In Anti & Politica, Economia

regaloDI FUNNYKING*

Premessa: quanto state per leggere vi farà incazzare. Ma non fatevi trarre in inganno, non cadete nella trappola di pensare di essere di fronte all’ennesima rapina di denaro pubblico da parte delle banche italiane. O meglio, di rapina si tratta, ma siamo di fronte ad un disperato stato di necessità. Le banche italiane sono in uno stato comatoso, da una parte si sono riempite di crediti inesigibili, spesso presatando agli amici. Dall’altro sono state letteralmente spinte a comprare oltre 200 miliardi di euro di debito pubblico italiano. E sono dunque loro “il  prestatore di ultima istanza” che tiene a bada lo spread.

Quindi incazzatevi, ma fatelo per la ragione giusta. Non prendetevela con le banche ma con la Banca d’Italia e con lo Stato. Perché è vero, alcune banche italiane sono sottocapitalizzate e a rischio default, alcune banche italiane non sono in grado di reggere alcun serio stress test. A fronte di questo la Banca d’Italia e lo Stato hanno deciso di accondiscendere al desideriodei banchieri italiani di mantenere la LORO autonomia a spese dei contribuenti italiani.

E’ questo il senso dello scempio che qui andrò a descriverevi e che si sta perfezionando proprio oggi. L’alternativa era ed è la nazionalizzazione di alcuni istuti di credito. Ovvero sempre l’utilizzo di fondi pubblici ma almeno RICEVENDO qualcosa in cambio, cioè il patrimonio e il controllo delle banche salvate. Qui invece siamo di fronte ad un regalo. Punto e basta.

Prima di cominciare, se non avete voglia di leggere ascoltate questa FONDAMENTALE puntata de la versione di Oscar andata in onda il 24 dicembre, li c’è tutto:

Le Quote d’oro della Banca d’Italia 

(MERITA DI ESSERE ASCOLTATO, forse la puntata più importante della storia del programma)

Si tratta di questo:

Il 23 Dicembre 2013 gli azionisti della Banca d’Italia hanno approvato il nuovo Statuto con la rivalutazione del capitale.  L’Assemblea era stata convocata per recepire nello Statuto i contenuti del decreto legge che rivaluta il capitale di Bankitalia a 7,5 miliardi di euro, dai 156 mila euro di 80 anni fa. Una decisione su cui pende l’opinione legale della Bce, che starebbe valutando alcune osservazioni contrarie da parte della Bundesbank tedesca.

Ora attenzione:

Prima Questione: Perchè Tanta Fretta?

  1. La Banca d’Italia si è riunita e ha recepito i contenuti di un DECRETO LEGGE non ancora approvato dal parlamento. Quindi in totale spregio dell’autonomia parlamentare su una norma così delicata. Vedremo poi i motivi di un comportamento così grave e prono alle esigeze delle banche italiane
  2. La modifica dello Statuto che ha alzato il valore delle quote di capitale di BankItalia deve anche passare il vaglio della BCE (e la BUBA GIUSTAMENTE ha già fatto le sue osservazioni contrarie). Quindi anche in questo caso intanto si modifica lo statuto e poi vediamo se la modifica sarà legittima.

Tanta fretta per abbellire i bilanci 2013 di alcune banche, principalmente Unicredit e Intesa San Paolo e per fare incassare allo Stato tasse su una plusvalenza che verrà ampliamente recuperata dalle banche nel volgere di un paio di anni (lo vedremo dopo).

Quindi si tratta di scambiare circa un miliardo e mezzo di euro una tantum per lo Stato, in cambio di un enorme flusso di dividendi per le banche che possiedono quote in Banca d’Italia e in prospettiva la possibilità di rivendere allo sStato quote di Banca d’Italia rivalutate.

Seconda Questione: Da dove saltano fuori 7,5 miliardi di euro?

Il capitale della Banca d’Italia risultava pari a 156 mila euro, suddiviso in quote sottoscritte a loro tempo da numerose banche e assicurazioni private per il 95% del suo valore. Il 5% è dello stato.

Fino ad ora, le banche azioniste hanno attinto complessivamente dagli utili di Via Nazionale per una percentuale massima pari al 10% del capitale (15.600 euro), da sommarsi a un tasso massimo totale del 4% delle riserve statutarie. Poiché queste ammontano a circa 23 miliardi di euro, a bilancio 2012, il governatore Ignazio Visco avrebbe potuto distribuire alle banche fino a un massimo di 920 milioni di euro. Tuttavia, da diversi anni, Bankitalia ha distribuito solo lo 0,5%, che per il 2012 è equivalso, quindi, a circa 115 milioni.

Dopo il cambio di Statuto della Banca d’Italia le banche si ritrovano in mano azioni rivalutate su cui pagheranno nel 2013 una tassa una-tantum, ma contemporaneamente ottengono due cose:

  1. Un monte dividendi che sale da 15.600 euro ad almeno 420 milioni di euro.
  2. La possibilità di rivendere le quote eccedenti una soglia massima (del 5% o del 3%) a Banca d’Italia AL NUOVO PREZZO!

Cioè abbiamo rivalutato le quote di un ente pubblico prima che probabilmente esse siano rivendute all’ente pubblico stesso.

Ci possono essere poi altre grandi critiche a questa operazione.

Ma in essenza si tratta di questo:

Il Governo Letta (cioè quella roba retta del PD di Matteo Renzi) in collusione con i Vertici di Banca d’Italia e su richiesta del Ministero dell’Economia retto da un ex banchiere centrale (Saccomanni) ha appena fatto una operazione di autentica rapina del patrimonio pubblico a favore delle banche italiane.

La Banca d’Italia, con una operazione lampo e in spregio del parlamento ha approvato un cambio di statuto sulla base di un decreto legge non convertito e SENZA il parere della BCE.

E tutto questo, come sempre, avviene per mantenere questa casta di banchieri in sella alle attuali banche italiane. Con lo stesso denaro era possibile nazionalizzare la banche in crisi e ripatrimonializzarle ma ALMENO avere qualcosa in cambio. Invece in questo modo gli si regala del danaro per tirare avanti con la stessa identica, classe dirigente.

Ovviamente sarà colpa dei tedeschi, come no.

 

*Link alla fonte: http://www.rischiocalcolato.it/2013/12/lo-scandalo-di-fine-anno-7-miliardi-regalati-alle-banche-con-la-rivalutazione-delle-quote-di-banca-ditalia.html

 

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