Ci mancava solo il cinema comunale. Trovo incredibile che in un periodo di crisi come questo, in cui ogni Euro di spesa pubblica (o spesa ad essa assimilabile come quella della Fondazione BdM) andrebbe speso con la massima oculatezza, si pensi di spendere 310mila Euro per tenere aperto un cinema che da anni ha dimostrato di non saper stare sul mercato. Questa è l’ennesima forma di socialismo municipale, di cui proprio non si sentiva il bisogno. Anziché creare le condizioni affinché nuovi privati aprano sale cinematografiche o anziché cedere le sue attività in perdita (penso ai tanti rami secchi del gruppo ASM), il Comune di Pavia cosa fa? Rileva le perdite altrui.
Il vecchio vizio italico di privatizzare gli utili e socializzare le perdite a Pavia assume ora proporzioni imbarazzanti. Proprio mentre nelle altre città (penso alla rossa Torino) si privatizzano farmacie comunali e trasporti pubblici locali, noi andiamo nella direzione opposta. E io, ingenuo, che mi lamentavo del socialismo della giunta Cattaneo, che non aveva avuto il coraggio di mettere a dieta le sue grasse aziende municipalizzate…
Ma anche volendo evitare discorsi liberisti, l’impressione è che si tratti di una scelta politica che privilegia l’apparenza (adesso la giunta rossa di Massimo Depaoli potrà sbandierare che grazie a lei Pavia ha ancora un cinema…) rispetto ad un progetto culturale complessivo che sembra mancare.
E ora vediamo come gestiranno la vicenda della direzione artistica. Io sento odore di una scelta molto politica (e molto localistica) e non fatta sulla base di una competizione aperta. Anzi, vi dico già chi potrebbe essere un “concorrente”: il buon Roberto Figazzolo, un nome sicuramente gradito alla giunta e ben noto a Pavia per i tanti cineforum tenuti al Foscolo, ed altrove, negli anni passati…
Io sono dipendente di una società cooperativa (interamente privata) che gestisce un cinema privato localizzato in Emilia. La società per cui lavoro non prende un Euro dagli enti locali se non piccolissimi importi per servizi effettivamente prestati (ad esempio l’affitto della sala per lo svolgimento di un’assemblea comunale). Purtroppo da anni ci dobbiamo scontrare con la concorrenza sleale di cinema comunali, cioè gestiti direttamente dai comuni, oppure pesantemente finanziati con decine di migliaia di euro annui a fondo perduto da enti locali o loro emanazioni (municipalizzate ecc…). Questo si traduce nella possibilità per questi cinema pubblici o semipubblici di fornire ‘bustarelle’ a soggetti impiegati presso le società di distribuzione cinematografica allo scopo di ottenere alcuni film di grande richiamo in esclusiva, senza cioé che questi siano noleggiati anche alle sale come quella per cui io lavoro che devono fare quadrare il bilancio e non possono permettersi di elargire ‘polpette’ per corrompere i distributori.
Tale fenomeno di inquinamento del mercato, che noto purtroppo sta allargandosi anche ad altre regioni, qui in Emilia sta massacrando le sale realmente private ed indipendenti, che ormai sono una minoranza.
Grazie della testimonianza
Il teatro ha preso una botta esiziale dal cinema.
Ora il teatro sopravvive in larghissima parte solo se finanziato con fondi pubblici.
Idem sta avvenendo per il cinema.
Con schermi domestici sempre più buoni, audio ottimi, supporti poco costosi, accesso via internet a spettacoli di ogni genere, il cinema ha preso una bella botta.
Il sistema pubblico non perde occasione per dimostrare la sua obsolescenza ed ignoranza.
..la feccia social/comunista avrà bisogno di indottrinare le nuove generazioni con la proiezione della “corrazzata potionkin”, sia mai che si perdano cotanto splendore del regime