In Economia

BitcoinDI FRANCESCO CARBONE

Difficile dopo un lungo periodo di assenza riassumere tutto quanto è avvenuto in questi ultimi mesi. Ci proverò stringendo all’osso ogni argomento, ripromettendomi di riesaminare in dettaglio con futuri articoli ciascuno di essi.

Gli operatori istituzionali sul mercato obbligazionario hanno continuato per mesi a fare front running alle banche centrali, in altre parole hanno continuato ad acquistare titoli a rendimenti ridicoli, nella speranza di rivenderli alle banche banche centrali a prezzi più alti. La strategia ha funzionato e pagato bene, visto che anche Draghi ha finalmente sparato il bazooka da oltre un trilione di euro (ricordate che ho sempre detto? gli esploderà in faccia, e così sarà). E il bello comincia quindi proprio adesso. Con oltre 3.5 trilioni di obbligazioni a rendimenti reali negativi, gran parte delle quali emesse da paesi praticamente falliti, siamo davvero vicini all’endgame delle banche centrali. Tutto sembra ancora sotto controllo, ma i banchieri sono definitivamente schiacciati in un angolo dal quale non potranno più uscire.

Le borse sono salite ancora spinte da rendimenti zero o negativi e, insieme ai bond, giorno dopo giorno hanno gonfiato la più grande bolla finanziaria di tutti i tempi. Un gran problema per tutti i trilioni di risparmi in giro per il mondo che devono turarsi il naso e comprare titoli finanziari a prezzi folli. Se ancora pensate che non ci possa essere una situazione peggiore del 2008, vi sbagliate di grosso. Le banche centrali hanno creato un caos ancora maggiore e finiranno con il distruggere, insieme al sistema economico e sociale, anche se stesse. Peraltro da quando il QE americano è finito la borsa americana ha smesso di salire a dimostrazione di una dipendenza ben marcata tra il primo e la seconda: no money, no party.

L’economia reale è in stallo quasi ovunque. Più i dati escono negativi più le borse reagiscono positivamente nella speranza che per ovviare alla stagnazione economica le banche centrali pomperanno ancora più droga monetaria. Il delirio del 2008 al confronto era davvero ben poca cosa. Peraltro mentre le teste parlanti dei tiggì raccontano tutte le balle possibili sugli stimoli monetari (combattere la deflazione, stimolare la ripresa), la verità è che ogni trilione cacciato sui mercati per comprare titoli spazzatura è un furto indiretto nelle nostre tasche. Il QE di Draghi praticamente costerà 2000 euro ad ogni cittadino europeo. Una confisca pesante che beneficierà banche, gruppi di potere, classe politica. I soliti noti insomma, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi e l’1% possiede oramai il 50% della ricchezza reale, tutti gli altri rimangono a secco e cominciano davvero a sentirsi come rane bollite senza via di scampo. L’inevitabile breakdown sociale è solo questione di tempo. Non succede “gnente” finché non succederà tutto in una volta.

Mentre i prezzi di tante materie prime crollano per assenza di domanda, illudendo i poveri allocchi di essere in deflazione di prezzi (cosa peraltro positiva per le nostre tasche), guidate dal prezzo del petrolio la cui caduta catastrofica pare essere più un mezzo per tagliare le gambe alla Russia ed altri paesi che dipendono da materie prime e risorse naturali, l’oro sembra aver finalmente messo un bel bottom e pare oramai entrato in un’altra fase rialzista. Mi stupisco solo come non si sia mosso prima visto che tutto quanto sta succedendo era prevedibile da tempo. Non credo ci vorrà molto per rivederlo sui massimi anche contro l’Euro, mentre su tante valute oramai segna record dopo record da diverse settimane. Inutile dire che le banche centrali faranno come sempre di tutto per metterci un tappo, giusto per tenere sempre rotto il miglior barometro della loro follia monetaria della quale pochi economisti mainstream, a cui è rimasto un filo di dignità, osano parlare.

