DI LEONARDO FACCO
Io – anche per ragioni logistiche – non sarò della partita. Come ho scritto qualche mese fa su questo sito, con la politica – dopo la divertente esperienza di Forza Evasori, per la quale ringrazio ancora i molti aderenti – ho chiuso. Il Movimento Libertario è nato per fare altro, per applicare concretamente, nella vita reale, quelle idee che tanto mi sono, e ci sono direi, care. E devo mantenere qualche impegno preso con Giorgio Fidenato.
Ciononostante, non posso non invitare chi di voi lettori ha in animo di impegnarsi in qualche modo a sostenere il progetto politico dell’amico Rivo Cortonesi. Quantomeno a dedicarci un po’ di attenzione. Rivo è un anarco-capitalista senza se e senza ma. E’, ancor di più, una di quelle persone serie che, in Italia, scarseggiano. Con uno come Rivo auspico a tutti di avere a che fare. E’ uno di quelli insomma di cui ci si può fidare, non un pagliaccio borioso che millanta lauree e master, o un ingegnere paraculo che dice che l’Imu è una tassa bellissima. E’ un uomo, non un piglianculo o un quaquaraqua.
Per questa ragione, invito chi di voi mi legge da anni a fare due cose:
1- Andare a Siena all’assembla costitutiva del suo movimento;
2- Se avete voglia di fare politica, provate a dargli una mano sul territorio, piuttosto che perdere tempo con ridicolaggini tipo FARE o ALI.
La proposta di Rivo Cortonesi (che ha dalla sua un enorme entusiasmo peraltro) si sintetizza in un nome: LIBERI COMUNI D’ITALIA. Ma di italianista in senso stretto ha poco o nulla. Mi permetto solo di suggerirvi la lettura dell’articolo con cui ha presentato il progetto su www.lindipendenza.com
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Nella storia dell’umanità molti sono stati i progressi, di tipo tecnologico, conseguiti dalla nostra specie. Ma quando la mente umana prova a cimentarsi sul modo migliore «dello stare insieme» e su quello di «fare banca» le risposte sono sempre le stesse. La democrazia, cioè il governo dei più sui meno, continua ad essere considerato come il migliore tra i sistemi possibili. Analogamente, sul versante finanziario, non si riesce a scindere l’idea di banca dall’ineluttabilità di un sistema monetario centralizzato, garante dei rischi connessi con l’esercizio della cosiddetta «riserva frazionaria» da parte delle banche commerciali.
La legittimazione di schiere di politici illuminati, e le cicliche esplosioni dello schema Ponzi legalizzato, sul quale è fondata l’attività bancaria, sono dunque destinate a perpetuarsi chissà per quanto tempo ancora. Con quali conseguenze per i cittadini è sotto gli occhi di tutti. È dunque ragionevole interrogarsi sul cosa fare per risolvere, estirpandone le cause alla radice, questi due enormi problemi.
Il partito dei LIBERI COMUNI D’ITALIA nasce con lo scopo:
– Di abolire il tipo di democrazia partitocratica santificato dalla Costituzione entrata in vigore il 1° gennaio 1948 sostituendolo con uno a “democrazia pura”, nel quale i cittadini, estratti a sorte e a rotazione, partecipano a turno all’amministrazione, di tipo condominiale, del proprio Libero Comune;
– Di liberalizzare la creazione del denaro e di varare l’obbligo di riserva intera per le banche commerciali.
Nell’ambito di queste nuove regole del gioco, fissate nella nuova Costituzione, i cittadini torneranno ad essere arbitri del proprio futuro attraverso:
– Il pieno possesso dei loro Comuni, quali uniche entità territoriali massime riconosciute dal nuovo ordinamento;
– La libera scelta delle interazioni tra Comuni, probabilmente condizionate dalle diverse realtà nazionali presenti nell’insieme dei singoli territori dei Liberi Comuni;
– La libera scelta delle monete con le quali i cittadini vorranno scambiare i frutti del loro lavoro.
Si tratta, per essere chiari fino in fondo, di una multi-micro secessione dallo Stato unitario così come lo conosciamo. Alla fine di questo processo, da perseguire in modo non violento con le regole dell’attuale democrazia, gli unici compiti dello Stato, cioè della Forza comune, che risponderà all’Assemblea dei Liberi Comuni secondo quanto indicato nella nuova Costituzione, saranno quelli:
– Di garantire la protezione dai nemici esterni (Forze armate)
– Di garantire la protezione dai delinquenti comuni (Forze di polizia)
– Di garantire la certezza del diritto (Magistratura)
Per il loro espletamento sarà fissata un’unica, piccola tassa, eguale per tutti i cittadini. Tutti gli altri compiti saranno demandati alla società civile, che li espleterà nei modi e nelle forme che vorrà liberamente darsi alla sola condizione di non ricorrere, in nessun caso, alla coercizione fiscale, che sarà solennemente bandita da tutti i territori dei LIBERI COMUNI quale reato contro la proprietà privata e quindi contro la libertà.
