«Lavoratori di tutto il mondo unitevi, mantenete il Sudafrica bianco». (Slogan d’inizio XX° secolo del Sindacato dei Lavoratori del Sudafrica)
«L’apartheid del Sudafrica non è il corollario delle forze del libero mercato e del capitalismo. L’apartheid è il risultato degli sforzi anti-capitalistici o socialisti di sovvertire il funzionamento delle forze (capitalistiche) di mercato». (Walter E. Williams, South Africa’s War Against Capitalism)
Nel corso del Novecento, il movimento socialista in tutto il mondo ha tentato di criticare il capitalismo associandolo alla Germania nazista dal momento che i nazisti non nazionalizzarono molte industrie come invece fecero i socialisti russi (permisero la presenza di imprese apparentemente private che furono comunque regolate, irreggimentate e controllate dallo Stato).
La verità è che le radici del nazismo o ‘nazionalsocialismo’ erano profondamente socialiste. I nazisti erano socialisti “nazionali”, mentre i sovietici affermarono di essere socialisti “internazionali”. I nazisti e i comunisti erano cloni ideologici che consideravano le idee del liberalismo classico (il capitalismo di libero mercato, il governo limitato, le tasse basse, la proprietà privata, il rule of law, la pace), e coloro che li adottavano quali loro nemici mortali….
http://www.jta.org/1995/01/09/archive/south-africas-joe-slovo-dies-anc-leader-had-warm-jewish-heart
Non ho letto il libro di Williams, ma se sostiene che l’apartheid era solo una forma di protezionismo economico, si sbaglia di grosso. I neri erano solo le pedine in una partita molto più grande. I coimputati di Mandela al processo di Rivonia erano comunisti e radicali sì ma “bianchi” no.
http://accommodementsoutremont.blogspot.ca/2015/05/le-marathon-de-lillegalite.html
Il problema si presenta quando un nuovo gruppo arriva, non rispetta le norme vigenti, e le autorità municipali chiudono un occhio sull’illegalità per timore di ripercussioni politiche. Un problema millenario che Theodor Herzl pensava di risolvere con la fondazione di un etnostato.
possono esistere comunità volontarie di tutti i tipi, riunite intorno a una religione, a un ideale, a qualsiasi cosa.. ma non tutte sono anarcocapitaliste, anche se nessuno ha puntato una pistola alla tempia di nessuno. Anche una comune hippy è una comunità volontaria.. potrebbe finanziarsi producendo e vendendo droghe leggere, o tramite concerti e attività ricreative e i membri potrebbero mettere in comune i propri averi volontariamente.. non mi pare però sia anarcocapitalismo
se vivi in una comunità dove non ci sono regole per bandire il formaggio olandese può darsi si verifichi lo stesso che nessuno venda/compri/mangi formaggio olandese, ma se qualcuno cambiasse idea, o se un nuovo arrivato (anche un nuovo nato) lo volesse mangiare gli basterebbe ordinarlo. La presenza del formaggio olandese non è pianificata.
se vivi in una comunità volontaria fondata sull’esclusione del formaggio olandese, se cambi idea devi proporre alla comunità di cambiare la regola generale o lasciare la comunità..
In una comunità anarchica l’integrazione e l’esclusione, la religione, la cultura, etc.. sono il risultato variabile dei liberi atti dei singoli proprietari e delle loro interazioni e condizionamenti reciproci. In una comunità in cui si adottino regole generali che eslcudono etnie, religioni, etc.. il risultato è pianificato e alcuni aspetti importanti della libertà di associazione (su tutti i piani: amicizia, sesso, famiglia, lavoro, affari, religione, etc..) sono limitati. Anche se si trattasse di una comunità volontaria, sarebbe comunque una comunità volontaria non anarchica. Anche l’adozione di due leggi, una per i bianchi e una per i neri, si presta alla stessa obiezione. Proporre di limitare fra bianchi o fra cristiani o fra occidentali, i principi dell’anarcocapitalismo, e il pieno rispetto della libertà di associazione, è in fondo proporre una considerevole limitazione di essi..