E infine qualche parola sul Bitcoin il cui esperimento sembra oramai volgere al peggio. Il sogno di libertà che il bitcoin sembrava poter promettere a me sembra già finito (e non porterà alcuna rivoluzione purtroppo). Ho continuato a seguire il mercato della valuta digitale sempre da vicino e la caduta di prezzo non solo è frutto di una drammatica assenza di adozione (vitale per la sopravvivenza del bitcoin), ma nasconde anche tante altre magagne che potrebbero gettarlo definitivamente in una spirale mortale (nella quale sta già con mezza gamba). E’ chiaro con il senno di poi che la salita di prezzo del 2013 era frutto di mega pump and dump orchestrato dal panzone di MtGox, Mark Kerpeles. Ad oggi il Bitcoin si è dimostrato essere lo schema di ponzi personale di questo figuro che a conti fatti si è messo in tasca mezzo miliardo di dollari, gabbando migliaia di persone, e passandola praticamente liscia. Il bitcoin continua ad alimentare investimenti consistenti (potenzialmente enormi malinvestment indotti da un prezzo elevato), e potrebbe anche sopravvivere grazie alle innovazioni che potenzialmente è in grado di introdurre, ma non credo realizzerà mai il sogno libertario di offrire una moneta privata libera in competizione con quella statale. Spero ancora di sbagliarmi e mi auguro che il crollo a 160 dollari di due settimane fa abbia costituito la capitulation finale.

Dopo questo breve flash mi riprometto di riprendere a scrivere con la frequenza di un tempo, gli spunti non mancano davvero, ogni giorno il mio feed di twitter mi fa leggere cose sempre più folli e assurde intorno a questo mondo alla rovescia che le banche centrali hanno gettato nel caos. C’è voluto tanto tempo, più di quanto potessi razionalmente immaginare, ma il bello (o il brutto) comincia adesso. La capitulation della banca centrale svizzera di inizio anno è solo il primo segnale di una progressiva perdita di controllo sul sistema da parte di un manipolo di pianificatori centrali sempre più arroccati nella propria indisputata arroganza. Non avremo alcuna chance di tornare su un sentiero di prosperità e benessere finché non verranno obliterati dal caos che hanno creato.

L’articolo è tratto dal sito WWW.USEMLAB.COM – Ci fa molto, ma molto piacere che l’amico Francesco Carbone sia tornato a dire la sua.

Spero anche che, un altro amico, come Giacomo Zucco, dica la sua sulla questione delle criptovalute, dopo l’affermazione quasi perentoria riportata nel titolo.

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Showing 14 comments
  • Nobody 67

    Carissimo Francesco
    Navigando approdo su questa pagina
    e mi farebbe piacere leggere, a distanza di due e passa anni, ora il tuo pensiero
    In fede

  • eridanio

    Bitcoin fa il suo sporco dovere entro il perimetro dei limiti progettuali in senso tecnologico e di aspettativa in termini soggettivi.
    Sembra dimostrato che oltre ad alcuni difetti di consistenza della tecnologia stessa manchino ancora paradigmi più completi nel lato di quà della tastiera. Ad esempio è stato dimostrato che un ottimo esperimento può andare a carte e quarantotto per non aver considerato importante incorporare nel modello logico anche l’importanza dell’intermediazione e delle qualità minime necessarie. Come giustamente evidenziato da Francesco Carbone, il luddismo o strumentale o incidentale degli intermediari sorti nel vuoto celebrale pressochè pneumatico, variamente coraggiosi e digiuni di una teoria della moneta dei mezzi di circolazione e dei soggetti coinvolti, ha frustrato gran parte del successo di tappa rappresentato dallo “step” BTC.
    Essere parti-pro, parti-contro o parti-ninzo, ma parlo-listesso è irrilevante.
    Attribuire a certificati digitali il compito di scimiottare la meglio-moneta significa liberamente e responsabilmente aderire ad una metafora con le implicazioni contrattuali che il mercato sta scoprendo e valutando. Il feedback che se ne ricava è utile per nuove e più importanti applicazioni.Il limite della creatività umana è solo una labile barriera che quando ti si presenta davanti ti indica solo dove c’è bisogno di sfondare. Già solo capire i difetti di una cosa indirizza la ricerca.
    Chi ha surfato l’onda ha tutta la mia ammirazione. Chi non l’ha fatto pure.
    Chi non capisco son quelli che avrebbero voluto, ma si rammaricano di non aver agito o potuto/voluto/saputo agire.
    Il successo o l’insuccesso del bitcoin ha una rispettabile rilevanza soggettiva. Punto. Ci saranno futuro e novità per tutti.
    …what’s next.

