“L’intervento del Ministro Padoan di stamattina in Commissione ECON è stato
molto realista e lucido. Pur non nascondendo gli attuali problemi di
stabilità economica di molti Paesi europei, ha invitato tutti a non
compiere scelte affrettate di tagli alla spesa sotto la pressione dei
mercati rischiando, nella ricerca di benefici nel breve periodo, di
incorrere in costi molto alti sul lungo termine. Bisogna tentare di
‘normalizzare’ la situazione con riforme strutturali che permettano di
imboccare un sentiero più virtuoso, volto alla crescita, senza imporre
eccessivi costi sui già vessati cittadini e imprese”. (A. Mosca)
Alessia Mosca, europarlamentare Pd, ha commentato così l’intervento a una
commissione del Parlamento europeo del ministro dell’Economia, Pier Carlo
Padoan. Non che ci si potesse aspettare un commento diverso, trattandosi
del ministro voluto dal capo del suo partito.
Resta il fatto che se c’è una cosa sulla quale non c’è stata fretta in
Europa sono i tagli di spesa pubblica, avvenuti solo dove sono stati
imposti dall’esterno e in situazioni di fatto fallimentari. In Italia, per
esempio, di tagli di spesa si è per lo più parlato, ma di fatti concreti se
ne sono visti ben pochi. L’esatto contrario di quanto è accaduto con la
tassazione: lo stesso Renzi dice di aver abbassato le tasse, ma coloro che
finora possono dire di aver avuto una riduzione effettiva del carico
fiscale sono un numero ben inferiore a quanti pure hanno beneficiato dei
famosi 80 euro al mese. Né poteva essere altrimenti, dato che senza tagli
di spesa e dismissioni di asset pubblici non si possono ridurre davvero le
tasse, sempre che non si voglia fare default in tempi rapidi.
Una via, tra l’altro, che non risolverebbe i problemi, se non
temporaneamente, perché uno Stato che continua ad accumulare deficit anno
dopo anno, prima o poi torna a essere insolvente. Non capisco, quindi, come
sia possibile pensare di poter eludere ancora il tema della riduzione della
spesa pubblica.
In termini di Pil, tra l’altro, è molto più probabile che la riduzione
della spesa pubblica abbia un impatto negativo di breve termine e positivo
di lungo termine, contrariamente a quanto afferma Mosca. Ciò che mi sfugge
è in cosa dovrebbe consistere la “normalizzazione”, soprattutto se si vuole
evitare di “imporre eccessivi costi sui già vessati cittadini e imprese”.
Se non si calano le tasse la vessazione come fa a diminuire? O si
considerano cittadini solo quelli che campano di spesa pubblica? Ma chi
vive a spese altrui senza il consenso di chi paga il conto non è un
parassita?
“La vera guerra, nei decenni a venire, non sarà tra paesi bensì tra chi di tasse vive e chi di tasse muore.”
Alberto, sono d’accordo al 100%.
Tocca a noi accelerare i tempi, perchè i parassiti non hanno nessuna fretta.
Bisogna esasperare il conflitto sociale, al contrario dei politici di qualunque colore che cercano di risanarlo.
Da Tgcom24
Manovra per dare soldi – Abbiamo “abbassato, ridotto le tasse per il ceto medio e le imprese”. Lo scrive sulla sua E-News il premier Matteo Renzi spiegando che gli interventi sono stati fatti sia per “gli undici milioni di famiglie con l’operazione degli 80 euro – che è una piccola goccia nel mare, ma segna una inversione di rotta – sia con la riduzione del 10% dell’Irap e del 10% della bolletta energetica per le piccole e medie imprese”. “Anzichè fare le manovre per chiedere i soldi – sottolinea Renzi – si fanno le manovre per dare i soldi”.
“Mai rassegnati nè pessimisti, ridare speranza” – “Non ci troverete mai nell’elenco dei rassegnati per professione, dei disprezzatori di noi stessi, dei pessimisti per vocazione. L’Italia che noi stiamo guidando è un’Italia che ha tutti i numeri per restituire speranza. Per farlo, però, i politici devono cambiare l’Italia. Iniziando dal cambiare la politica”. E’ lo spirito che anima Matteo Renzi che torna all’e-news consuetudine di quando era sindaco. “Da 150 giorni – scrive – ho cambiato ruolo, vita e domicilio. Spero di apparire ai miei amici delle E-News ‘assente giustificato'”.