Queste le linee operative del nuovo partito dei LIBERI COMUNI d’Italia la cui Assemblea Costituente si terrà a Siena il 4 maggio 2014. Possiamo anticipare alcuni tratti originali dello Statuto che sarà posto in discussione nell’occasione.
Il sistema a “democrazia pura” sarà adottato anche in sede di funzionamento del nuovo partito,che non prevede la nomina di un segretario, ma l’estrazione a sorte di un certo numero di iscritti e la loro partecipazione a turno alla gestione amministrativa del partito.
Sempre in sede di Assemblea costituente sarà presentata una bozza di nuova Costituzione la cui messa a punto impegnerà il partito nei mesi a venire.
Il partito dei LIBERI COMUNI non prenderà alcuna posizione sui singoli problemi attualmente oggetto dello scontro tra le forze politiche italiane. Il suo unico scopo rimane il superamento dell’attuale assetto istituzionale e finanziario secondo le linee operative descritte in questo articolo e su questa chiara proposta chiederà il consenso dei cittadini italiani alle prossime elezioni politiche.
Gli iscritti al gruppo dei LIBERI COMUNI su Facebook sono, a tutti gli effetti, considerati come membri iscritti al partito e parteciperanno alle elezioni a sorte previste dallo Statuto. Chi desideri dunque essere presente all’Assemblea Costituente del 4 maggio a Siena, Palazzo Patrizi in via di Città 75, può farlo semplicemente iscrivendosi al gruppo su Facebook: https://www.facebook.com/groups/libericomuni/
Rivo Cortonesi e Franco Bertelli sono i promotori dell’iniziativa
L’articolo sul riconoscimento dei figli è monco: non è considerata l’ipotesi del genitore minore o incapace psichicamente.
Articolo aggiuntivo: “I cittadini, associati anche con altri cittadini di altri Comuni gestiscono l’acquisto di servizi e beni di interesse collettivo. Essi sono:
1) manutenzione delle strade pubbliche
2) illuminazione
3) segnaletica
4) igiene urbana
5) trasporto pubblico, costruzione e gestione impianti di trasporto a rete fissa
6) distribuzione delle fonti energetiche
7) reti di telecomunicazione
Per l’acquisto di tali beni o servizi, tra i cittadini è creato un comitato d’acquisto, formato tra cittadini di provata e adeguata competenza, sorteggiati.
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“Nessuno può rivendicare la proprietà o il diritto esclusivo sui beni naturali,
aria, sole, mare, corsi d’acqua ricadenti su suolo pubblico, o arrogarsi il diritto di sfruttamento su principi scientifici o matematici o tecnici.
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Ogni cittadino è libero di svolgere qualsiasi attività, a qualsiasi titolo, purché essa non violi la proprietà e la salute altrui e si posseggano le competenze e i titoli previsti dalla legge.
Di garantire la protezione dai nemici esterni (Forze armate)
– Di garantire la protezione dai delinquenti comuni (Forze di polizia)
– Di garantire la certezza del diritto (Magistratura)
Solo questo? E la Sanità di interesse pubblico (fronteggiare epidemie, per esempio)? le opere di protezione civile? Strade? ferrovie? Ognuno se le costruisce da solo?
Sigismondo, ti invito a riflettere sul fatto che tendi a ragionare in termini di “nazioni” come di blocchi che prendono decisioni economiche e “fanno” il mercato.
In realtà, sai benissimo che le scelte economiche le prendono i singoli individui e tutto ciò che tu citi (compagnie aeree, ospedali, banche) è sempre creato da imprenditori. Poi lo stato se ne appropria, di solito. Ma cerchiamo di non confonderci sui fondamentali :-)
La ricchezza media, il tenore di vita e la sicurezza di cui godono i residenti in territori considerati minuscoli (Liechtenstein, Monaco, Singapore, tra gli altri), sono lì a dimostrare che non c’è alcun pericolo a vivere in realtà di dimensioni non “continentali”.
La paura, oltretutto, è proprio ciò su cui fanno leva gli statalisti e i parassiti per imporre il loro sistema.
E’ possibile partecipare all’incontro senza iscriversi al gruppo su facebook?
Sî è possibile, tra qualche giorno potresti annunciarti sul sito dei LIBERI COMUNI http://www.libericomuni.org (non ancora attivo) oppure se vuoi puoi mandarmi una mail di partecipazione all’incontro già adesso all’indirizzo: [email protected]
A presto allora,
Rivo
Anch’io penso che sia un tentativo valido. Qualche settimana fa ci fu un intervento di H.H. Hoppe su questo sito in cui lo scrittore libertario affermava che la secessione, e quindi l’organizzazione della società in realtà più piccole, è un passaggio obbligato sulla via libertaria.