  • Pedante

    Credo che Carbone ha ragione: BKX sembra una classica broadening top il che non può che giovare all’oro.

  • Pedante

    Ho sempre creduto nell’importanza della fisicità di una moneta, essenziale alla sua accettazione da parte del grande pubblico. Il Bitcoin a mio avviso non mette in pericolo l’integrità del sistema monetario attuale. Ad ogni modo si saprà entro pochi anni chi avesse ragione e chi torto sulle criptovalute.

  • Giacomo Zucco

    Ciao Leonardo,
    grazie mille per l’invito a rispondere.

    Come sai, nutro il massimo rispetto per Francesco e per le sue analisi, ma come gli ho detto quando ci siamo sentiti ieri sera, discutendo il suo articolo, nel caso specifico non concordo per nulla con lui e credo che la sua sia un’analisi emotiva basata sulle ristrette vicende inerenti il prezzo della commodity nell’ultimo anno.

    Ti volevo dare una risposta completa, ma leggendo il commento di Mirco Romanato mi rendo conto che ha scritto praticamente già tutto quello che avrei scritto io (e qualcosa di più).

    Riassumo semplicemente il tutto dicendo che il prezzo così com’è ora è sostanzialmente irrilevante: si riferisce a una capitalizzazione-giocattolo che può essere abbattuta dalla vendita di una sola persona o mandata sulla luna da noccioline lasciate cadere da un fondo di investimenti che vuole provare una scommessa.

    Alcune altre mie valutazioni in proposito qui:

    http://giacomozucco.com/2015/02/03/un-inizio-2015-interessante-per-bitcoin-in-italia/

    http://giacomozucco.com/2015/01/26/bitcoin-to-the-moon/

    http://giacomozucco.com/2015/01/05/la-23-morte-di-bitcoin-e-il-problema-degli-exchange/

    http://giacomozucco.com/2014/11/05/bitcoin-non-e-solo-una-questione-di-prezzo/

    Grazie per l’attenzione che dedichi al fenomeno, anche con pareri (giustamente) differenti! A presto, Leo!

    • leonardofaccoeditore

      Grazie mille! Eh sì, il fenomeno lo seguo da sempre, perchè come ben sai anche io nutro speranze nel veder finire questo mondo farlocco e criminale fondato su Stati, banche centrali e monete fiat.

  • Albert Nextein

    Carbone ha le sue idee.
    Anche Funny King.
    Mi piacerebbe si confrontassero.

    • Mirco Romanato

      Ricordo quando FK era lo scettico e Usemlab era il sostenitore.

  • Mirco Romanato

    Il bitcoin sta scontando una salita eccessivamente veloce nel 2013 e, di conseguenza, una lenta discesa a livelli di sostenibilità, nel 2014.

    Ma, a parte il tasso di cambio, tutte le altre notizie sono positive:

    1) Gli investimenti nel 2014 sono stati di 400 M di $, nel 2015 (cioè in Gennaio) sono stati di 75 M di $ solo per una singola azienda (Coinbase). Tra quelli che ci hanno messo i soldi, una azienda chiamata NYSE. Investimenti in infrastrutture che rendono il Bitcoin più facile da usare e più utile anche a chi non è interessato a politica, finanza, etc.

    2) L’adozione del Bitcoin come mezzo di pagamento da parte di grosse aziende come Overstock, Dish, Microsoft, e molte altre è continuato, tanto che Overstock è passata dal vendere tutti i Bitcoin che riceve in pagamento a tenerne una parte e, da poco, ad offrire ai suoi dipendenti la possibilità di essere pagati, in parte, in Bitcoin (con l’installazione di un ATM aperto anche al pubblico nel loro quartier generale).

