Dal 2018 la Svizzera scambierà in modo automatico con l’Unione europea tutte le informazioni su nomi, indirizzi, numeri di identificazione fiscale e date di nascita dei residenti in altri Paesi Ue con conti bancari aperti nelle sue banche. E’ l’effetto dell’intesa raggiunta a marzo ma firmata ufficialmente mercoledì dal commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, dal segretario di Stato svizzero per le questioni finanziarie internazionali Jacques de Watteville e dal ministro delle Finanze lettone Janis Reirs, per conto della presidenza lettone del Consiglio Ue. La nota diffusa dopo l’incontro sottolinea che in questo modo si mette fine al segreto bancario svizzero per i residenti nell’Ue e si impedirà agli evasori fiscali di nascondere redditi non dichiarati in conti svizzeri.
In base al documento, i 28 e la Svizzera si dovranno scambiare un’ampia serie di informazioni contabili e finanziarie. “L’accordo preannuncia una nuova era di trasparenza fiscale e di cooperazione tra l’Ue e la Svizzera ed è un altro duro colpo contro gli evasori fiscali e un ulteriore salto in avanti verso unatassazione più equa in Europa”, ha dichiarato Moscovici. L’intesa è in linea con le raccomandazioni per uno standard globale sul fisco messo a punto da Ocse e G20 per lo scambio di informazioni. Bruxelles sta concludendo trattative per accordi analoghi con Andorra, Liechtenstein, Monaco e San Marino, che dovrebbero essere firmati entro la fine dell’anno.
Martedì i media svizzeri hanno intanto diffuso la notizia che la Confederazione elvetica ha pubblicato su internet le generalità di noti e facoltosi correntisti residenti in Germania, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Norvegia, Svezia, Spagna, Israele, Russia e India. Berna si è giustificata con la volontà di garantire a queste persone, irreperibili secondo le autorità elvetiche, la possibilità di essere sentite prima di dar seguito alle pratiche che le riguardano.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Una testa di legno svizzera e risolvi.
Il problema è che la corda è sempre più stretta intorno al collo. Ovvio, le soluzioni ci sono, per chi ha i soldi. Se avete bisogno io son qui! (Consulenze pvt)
Ci sono vari tipi di irreperibilità.
Quando un conto non viene movimentato per un decennio o magari due, di solito il dante causa è trapassato. In assenza di disposizioni testamentarie ed a volte di ogni indirizzo utile, l’unica cosa è fare una pubblica chiamata ai creditori o qualche cosa che possa essere spacciata per tale.
Poi si possono incamerare le somme e le utilità come sopravvenienza attiva. Di tutta quella che si incamera, può capitare che qualche erede del legittimo titolare, anche fuori tempo massimo, si faccia avanti. Allora visto il tempo trascorso e vista la diligenza opponibile come prova di beneficio involontario in carenza di esercizio di titolarità, si può trattare (nei rari casi materializzati) una restituzione convenzionale, senza clamore, di parte del dovuto.
Certo se il titolare fosse straniero lo stato straniero potrebbe assumere sistematicamente le vesti di titolare del fondo giacente come residuale e legale erede ai sensi delle normative civili in materia di successione.
Così se la banca fosse sicura del decesso del titolare potrebbe separare i conti dormienti da quelli vivi, non dichiarando al paese estero il nominativo dormiente. Lasciati passare una decina d’anni, le somme o le utilità finiscono in pancia alla paziente istituzione.
Mettendo la pulce nell’orecchio degli stati invece di sicuro qualcuno certamente escuterebbe alla banca anche quelle somme.
Ma voi pensate che il ministero romano abbia pensato anche a questo? Non credo. (osservo e me ne frego)
A pensar male si fa peccato..ma spesso …… Gli svizzeri infatti sono esperti da secoli di pratica (oro degli ebrei ….dei nazi.. e di un sacco di altra gente)
Comunque chi alimenta la finanza svizzera (a sentir loro) ora sta fuori dall’Ue e dal Nafta e con l’OCSE faranno solo “ammuina”. Le nuove controparti, dicono loro, per cultura giuridica consentono ancora margini di operatività.
Auguri.
Certo quella che vedremo sarà, al margine e solo rispetto a se stessa, una Svizzera sempre più stracciona e cialtrona.
C’è da consigliare a tutte le persone, specialmente ai “correntisti irreperibili”, di provare con l’isola di Madeira; pare sia un possedimento portoghese libero da vincoli fiscali. Se è vero, si dia l’addio alla Svizzera e a tutti quei territori che intendono seguire la rinuncia elvetica. Con una fuga di massa dei capitali forse ci ripenseranno.