“Sono sicuro che siete familiari con la storia di Peter Pan, quando dice che nel momento in cui dubitate di poter volare, allora smettete per sempre di essere in grado di farlo. Sì, quello di cui abbiamo bisogno è un atteggiamento positivo e convinzione”. (H. Kuroda)
Suppongo che a chi, come me, è nato negli anni Settanta, capiti di associare i nomi giapponesi a personaggi da cartoni animati che guardava negli anni Ottanta.
Quando un tale Harukiro Kuroda cita Peter Pan, uno non si aspetterebbe che costui sia il presidente della Bank of Japan, la banca centrale giapponese. Un signore che, nell’ambito della cosiddetta Abenomics (la politica economica voluta dal primo ministro Abe, fatta di deficit spending e monetizzazione del debito), sta stampando yen in proporzioni ben superiori a quanto fatto dai colleghi di Stati Uniti, Regno Unito e Area euro.
Il fatto è che finora gli effetti si sono visti soprattutto sullo yen, che si è indebolito, e sulla Borsa giapponese, che si è gonfiata. Per l’uscita dalla stagnazione ormai strutturale i segnali sono abbastanza deludenti e altalenanti. Come da vent’anni a questa parte, peraltro. Ma in Giappone il sospetto che accumulare deficit stampando moneta non sia una soluzione evidentemente non è ancora venuto, per cui ogni volta che i risultati sperati non arrivano si preferisce il classico “more of the same”.
E il banchiere centrale dice che “quello di cui abbiamo bisogno è un atteggiamento positivo e convinzione”. Se lo dice lui…
Abenomics per sbagliata che sia ha inciso ben poco sulla crescita monetaria giapponese, modestissima rispetto al resto del mondo industrializzato.
http://tsi-blog.com/2015/05/comparing-the-rates-of-money-pumping/
Nel debito pubblico, l’infinito.
Questi non sono Peter Pan ma capitan Uncino nell’operato e Zibibbo (o Spugna che dir si voglia) nel cervello: predatori perennemente ubriachi.