    3) Non solo grosse aziende, leader mondiali, ma anche numerosi start up hanno creato business che permettono di trasferire denaro in tutto il mondo per le rimesse dall’estero dei lavoratori. La più interessante è Rebit, che permette di pagare un gran numero di conti (acqua, luce , gas, telefono) nelle Filippine da parte dei cittadini che lavorano all’estero, per le loro famiglie. Senza dover passare per le forche caudine di WU o Moneygram.

    4) Il numero di transazioni nella rete Bitcoin è in crescita continua, sebbene non sia esplosiva come si poteva sperare un anno o due fa.
    Due anni fa chi avrebbe sperato che Microsoft, eBay e PayPal (tra i tanti) adottassero il Bitcoin anche solo per un singolo servizio? Tipo nessuno.

    5) Con la ripartenza del QE da parte della Fed e della BCE (e non dimenticate la BoJ e la PBoC) il prezzo del BTC è pronto a ripartire. Il 24 Dicembre 2014 la Fed a creato 256 Miliardi di nuovi $ (Base Money). +8.8% rispetto all’anno precedente. Nel frattempo l’inflazione del BTC nello stesso periodo è stata del 12.09% (in discesa – sempre e solo in discesa). Ovvio che nello stesso periodo il BTC sia sceso (e tanto).
    Quando il BTC raggiunse il picco della sua quotazione la Base Money del $ era cresciuta del 40% in un singolo anno contro il 14.90% del Bitcoin (ovvio che in quell’anno la quotazione sia salita, naturalmente, di molto). L’intervento di Karpeles, al massimo, l’ha spinta un po’ più su e un po’ più giù di quello che sarebbe successo comunque.

    Per chi volesse un paio di grafici, ne ho compilati un paio che potreste trovare interessanti:

    BTC USD inflation v2 http://tinyurl.com/novzq57
    BTC EURO inflation v2 http://tinyurl.com/m8xwxpv

    A me pare ovvio che, con una inflazione monetaria della Base Money vicina allo zero per il $ e attualmente negativa per l’€, il Bitcoin, che sta ancora inflazionando pesantemente, abbia perso terreno.

    La domanda è dove starete adesso che si riaccendono le stampanti monetarie delle maggiori banche centrali del mondo? Dove sarete adesso che i debiti di così tanti governi superano il 100% del GDP?

    Oro o Bitcoin?

    “A bit of both” (cit.)

    • leonardofaccoeditore

      Grazie Mirco

    • Albert Nextein

      Quello che affermi ha un senso.

