Liberalizzare non è un verbo che appartiene alla cultura italiana. Ieri, almeno 200 tassisti hanno protestato contro l’applicazione “Uber” ai giardini Indro Montanelli di Milano, dove era in corso il “Wired Next Festival”. Il festival della rivista ospitava Benedetta Arese Lucini, manager per l’Italia dell’app che permette di prenotare conducenti attraverso smartphone, contestata dai sindacati dei tassisti perche’ ritenuta lesiva del loro lavoro. La app, che per ora funziona solo a Milano ma pianifica un’espansione in altre citta’ italiane, ha generato nei mesi scorsi forti tensioni tra tassisti e conducenti “Uber”.
Tensioni che in piu’ di un’occasione sono sfociate in tentativi di boicottaggio e vere e proprie liti e aggressioni. I tassisti hanno contestato Arese Lucini, impedendole di uscire dal padiglione nel quale era ospite per una conferenza. Una ventina di poliziotti in assetto antisommossa hanno bloccato l’ingresso dei tassisti al padiglione, mente alcuni rappresentanti sindacali sono entrati per contestare.
Noi, non stiamo con i taxisti! Usufruire di Uber significa capire la differenza tra un servizio di mercato e una mafia corporativa. Usare Uber, significa scegliere liberamente ed agire da libertari (senza bisogno che una legge normi la situazione). Libertario è chi il libertario fa! (Soprattutto se lo fa in nero… !)
L’italiano medio non prova questo tipo di vergogna.
L’italiano medio non ha un briciolo di orgoglio.
Un paio di esempi fra tanti.
Il fratello di un mio amico, nei primi anni ottanta, era in cerca del “posto fisso”. In occasione di votazioni si mise a fare campagna elettorale per la DC; girava per la mia città con la sua auto tappezzata di manifesti della DC e un megafono che invitava a votare per quel partito. Dopo le elezioni ebbe un posto alla Regione. Mi disse, a me che mi ero iscritto all’università ed ero pieno di ambizioni (lo sono tuttora comunque) che in Italia se non fai il lecchino non ottieni niente, e lo disse senza provare vergogna.
Un mio compagno di scuola media ha ottenne un posto in ferrovia (ferrovie locali) e mi disse esplicitamente, anche lui senza vergognarsi, che il posto l’aveva ottenuto pagando una cospicua cifra a un certo personaggio chiave. Motivò la sua scelta dicendo che con un annetto di lavoro si ripagava della spesa, assicurandosi una tranquillità economica per il futuro.
Per lui si trattava nè più nè meno che di un investimento.
Potrei farne tanti altri di esempi come questo, ma non sarebbe necessario.
E’ proprio vero, questo paese non è riformabile, perchè la gente è fatta così. E’ un processo di selezione iniziato dalla sciagurata unità d’italia, a partire dalla quale è stato sempre premiato il trasformista, il lecchino, il parassita. Questa razza ha potuto crescere e moltiplicarsi.
La cosa più penosa è che si è in pochi a indignarsi.
Ottimi esempi, dicono tutto. Ma oggi, rispetto agli Anni Ottanta è molto, molto peggio.
Io mi chiedo se questi taxisti non provino un minimo di vergogna. Capisco se dietro le quinte si adoperano per contrastare le liberalizzazioni nel loro settore, a loro conviene. Ma per manifestare pubblicamente così contro Uber ci vuole davvero una faccia tosta. Fondamentalmente è come se un negoziante andasse davanti al negozio del concorrente e protestasse perchè quello vende prodotti migliori ad un prezzo più basso :-S
Da come la vedo io chi ha la patente, ed ha un’auto coi requisiti minimi per esser sicura ed efficiente può fare il taxista.
certo, i libberali amano il libero mercato… per gli altri! guai a toccare se stessi ed il loro orticello.
E’ una cantilena trita e ritrita:
gli industriali vogliono più concorrenza sui sindacati ma non vogliono più industriali nel loro mercato.
i lavoratori vogliono più industriali e datori di lavoro ma non vogliono l’arrivo immigrati o altri lavoratori concorrenti.
è così in ogni settore e da sempre: ottieni una barricata contro la concorrenza al tuo prodotto che ti garantisca una nicchia di monopolio o un certoprivilegio, che subito ti ritrovi con prezzi aumentati sulle altre merci di cui sei cliente. I politici non possono nè vogliono regalarti nulla, si sconterà tutto caro ed amaro.