L’anno 2015 dell’era cristiana, per chi scrive, inizia all’insegna di un nuovo e rilevante impegno: la fondazione e la direzione di questa rivista.
Debbo immediatamente ringraziare alcuni amici che, dopo alcune settimane in cui mi hanno affiancato anche per un’attenta valutazione, si sono resi generosamente disponibili a dividere lo sforzo per questa nuova impresa che avvio, sin da subito, insieme a quanti vorranno collaborarvi.
In questo primo saluto ai nostri lettori è opportuno che presenti almeno due caratteristiche di questa iniziativa nel campo delle pubblicazioni scientifiche: il nome e il background. Per comprendere meglio la scelta del primo, partiamo dal richiamo ad una preziosa esperienza pregressa.
La rivista che prende avvio con questo primo fascicolo ha, infatti, alle spalle un’opera più che decennale. Mi riferisco al portale web www.StoriaLibera.it che, dal settembre 2003 ai primissimi giorni del 2015, ha costituito un’importante presenza nella rete delle reti, Internet, e una fonte documentale per tanti lettori, spesso affezionati. Un imponente sito di storia e di attualità con centinaia di capitoli e dossier, con migliaia di pagine e che ha avuto milioni di accessi (in media, mezzo milione l’anno). è, questa del portale web, una magnifica eredità che è giunta l’ora di riformulare completamente e di rilanciare decisamente verso altri destinatari. Pur rivendicandone la continuità, quel patrimonio, perciò, ora assume una nuova dimensione, una nuova caratteristica, una nuova modalità.
Mi è, a questo punto, facile giustificare il nome che la nuova rivista assume; se questo risulta comprensibile sotto l’aspetto affettivo, non di meno, deve essere spiegato sotto quello programmatico. StoriaLibera: un nome che in realtà ne comprende due e contiene il proposito di mettere insieme l’interesse per il passato (la storia), la passione per il presente e il desiderio per il futuro (la libertà). Se la prima parola ci induce a studiare il passato, la seconda ci impone di riflettere sul presente e sul futuro perché se senza consapevolezza della storia non c’è futuro, senza libertà anche le radici più profonde si essiccano in poco tempo. Una storia che non sia libera non è storia, così come una libertà che non si radichi nella concretezza della storia umana non è libertà, ma libertinismo senza prospettive.
Due termini – Storia e Libertà – che sono un programma e che come titolo e come proposta continueranno ad accompagnarci sia offrendo una presentazione al nostro impegno sia dando una sintesi al nostro sforzo. è questa la ragione per cui la nostra rivista si affaccia nel panorama scientifico nella sua duplice e complementare competenza nelle scienze storiche e nelle scienze sociali.
Avrei altri aspetti da presentare ai lettori. Primo tra tutti quello della scelta di pubblicare esclusivamente on line, poi quello della periodicità semestrale, poi quello delle sezioni in cui si articola ciascun fascicolo. Insieme alla spiegazione del peculiare carattere “scientifico” che caratterizzerà la testata, saranno questi, elementi da esporre nei prossimi editoriali. Al momento mi limito alle indicazioni offerte, dandovi già appuntamento alla prossima uscita prevista per gli inizi di agosto. Che Dio benedica questa nostra impresa.
Ottima la rivista! é però un peccato che i materiali del vecchio sito non siano più accessibili: io, come professore di storia, ne facevo largo uso per creare dispense, o per impostare laboratori e interrogazioni… peccato…
Sono i magistrati a dettare la storia in questa Europa “libera”.
Grazie per la possibilità di scaricare la rivista.
Ma i contenuti del vecchio portale non sono più accessibili?
I contenuti del vecchio portale li ho in archivio, alcuni vecchi articoli li rilancerò in futuro. Grazie a lei per l’attenzione.
Molto interessante
Grazie. L’ho scaricata. Noto con piacere che la rivista include un saggio di Guglielmo Piombini.
Grazie, ma sono da segnalare soprattutto i saggi di Murray N. Rothbard e di Carlo Lottieri sul gold standard e sull’oro nella storia dell’Occidente.
E’ molto ben scritto e documentato anche il saggio di don Beniamino Di Martino sulla povertà di Cristo.