    • GiorgioM

      In risposta a Mirco, riguardo al punto 1 stai invertendo causa e effetto, nella realtà la speculazione FA’ i prezzi, l’ imprenditore GUARDA i prezzi ed agisce e produce di conseguenza. Tutti gli investimenti fatti nell’ ultimo anno sono solo una conseguenza dell’ esplosione di prezzo del bitcoin ed è sbagliato credere che questi investimenti possano in futuro fare da floor al prezzo del bitcoin. Se gli speculatori decideranno che il bitcoin vale 0, il bitcoin va a 0 e tutti gli investimenti fatti nel 2014 si riveleranno essere soltanto un grosso malinvestment con buona pace dei bitcoin believers.
      Il punto 2 è effettivamente positivo ma non così tanto come molti credono, io penso che gran parte del valore del bitcoin non deriva dal suo essere un rivoluzionario mezzo di pagamento. Infatti come mezzo di pagamento il bitcoin è ridondante, lento ed inefficente, pensa solo al fatto che la transazione per pagare un caffè di 1 € ha bisogno prima di essere confermata dalle macchine specializzate che fanno mining attraverso una race a chi “spreca” più energia, questo processo oltre ad essere molto oneroso è spesso anche molto lento. Inoltre dopo che la transazione è stata confermata, viene memorizzata e mantenuta in migliaia di database, uno per ogni nodo, per l’ eternità, non proprio un brillante esempio di efficenza nel 2015.
      Ragionando invece sull’ esigenza di ogni uomo di voler conservare intatto il proprio potere di acquisto, in un mondo dove il risparmiatore viene oramai letteralmente massacrato da inflazione, obbligazioni a rendimento negativo, patrimoniali sugli immobili, capital gains e gabelle di ogni tipo, si poteva pensare al bitcoin come un ingegnoso sistema per proteggere il frutto del proprio lavoro dalla rapina legalizzata del fisco e dei banchieri. Il bitcoin avrebbe potuto gettar le basi per un nuovo sistema monetario, un sistema assolutamente fair, senza più nessuno col potere di confiscare a piacimento i soldi altrui.
      In tal senso il bitcoin avrebbe potuto avere un valore enorme se si fosse rilevato un ottimo store of value. Io dopo lunga riflessione son giunto alla conclusione che oltre a non essere un ottimo mezzo di pagamento, il bitcoin non ha le carte in regola neanche per poter essere un decente store of value. Attualmente il protocollo bitcoin per funzionare correttamente ed essere sicuro inflaziona l’ offerta al ritmo di circa un 10% all’ anno. Questo non è un costo irrisorio per il detentore, basti pensare che se ho 100K € in bitcoin dovrò produrre ricchezza in un anno pari a 10K € solo per mantenere inalterato il mio potere di acquisto.
      A tutti quelle che obietteranno che il bitcoin stà comunque evolvendo verso un sistema ad inflazione 0 io rispondo invitandoli a riflettere se sia saggio per un sistema POW spostare il costo di mantenimento della rete dalle spalle dei bitcoin holders che attualmente pagano tramite inflazione, alle spalle degli utenti che pagheranno tramite commissioni di transazione. Secondo me è una pessima idea che rivoluzionerà il sistema di incentivi che oggi tiene in piedi il bitcoin, il risultato finale nella migliore delle ipotesi sarà il collasso dell’ intera rete e l’ annullamento del valore del bitcoin.
      Nonostante le critiche fatte sopra non mi sento comunque di dire che il bitcoin non valga assolutamente nulla. Per un POW ad inflazione bassa ma costante esistono probabilmente usi e nicchie di mercato che ne giustificano i costi, quale sarà il valore finale di questi mercati e quindi di questa tecnologia che ha l’ ambizione di servirli lo decideranno gli speculatori.

      • Mirco Romanato

        1) non concordo, sia “lo speculatore” che “l’imprenditore” osservano la situazione presente, fanno valutazioni sulla situazione futura e poi agiscono di conseguenza.
        Il cosiddetto speculatore usa del denaro per comprare e vendere la merce (in questo caso il bitcoin) cercando di comprare basso e vendere alto, e in questo modo tende a ridurre la volatilità (infatti la volatilità giornaliera del Bitcoin è più bassa che nel passato e tende a scendere mano a mano che aumenta l’adozione e l’uso).
        L’imprenditore invece si interessa a risolvere un problema a cui il mercato da valore, per esempio il mercato delle rimesse internazionali, oppure la possibilità di far incontrare domanda e offerta anche al di fuori degli exchange tradizionali, oppure utilizzare la blockchain come servizio di notariato, etc.

        Il tutto per dire che, se fosse una moda passeggera, non ci sarebbe l’interesse di tante aziende di piccole, medie e grandi dimensioni, sia a livello nazionale che internazionale. Non solo, molti sostenitori del Bitcoin (quasi tutti) sono partiti da una posizione iniziale scettica (e spesso pure ostile). Mano a mano che miglioravano le loro conoscenze sul funzionamento del Bitcoin e della tecnologia hanno cambiato la loro posizione.

        Non sono gli investimenti a dare un supporto stabile al prezzo del Bitcoin, ma l’utilizzo pratico della rete per fare pagamenti che sono incensurabili, immediati(*), irreversibili, con una valuta che non può essere inflazionata fuori specifica da nessuno in particolare.

        https://blockchain.info/it/charts/n-transactions?timespan=2year&showDataPoints=false&daysAverageString=28&show_header=true&scale=0&address=

        Qui mostra la media delle transazioni giornaliere su 28 giorni (tanto per far sparire le variazioni giornaliere e settimanali). Le transazioni sono aumentate almeno del 50% da Luglio 2014, e sono aumentate in modo stabile.