Secono te l’ordine spontaneo che emerge dalle libere azioni di agenti che seguono ognuno un suo fine.. non esiste? non è affidabile? funziona solo se gli poniamo delle pesanti limitazioni?
Fin troppo panglossiano Taylor.
https://www.youtube.com/watch?v=FEKhgBye5K0
La realtà invece di conflitto interetnico.
http://chelm.freeyellow.com/rothbard.html
Rothbard condivideva le idee di Sam Francis sulla diseguaglianza innata tra bianchi e neri (senza giudizi morali) e l’inutilità dei programmi per colmare il divario tra i due gruppi.
Nello stesso articolo si ricordano molte altre posizioni di Rothbard.. Korea, Unione Sovietica, Khmer rossi, Viet cong, Hitler, etc.. riassunto così Rothbard sembra quasi un pazzo furioso.. in effetti prese spesso posizioni paradossali o che sembrano tali, ma ad approfondirle si scopre sempre un senso coerente rispetto al suo pensiero libertario / anarco capitalista. Anche nel caso di Duke, la sua scelta appare sensata se solo si lascia che sia lui a spiegarla.. In effetti cosa dice?
ha smesso di invocare la violenza e ha smesso i panni del Klan
ha un programma del tutto compatibile con i libertari e i paleoconservatori (lower taxes, dismantling the bureaucracy, slashing the welfare system, attacking affirmative action and racial set-asides, calling for equal rights for all Americans, including whites)
http://archive.lewrockwell.com/rothbard/ir/Ch5.html
a queste condizioni e viste le alternative l’appoggio pure io Duke.. ammesso di potermi aspettare che resti fedele a questo programma.. In fondo, secondo me, è possibile essere libertari e pensarla in modo profondamente diverso su un milione di cose, non è necessaria un’affinità totale. Ci si unisce per un obbiettivo comune. Poi ognuno per la sua strada. Io continuo a tifare thin, anzichè thick (right or left)..
Se ha appoggiato Duke, Rothbard è la stessa persona che ha scritto che la schiavitù in America andava abolita istantaneamente e incondizionatamente, che i proprietari di schiavi andavano risarciti, e che le terre andavano tolte ai padroni di schiavi per darle alle loro vittime. Questo in una situazione in cui concretamente i padroni di schiavi erano per lo più bianchi, benestanti, di livello medio-alto e gli schiavi erano neri e – ovviamente – miserabili. All’epoca questo sì che sarebbe suonato politicamente scorretto! Per non parlare del fatto che anche se gli schiavi si fossero liberati e avessero preso i beni dei padroni con la violenza, sarebbero stati ancora nel loro diritto: concretamente, se gli schiavi neri si fossero liberati dei padroni bianchi sparando, Rothbard sarebbe stato ancora con loro (mentre la società dell’epoca vi avrebbe visto forse una ulteriore prova della mostruosità e bestialità dei neri). Rothbard insomma non è mai stato accecato dal bianco e dal nero.. e ha scritto per esempio bellissime pagine sulla schiavitù e sulla “Negro slavery” (https://mises.org/library/brutality-slavery This article is excerpted from Conceived in Liberty, volume 1, chapter 6, “The Social Structure of Virginia: Bondservants and Slaves”.)
We have indicated above that there was only one possible moral solution for the slave question: immediate and unconditional abolition, with no compensation to the slavemasters. Indeed, any compensation should have been the other way—to repay the oppressed slaves for their lifetime of slavery. A vital part of such necessary compensation would have been to grant the plantation lands not to the slavemaster, who scarcely had valid title to any property, but to the slaves themselves, whose labor, on our “homesteading” principle, was mixed with the soil to develop the plantations. In short, at the very least, elementary libertarian justice required not only the immediate freeing of the slaves, but also the immediate turning over to the slaves, again without compensation to the masters, of the plantation lands on which they had worked and sweated. As it was, the victorious North made the same mistake—though “mistake” is far too charitable a word for an act that preserved the essence of an unjust and oppressive social system—as had Czar Alexander when he freed the Russian serfs in 1861: the bodies of the oppressed were freed, but the property which they had worked and eminently deserved to own, remained in the hands of their former oppressors. With the economic power thus remaining in their hands, the former lords soon found themselves virtual masters once more of what were now free tenants or farm laborers. The serfs and the slaves had tasted freedom, but had been cruelly deprived of its fruits.
