DE GIROLAMO, LA MINISTRA CHE DICE QUEL CHE SCRIVE FOLLI

DI MATTEO CORSINI

“Non è ancora chiaro se i nuovi attacchi a Letta da parte dei luogotenenti di Renzi – non del leader in prima persona – siano il frutto di una strategia preordinata ovvero se, al contrario, esprimano l’assenza di qualsiasi strategia… Purtroppo la storia insegna che le invettive da sole non bastano e di solito non servono nemmeno a raccogliere stabili consensi. La tradizione del partito “di lotta e di governo” già in passato non ha portato fortuna alla sinistra”. (S. Folli, 29 dicembre 2013)

“Renzi è azionista di maggioranza di questo governo e ora ha una doppia responsabilità: di indirizzo e di equilibrio. Ha un ruolo importante, è giusto che spinga sull’acceleratore ma non può più solo rottamare e deve anche cambiare linguaggio. E visto che non ci sono più le correnti, tutto il Pd che è al governo risponde a Renzi. Purtroppo per lui, non può più essere di lotta e di governo… questi nuovi attacchi o sono una strategia preordinata oppure la prova di una totale assenza di strategia”. (N. De Girolamo, 30 dicembre 2013)

Ho notato una certa somiglianza tra le parole usate da Stefano Folli sul Sole 24 Ore del 29 dicembre e quelle di Nunzia De Girolamo, ministro delle Politiche agricole, in un’intervista all’Unità del 30 dicembre. Viene quasi il sospetto che la signora De Girolamo abbia risposto alle domande di chi la intervistava attingendo a piene mani dall’editoriale di Folli del giorno precedente. Ovviamente potrebbe trattarsi solo di una coincidenza, oppure il ministro ha trovato talmente convincenti le argomentazioni di Folli da sposarle in toto. Tuttavia l’impressione, almeno la mia, resta quella di una scopiazzatura maldestra, di quelle talmente palesi che dovrebbero sconsigliare chi ha un minimo di pudore e buon senso dal metterle in pratica, quanto meno per non dare l’idea di non avere alcun pensiero proprio. Si potevano usare parole diverse per esprimere gli stessi concetti. Neanche quella fatica ha voluto fare la signora De Girolamo. Forse dedica maggiore energia all’agricoltura, e non è detto che sia un bene per gli agricoltori.