        Il volume delle transazioni in BTC è triplicato in un anno.

        https://blockchain.info/it/charts/estimated-transaction-volume?showDataPoints=false&timespan=&show_header=true&daysAverageString=28&scale=0&address=

        Il volume delle transazioni in $ è quasi triplicato in due anni (se si parte DOPO Marzo 2013, se partissi prima sarebbe un x10 o x15). Rimarcabilmente, nel 2014, le transazioni, valutate in $ sono rimaste abbastanza costanti anche se il prezzo in $ del BTC è sceso considerevolmente. Per me segnala che c’è un uso come mezzo di pagamento, magari ancora di nicchia, ma apprezzabile.

        2) I pagamenti in BTC non richiedono, per forza, di attendere una o più conferme. I principali processori di pagamento non lo richiedono per transazioni di piccolo valore (un caffè al bar). Semplicemente il costo di tentare un double spending è maggiore del costo del caffè e il tempo perso ad aspettare non vale il rischio che si corre (infinitesimo). Hai più probabilità che il caffè si rovesci prima di darlo al cliente. Ugualmente, la maggior parte dei bar non controlla costantemente tutte le banconote e le monetine che ricevono come pagamento. Controllano solo quelle al di sopra di un certo valore (nel nostro caso aspetterebbero una o più transazioni). Il che va benissimo per il pagamento di servizi oppure per pagare oggetti che non saranno consegnati istantaneamente. Non entri dal concessionario Ferrari, passi la carta di credito sul POS o gli molli giù una valigetta piena di banconote da 500€ e esci con la macchina in 60 secondi.

        Il costo del mining è l costo di rendere sicure ed incensurabili le transazioni eseguite e registrate nella blockchain. Ed è un costo che è microscopico in confronto a tutto quello che deve fare il sistema bancario per rendere sicure le transazioni. Per altro, i miner e la blockchain funzionano 24h/7/365, fai un pagamento con la banca di sabato e domenica, magari all’estero.

        Ovviamente una inflazione al 10% annuale non è ideale, preferiamo tutti lo zero.
        Ma questa è una fase di passaggio che permette alla rete di crescere e di pagare la sicurezza delle transazioni. Dato il valore delle monete minate, i miner forniranno una sicurezza proporzionale e i meno efficienti usciranno dal mercato a favore dei più efficienti.

        Non solo, facendo due conti della serva, se Bitcoin raggiungesse le dimensioni della rete VISA ed eseguisse una media di 4000 transazioni al secondo, il costo di una transazione sarebbe di 0.25 centesimi di $. Se lo portiamo a 1 centesimo (4 volte tanto), pagherebbe come se adesso il BTC quotasse 1.000$ con una inflazione del 10% (3600 BTC/day).
        La rete VISA, da parte sua, costa molto di più (tipo 25 cent per transazione + 1% nei casi migliori, fino al 20% nei casi peggiori). E questo senza prendere in considerazione i chargeback.

        Mi hanno detto di una ditta di trasporti che usa PayPal per farsi pagare e che oltre al 4% che paga a PayPal per il servizio ha un 12-13% di costi per i chargeback. In Pratica per usare PayPal per lavoro hanno un costo del 16-17% di quello che incassamo. Ovvio che sono interessati ad un servizio di pagamento irreversibile e che se potessero si convertirebbero immediatamente al BTC. Se quel trasportatore fossi io, farei uno sconto del 10% ai clienti che mi pagano in Bitcoin senza nemmeno pensarci.

        Adesso, una azienda piccola è una cosa, una grande come Overstock.com ha dichiarato pubblicamente di fronte ai regolatori di New York che loro hanno un costo del 9% per la sicurezza dei pagamenti. Costo che diventa praticamente 0 usando Bitcoin. Il 9% per una azienda che ha il 2% di margine sulle vendite è una cosa assurda, se si può evitare. Ovvio che tutti i CEO di questo mondo comincino a sbavare se gli viene detto e comincino a spingere per spostare la clientela verso quel tipo di pagamento.

      • leonardofaccoeditore

        Grazie GiorgioM

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