In Esteri

8di REDAZIONE*

La Casa Bianca è determinata a bloccare l’ascesa di due potenze nucleari chiave, la Russia e la Cina, nessuna delle quali accetta l’egemonia statunitense, scrive l’ex Assistente Segretario del Tesoro degli Stati Uniti durante la presidenza Reagan, Paul Craig Roberts, che ritiene che «Washington abbia fatto un errore che potrebbe essere fatale per l’umanità».

«Gli Stati Uniti hanno sempre avuto una buona opinione di se stessi, ma con la caduta dell’Unione Sovietica hanno raggiunto nuove vette di compiacimento. Sono diventati il popolo eccezionale, il popolo vitale, il Paese scelto dalla storia per esercitare l’egemonia nel mondo», scrive l’economista in un articolo pubblicato sul suo sito web.

E aggiunge che «questa dottrina neoconservatrice libera i limiti del governo americano dal diritto internazionale e permette a Washington di usare la coercizione contro gli Stati sovrani al fine di rimodellare il mondo». A causa di questa politica, Pechino si sta attualmente confrontando con la strategia degli Stati Uniti conosciuta come ‘Pivot to l’Asia’ e «la costruzione di nuove basi navali e aeree per garantire il controllo americano del Mar Cinese Meridionale, che ora è definito come area di interesse nazionale per gli americani», dice l’autore.

D’altra parte, il tentativo di contenere la Russia è la fonte della «crisi che Washington ha creato in Ucraina e che usa per fare propaganda anti-russa», dice Roberts. A suo parere, «l’aggressione e la sfacciata propaganda» americana non hanno fatto nulla per convincere la Russia e la Cina che «Washington non ha alcuna intenzione di andare in guerra e hanno spinto i due Paesi verso un partenariato strategico».

Né la Russia né la Cina accettano di essere ridotti allo «stato di vassallo accettato da Regno Unito, Germania, Francia e resto d’Europa, così come il Canada, il Giappone e l’Australia», dice l’analista politico, aggiungendo che «il prezzo della pace nel mondo è che tutti accettino l’egemonia di Washington».

«Sul fronte della politica estera, l’arroganza dell’America come Paese egemone “unico e indispensabile” con diritti sugli altri Paesi significa che il mondo si prepara alla guerra», scrive Roberts. A suo avviso, «a meno che il dollaro, e con esso il potere degli Stati Uniti, crolli o che l’Europa trovi il coraggio di rompere con Washington e di perseguire una politica estera indipendente dicendo addio alla Nato, una guerra nucleare è il nostro futuro probabile».

Nella sua rubrica, Roberts affronta anche la questione delle celebrazioni a Mosca nel Giorno della Vittoria sul nazismo, che i politici occidentali hanno boicottato, mentre «i cinesi erano lì» con il presidente seduto accanto a Vladimir Putin durante la parata militare sulla Piazza Rossa, che, secondo il politologo, ha segnato una «svolta storica».

Anche se il confronto delle vittime sovietiche con quelle degli Stati Uniti, del Regno Unito e della Francia «rende assolutamente chiaro che è stata la Russia a sconfiggere Hitler», nel suo discorso in occasione del 70° anniversario della resa della Germania il presidente Usa ha menzionato solo le forze americane.

Invece, il Presidente Putin «ha espresso la sua gratitudine al popolo della Gran Bretagna, della Francia e degli Stati Uniti per il loro contributo alla vittoria», ricorda economista dell’amministrazione Reagan. Per molti anni il leader russo ha dichiarato pubblicamente che «l’Occidente non ascolta la Russia», scrive l’autore. «Washington e i suoi Stati vassalli in Europa, Canada, Australia e Giappone non ascoltano quando la Russia dice di non farle così tanta pressione, di non essere il nemico, di voler essere il vostro partner», lamenta Roberts.

A causa della politica degli Stati Uniti, «la Russia e la Cina hanno finalmente capito che devono scegliere tra la servitù e la guerra», spiega il politologo, avvertendo che «Washington ha fatto un errore che potrebbe essere fatale per l’umanità».

*Articolo tratto da http://www.lantidiplomatico.it/

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