https://www.lewrockwell.com/lrc-blog/rothbard-on-the-abolition-of-slavery/
La schiavitù è tutto un altro tema, nulla a che vedere con l’apartheid. Ad ogni modo Duke non è mai stato apologeta dello schiavismo (infatti ha scritto molto sull’inumana tratta transatlantica dei neri, un commercio monopolizzato non certo dai bianchi di origine europea). Non è colpevole di istigazione all’odio razziale, non è neanche un suprematista bianco. È semmai un difensore dei diritti dei bianchi e per questo motivo è odiato dai media e dall’establishment.
http://insider.foxnews.com/2015/01/05/bill-oreilly-takes-ex-kkk-leader-david-duke
Fox News – fair and balanced.
https://diplomatdc.wordpress.com/2010/08/25/the-strange-views-of-libertarian-founder-murray-rothbard-by-gregory-hilton/
Rothbard appoggiò David Duke nelle sue campagne senatoriali e governatoriali dei primi anni ’90.
http://www.antiwar.com/justin/j120400.html
Affermazioni totalmente false e nauseabonde da parte di Raimondo. Rothbard si rivolterebbe nella tomba.
Rothbard, a differenza di Raimondo, capisce che ci sono affinità biologiche tra persone dello stesso gruppo etnico (non solo differenze individuali innate ).e che non tutti i gruppi sono identici.
http://www.unz.org/Pub/RothbardRockwellReport-1994dec-00001
Non fossero per le differenze biologiche strumenti remediali tipo l’affirmative action potrebbero avere effetti positivi nel colmare le disparità economiche e sociali tra i gruppi.
Sono d’accordo col pezzo di Rothbard, tra l’altro l’avevo già letto, e l’ho riletto volentieri. io non sono egualitario, non ritengo cioè che non vi siano differenze fra gli uomini, se non quelle dovute alla cultura. non ritengo neppure che l’uguaglianza di tutti gli uomini sia un bell’ideale. sono d’accordo che l’egualitarismo è contro natura.
Tuttavia, detto questo, quali siano queste differenze (e quali le somiglianze), quale peso abbiano, quale significato e quale valore, resta aperto. Non c’è nulla di automatico.
Sowell e Williams partono dalla premessa errata che non esistano differenze innate tra gruppi umani e per forza concludono che sono fattori ambientali quelli che determinano le ovvie differenze intergruppo di stile e tenore di vita.
https://mises.org/library/why-race-matters-race-differences-and-what-they-mean-michael-levin
Non tutti i libertari sono egualitari.
http://rothbard.altervista.org/essays/egualitarismo-rivolta.pdf
Non lo era di sicuro Rothbard.
@alla fine, prevedibilmente, finite per non condividere Sowell, Williams, Raimondo, Di Lorenzo, McMaken, etc.. e probabilmente neppure il libertarismo di Rockwell e Block, immagino troppo thin e “corretto” per voi..
La verità parziale sia per ingenuità sia per convenienza politica non va bene. Porta a conclusioni sbagliate.
L’apartheid era una politica reazionaria ideata solo per contrastare un’organizzata campagna demografica nera (con l’uso di coercizione e violenza se necessario) il cui obiettivo era quello di ridurre i bianchi a una minoranza. La competitività era una questione secondaria.
Sa dove sta il recinto elettrico e sta ben attento a non toccarlo.
Di Lorenzo volevo dire.
Io invece trovo interessante molto del materiale pubblicato dall’IHR. “Hysterical” mi sembra più una proiezione freudiana da parte di Raimondo, il quale si guarda bene da trattare con rigore certi temi. Se si vuol essere cinici, potrebbe essere considerato una specie di limited fall back, e il peccato di omissione può essere grave quanto quello di commissione.
http://www.israelshamir.net/English/Comrade_Raimondo.htm
http://www.richardsilverstein.com/2013/10/23/justin-raimondo-killed-published-antiwar-com-article/
I commenti la dicono lunga su Antiwar.com.