un giorno qualcuno riesca a pubblicare un’inchiesta sugli arricchiti grazie al socialismo, vera dottrina apologetica dello sfruttamento delle popolazioni da parte delle oligarchie scelte dal basso solo in apparenza.
Il vero problema è la guerra che stanno affrontando contro “la nazione del caos”
@Foibar
Ma di quale guerra blatera se la figlia di Chavez ha 4 miliardi di dollari negli Stati Uniti( come peraltro ha denunciato Leonardo in un suo recente articolo).
Il vero problema è che anche in Sudamerica (Argentina si veda qui e qui), ma anche in altri Paesi si veda qui e qui…) ci sono milioni di cerebrolesi che amano impoverirsi per far arricchire l’élite socialista al potere.
Fatica sprecata, caro Fusari.
Tanto è tutta “propaganda capitalista”