In passato abbiamo avuto la civiltà comunale e le signorie, e quello è stato un periodo abbastanza fiorente, sotto tutti i punti di vista. Quindi ci sarebbero anche i precedenti; certo qui si tratterebbe di sostituire gli Estensi o i Medici con il libero mercato.
Attenzione. Non siamo piu ai tempi degli Estensi, dei Medici o degli antichi romani. La loro società era basata soprattutto sull’agricoltura. Oggi, in tempi di industrializzazione, libero mercato significa soprattutto innovazione e l’innovazione non può essere portata avanti da piccole realtà locali, altrimenti verremo sommersi dalle realtà nazionali o peggio dai blocchi continentali. Senza pensare a problemi come la sanità o la ricerca universitaria. Un comune è in grado di gestire da solo il problema sanitario dei suoi cittadini? E le compagnie aeree, per esempio?. Il comune di Rovigo o di Trapani o di Nuoro avranno ognuno la loro moneta, la loro compagnia aerea e la loro sanità locale autogestita? Dovranno necessariamente mettersi insieme ad altri comuni per fare ‘massa critica’. Cioè, in definitiva, ecco ricostruito lo stato. La soluzione secondo me è creare una libera associazione di comuni all’interno di una realtà che comunque sia in grado di reggere il confronto con le grandi Nazioni, vedi Germania, Francia, USA e Russia. Sinceramente, non ce lo vedo il comune di Borgo Valsugana da solo, reggere il confronto con la Cina, tanto per citare una Nazione a caso. Certo, per grandi comuni come Roma, Milano o Napoli, il discorso sarebbe leggermente diverso. Ma per i comuni di un migliaio di abitanti che ci inventiamo? A meno di non inventare realtà comunali che alla fine sarebbero nient’altro che micro regioni. Ma a quel punto, beh, non parliamo più di ‘comuni’ ma di altro. Torniamo poi al problema della moneta. Che facciamo? Manteniamo l’Euro? E il debito pubblico lo spalmiamo tra le varie micro realtà locali? Il problema dell’Italia e non solo dell’Italia, è che abbiamo una moneta chiamata Euro che di fatto è il Marco e non una moneta sovrana. Mantenere l’Euro per i comuni sarebbe cambiare tutto per non cambiare nulla. Crearsi una moneta locale potrebbe essere peggio. Occorre riflettere su questi problemi. Ribadisco in ogni caso, il mio appoggio al movimento. L’importante è uscire da questa palude e mandare a casa i parassiti, poi si vedrà.
@Sigismondo di Treviri: “Sinceramente, non ce lo vedo il comune di Borgo Valsugana da solo, reggere il confronto con la Cina, tanto per citare una Nazione a caso.”
Chi si confronta oggi con la Cina? Non l’ICE o l’ambasciata d’Italia a Pechino. Cosa vuol dire “confrontarsi con la Cina”? Commercialmente? Allora già oggi si confrontano, spesso con successo, migliaia di imprese e imprenditori che hanno sedi nei vari comuni italici a cui lo stato italiano non da altro che fastidiosi oneri burocratici e tasse e non certo aiuti (a meno che non si sia in combutta con i parassiti al potere…). Militarmente? Attraverso il lancio di paracadutisti cinesi e lo sbarco in massa di truppe eliportate partite da una portaerei cinese alla fonda nel golfo di Venezia? E poi, dopo avere sterminato tutti gli italici del comune cosa farebbero? Passerebbero ai comuni limitrofi? E gli abitanti di questi comuni non si opporrebbero a qualsiasi prezzo ad una invasione del genere? Non si riunirebbero le milizie popolari dei comuni limitrofi in Lega per respingere l’invasore e difendere case e famiglie dalla violenza dell’invasione? E la lezione recente della forza delle milizie realmente popolari, Vietnam, Afganistan, nei confronti degli invasori violenti è ormai chiara. Onore ai resistenti afgani che hanno respinto prima l’impero britannico, poi quello russo e infine quello americano.