VAI CON L’OTTIMISMO!!!!!!!!!!!!!!!
IO QUANDO SENTO DIRE CHE I POLITICI DEVONO CAMBIARE L’ITALIA MI TOCCO I MARONI. ALTRI GUAI IN VISTA ALL’ORIZZONTE!
Renzi non si può fidare di coloro che affermano di sostenerlo.
Renzi è più debole di quello che appare.
Non arriva a Natale.
E’ evidente che i provvedimenti che tentano di imporre sono del tutto marginali e inefficaci.
I numeri, per quanto addomesticati, sono chiari.
Sono fallimentari, da molto tempo.
Questi irresponsabili intendono solo ed esclusivamente traccheggiare, in attesa di beneficiare indirettamente di una qualche ripresa economica europea o internazionale.
Normalizzare, per costoro, significa tener duro e farne pagare i costi alla gente ed alle aziende, con la speranza che nuove e più brillanti condizioni economiche esterne possano aiutare la baracca.
Alla deriva, con capitano e ciurma di delinquenti, la gente non si rende conto del quadro reale.
Le parole sovrabbondanti per quanto vane del Renzi servono solo a sviare e ottundere il senso critico della gente.
Io faccio affidamento solo ed esclusivamente su un default incontrollato che, stanti le condizioni politico economiche esterne in via di maturazione, non mancherà.
Sarà l’occasione per uscire dall’incubo italiano.
Io penso, invece, ad un baluginio di catene, mazze, randelli, spranghe.
Obbiettivo : i centri di potere finalmente riconosciuti come responsabili.
Noi che frequentiamo le idee libertarie abbiamo convissuto con la consapevolezza dello sfracello possibile e del tutto probabile.
In tanti si sono preparati e hanno preso provvedimenti individuali.
Mettiti nei panni di chi, invece, di colpo , e senza causa apparente entrano in una situazione dolorosa di default.
Quelli che si sono fidati ed affidati a politici, governi, sindacati, banche, etc. in buona fede e con la testa ben infarcita di menzogne e disinformazione.
Tu pensi davvero che rimangano docili opportunisti ipocriti e vigliacchi?
Non credi che si alzi un forte vento di protesta non solo verbale ma anche fattiva?
Tu non hai , come me, la palla di cristallo.
Ma prova a metterti nei panni e nella psicologia di gente che si sente ingannata, proditoriamente rovinata.
Ad un certo punto, io penso, non sei più neppure in condizione di fare calcoli di convenienza.
Ed è quando sei alla miseria.
Puoi solo incazzarti.
Sono assolutamente d’accordo con lei, non è certo un paese di vittime questo; o meglio, forse lo è stato fino ad un certo punto, ma adesso le vittime sono diventate carnefici al tempo stesso. Non ci sarà alcun assalto “ragionato” ai centri del potere, bensì una deriva fascio-comunista, corporativista peggiore di quella vissuta sino adesso. Daranno la colpa a chi detiene l’oro affamando il popolo, daranno la colpa agli ebrei, agli immigrati, ai diversi, al meridionale, al settentrionale, al centrale ecc…. cmqe troveranno l’untore…. qualunque esso sia, xkè le masse spinte alla disperazione saranno ancora più manipolabili dalla bancocrazia.
Renzi ambisce a diventare il nuovo Craxi, ormai è chiaro. Altro ke spending rewiew…. è subdolo il bambinone, parla di riforme a vanvera, non è mai chiaro…. cerca sempre di non far capire cosa intende fare…. Mah, non ci vuole molto per capire che il peggio per l’Italia deve ancora arrivare, altro ke aggancio alla congiuntura internazionale!!
Notizia di ieri su “il Giornale” a pagina 6, Renzi (nda il “bimbominchia”) non intende convertire in legge il decreto sul tetto di 240.000 euro annui per i manager pubblici; Robespierre PERCHE NON RITORNI!!! Qui c’è tanto lavoro per te!!