(CROSSPOST CON ALTRO POST NEL SITO)
[Anche] Uno stato piccolo, per dimensione territoriale, avrebbe delle caratteristiche desiderabili per un libertario, molto migliori di quelle degli stati nazione e dei super-stati moderni, almeno *ad interim*. Lascio dire a Hoppe: “There is an interim solution. It’s called secession and political decentralization. Small states must be libertarian, otherwise the productive people will desert them. Desirable therefore is a world made up of thousands of Liechtensteins, Singapores and Hong Kongs. In contrast, a European central government—and even more so a world government—with a “harmonized” tax and regulation policy, is the gravest threat to freedom.” (http://mises.org/daily/6332/Obsessed-by-Megalomania) Vedi anche: https://www.youtube.com/watch?v=eBg23AqZlJI (The Advantages of Small States and the Dangers of Centralization). Concordo con te che esiste la tendenza a diventare stato massimo pur nelle piccole dimensioni territoriali, ma almeno esisterebbe una maggiore competizione, tra i molti diversi piccoli stati che, realizzandosi a questo modo su una scala geografica e culturale relativamente ridotta (ad esempio, gli stati pre-unitari nella penisola italica e tra la gens italica) consentirebbe un quasi indolore “voto con i piedi”, senza dovere subire il dramma dell’emigrazione a distanze planetarie, come quella dovuta affrontare dai poveri italici (veneti, campani, friulani, siciliani, piemontesi) post unitari agli inizi del secolo scorso — ho idea di quanto deve essere stato duro colonizzare le foreste del rio grande del sud …
Let a Thousand Nation bloom…per la precisione 8.057…me gusta
Ci sono due cose che non mi quadrano: libera creazione del denaro. Beh, non so se chi scrive ha presente che cosa implicherebbe una situazione del genere, anche perchè non è chiaro chi controllerebbe questa creazione, essendo libera. Secondo: la piccola tassa da pagare per quelle tre cose elencate li. Benissimo, ma allora, stiamo semplicemente costruendo uno staterello piu piccolo, dove invece di una realtà nazionale ne avremo una comunale. A me sta benissimo. Tra l’altro è un esperimento già fatto dagli etruschi che stupidi non erano. Solo che, ad un certo punto arrivò una razza di guerieri chiamata ‘romani’ che erano organizzati secondo uno schema statale ed avevano in mente di civilizzare il mondo e l’Etruria sparì. Ora qui siamo in una situazione analoga: i romani di oggi sono i tedeschi e dai tempi di Gulielmo primo che disse: “Dio ci ha creati per civilizzare il mondo”, hanno in mente di fare i padroni d’Europa. Saremmo in grado di opporci con una libera assemblea di liberi comuni ad uno stato potente ed organizzato come quello germanico? Per carità, non sto spezzando una lancia a favore di questo stato che aborrisco e che mi sta mandando in rovina facendomi tra l’altro passare notti insonni. Sono semplicemente ragionamenti che faccio sulla tastiera. Forse dirò una marea di str…ate, ma, attenzione. Non vorrei trovarmi peggio di come sto adesso, anche se non riesco a immaginare come potrebbe essere questo ‘peggio’.
Caro Sigismondo, son certo che Rivo interverrà per risponderle
SIGISMONDO: «Ci sono due cose che non mi quadrano: libera creazione del denaro. Beh, non so se chi scrive ha presente che cosa implicherebbe una situazione del genere, anche perchè non è chiaro chi controllerebbe questa creazione, essendo libera»
RIVO: La controllerebbe il mercato, esattamente come accade per altri prodotti.
SIGISMONDO: «Secondo: la piccola tassa da pagare per quelle tre cose elencate lì. Benissimo, ma allora, stiamo semplicemente costruendo uno staterello piu piccolo, dove invece di una realtà nazionale ne avremo una comunale»
RIVO: No, ne avremo una nazionale per la difesa armata e una multinazionale per i rapporti tra Comuni di innegabile diversità nazionale. È lo schema sperimentato con successo per diversi secoli dalla Svizzera, dove vivo: difesa militare comune in un contesto di Cantoni con spiccate nazionalità diverse. I Cantoni sono però anche Stati e questo è sempre un rischio per la libertà. Qui potremmo fare meglio della Svizzera: è preferibile pensare ad estensioni territoriali di dimensioni non superiori ai Comuni e ad un sistema di partecipazione diretta dei cittadini alla loro conduzione amministrativa. Perché senza questa mutazione della democrazia hai ragione tu: si ridurrebbero le dimensioni dello Stato senta cambiarne le regole della convivenza civile, quindi ci troveremmo ancora una volta probabilmente nelle stesse condizioni.
SIGISMONDO: «Tra l’altro è un esperimento già fatto dagli etruschi che stupidi non erano. Solo che, ad un certo punto arrivò una razza di guerrieri chiamata ‘romani’ che erano organizzati secondo uno schema statale ed avevano in mente di civilizzare il mondo e l’Etruria sparì»
RIVO: Esatto. È proprio così che potrebbe accadere senza una difesa militare comune credibile. Il problema della caduta degli etruschi sotto il dominio romano sembra proprio sia stato quello da te descritto.
Beh, che dire? Tanto vale provare. La cosa mi sembra alquanto convincente. D’altro canto, la perfezione non è di questo mondo poichè l’uomo non è perfetto. Chi ha preteso di creare una società perfetta ha solo innalzato monumenti su montagne di cadaveri. OK, ci sto.
i miei migliori auguri a Rivo.
Cercherò di essere anch’io a Siena.